Per la ricorrenza, la cappella di famiglia del giudice è rimasta aperta al cimitero di Canicattì, per i visitatori, tutta la mattinata
Nel 72mo anniversario della nascita del giudice Livatino -oggi Beato- la cappella di famiglia, al cimitero di Canicattì, è rimasta tutta la mattinata aperta.
Sotto l’occhio vigile del custode di turno, Salvatore Trupia, sono stati in tanti a visitare il luogo ove riposano le spoglie mortali del magistrato assassinato dai sicari mafiosi della stiddra.
Un via-vai continuo di persone che giungevano alla spicciolata e sostavano pochissimi minuti, col capo chino e/o facendo il segno della croce.
C’erano anche i volontari dell’APS-ETS “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino” che hanno distribuito una brochure in cui viene illustrato il profilo del giudice “ragazzino”.
Nella brochure -il cui testo è stato redatto dal giornalista Enzo Gallo– sono riportate le tappe biografiche più importanti, oltre che quelle riguardanti la beatificazione, arrivata il 21 dicembre 2020 quando Papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce il martirio in odium fidei del giovane magistrato.
Ecco, questo articolo vuole testimoniare che ancora oggi -in un mondo in cui tutto è liquido ed effimero- viene mantenuta viva la memoria del giudice Livatino, nato a Canicattì il 3 ottobre 1952 e barbaramente ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 (chi voglia leggere il servizio di questo quotidiano online sul 34mo anniversario della sua morte, può cliccare qui).