L’emergenza è drammatica e quasi incontrollabile.
Comuni invitati ad adoperarsi per cercare nuovi pozzi, riattivare pozzi già esistenti, acquistare nuove autobotti e promuovere il risparmio idrico
Il Prefetto ha emanato una direttiva di Protezione Civile, in firma congiunta con il Dipartimento della Protezione Civile, passando i poteri d’intervento ai sindaci.
Queste, in estrema sintesi, le ragioni della convocazione dei sindaci agrigentini di questa mattina.
La situazione è drammatica e lo diventa sempre più. La drammaticità si legge nelle stesse direttive del Prefetto. la situazione è quasi incontrollabile.
Si spera in piogge abbondanti ma all’orizzonte non si intravedono bollettini meteo che annuncino temporali.
Scrive il Prefetto: “Inoltre nel settore irriguo oltre alla perdita della produzione la siccità può produrre la perdita degli impianti arborei quali gli agrumeti.
La situazione in atto, a ben vedere, si connota sempre di più come grave emergenza non più superabile dalle sole strutture competenti in via ordinaria, quali il Gestore d’Ambito dei servizi idrici, l’ATI, il gestore di sovrambito, i gestori degli invasi, il Consorzio di Bonifica; necessitano, pertanto, attività contingibili e urgenti di protezione civile”.
In buona sostanza, la direttiva investe pienamente i sindaci autorità di Protezione Civile. “Vista l’attuale situazione e gli scenari futuri, i sindaci, nei comuni in cui l’emergenza è più grave, sono tenuti ad attivare il Centro operativo e a agire quale autorità locale di protezione civile”.