Il 21 settembre del 1990 è stato ucciso dalla mafia il giudice Rosario Livatino, trucidato con efferatezza e disumanità da alcuni killer mentre andava a lavorare da Canicattì (ove abitava coi genitori) ad Agrigento, presso la Procura della Repubblica del Tribunale
Sub tutela Dei
Non erano ancora trascorsi due mesi dall’avvenimento immortalato nella foto che correda questo articolo e che mostra Rosario Livatino compiaciuto e sereno (è il secondo da sinistra). Una foto scattata il 28 luglio 1990, durante il matrimonio dell’architetto Stella Mangiarotti con il medico Gianni Augello, ex compagno di liceo del giudice, che ne è stato testimone di nozze.
Sono passati 34 anni dalla data in cui Rosario Livatino, nato il 3 ottobre 1952, venisse barbaramente ucciso dai mafiosi della Stidda, qualche settimana prima che compisse 38 anni.
Oggi ci sono tante iniziative, a Canicattì soprattutto, per onorarne la memoria e divulgarne il pensiero e la vita vissuta quotidianamente sub tutela Dei.
Sub tutela Dei: tre parole per una frase che racchiude davvero il senso della vita e del lavoro di Rosario Livatino, la cui esistenza privata e professionale è transitata sotto l’egida di questa frase.
Le parole del Procuratore Di Leo durante l’insediamento
L’attuale Procuratore della Repubblica, Giovanni Di Leo, all’atto del suo insediamento ad Agrigento, il giorno 21 di agosto dell’anno scorso, ebbe a ricordare i tempi in cui ha lavorato come magistrato ad Agrigento, rammaricato di non aver potuto conoscere Rosario Livatino, di non essere riuscito ad averlo come maestro.
“Non mi è stato dato di imparare da lui, se non da morto. E ho imparato dai suoi provvedimenti e dai racconti che mi sono stati fatti” -ha detto, insediandosi, il dottor Di Leo.
Ed ha aggiunto:” Livatino l’ho conosciuto per un periodo troppo breve, mai sopra le righe, mai scostante o scortese, ma sempre aperto e con il sorriso nel suo ruolo di giudice che cercava giustizia con la ‘G’ maiuscola anche nelle piccole cose”.
Per poi concludere che, per perseguire la giustizia nel rispetto della legge, “ci vuole quel sorriso che aveva Rosario Livatino e al contempo la sua limpida ed onesta rigidità morale”.
Un giudice già Beato e prossimo Santo
Ci piace ricordare queste parole del procuratore Giovanni Di Leo per onorare la memoria del giudice Beato che un giorno sarà Santo.
E ci piace anche il ricordo che di lui, studente, ha tracciato il preside Gaetano Augello nel gruppo facebook la Repubblica del serenissimo Parnaso canicattinese: cliccare qui per leggerlo
Nella foto: Rosario Livatino, secondo da sinistra, insieme agli sposi e agli altri testimoni di nozze, il giorno 28 luglio 1990 (foto gentilmente concessa da Gianni Augello)