Si è svolta nella suggestiva cornice dell’atrio del Municipio di Racalmuto (Ag) la presentazione del libro “Trecento giorni di sole. La vita di mio padre Rocco, un giudice scomodo”, scritto da Giovanni Chinnici, figlio del giudice ucciso dalla mafia
Ad aprire i lavori è stato il sindaco Calogero Bongiorno, seguito dall’assessore comunale alla cultura Luigi Castiglione, che hanno dato il loro saluto istituzionale, sottolineando l’importanza di mantenere vivo il ricordo di una figura come quella di Rocco Chinnici, il cui sacrificio rappresenta un pilastro nella vera storia dell’antimafia.
La presentazione è stata coordinata da Enzo Sardo, scrittore e presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), che ha sapientemente guidato gli interventi dei relatori.
Così, Gabriella Portalone, docente universitaria di storia presso l’Università di Palermo, ha offerto una profonda analisi del contesto storico e sociale in cui operava Rocco Chinnici, evidenziando il coraggio e la visione innovativa del magistrato, precursore di un approccio investigativo che oggi è alla base della lotta alla criminalità organizzata.
Giovanni Tesè, avvocato e saggista, ha invece centrato il suo intervento sull’impatto che la figura di Chinnici ha avuto nel mondo della giustizia, delineandolo come un uomo profondamente dedito al suo lavoro e al servizio del Paese, che non esitò a sfidare i poteri forti in un’epoca in cui il sistema mafioso sembrava intoccabile.
Il momento più emozionante della serata è stato senza dubbio l’intervento dell’autore, Giovanni Chinnici, che ha condiviso con il pubblico momenti personali e intimi della vita con suo padre, raccontando il lato umano di un uomo che, nonostante le difficoltà ei rischi che comportava il suo lavoro, ha sempre cercato di mantenere un legame con la famiglia.
Attraverso il libro, Giovanni Chinnici non solo ricostruisce la figura professionale di suo padre, ma ne racconta anche la vita quotidiana, fatta di amore per la propria terra e di incrollabile speranza in un futuro migliore.
Giovanni Chinnici aveva 19 anni quando il 29 luglio 1983 suo padre fu assassinato dalla mafia. Oggi è avvocato, è sposato ed ha un figlio, al quale ha dato il nome di Rocco.
L’evento di Racalmuto ha dimostrato come il ricordo del giudice Rocco Chinnici sia ancora vivo, non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i cittadini comuni, come testimoniato dalla partecipazione all’evento da parte del pubblico che ha manifestato interesse per la storia e i valori che la figura del giudice Chinnici rappresenta.