Gli operatori ecologici in servizio a Favara vantano due mensilità arretrate e la terza maturerà dopo giorno 15 novembre prossimo.
Va da se che la situazione non è sostenibile per i lavoratori e le loro famiglie.
A peggiorare lo stato delle cose è la durata del fenomeno che si trascina da anni. Si può dire che mai si sono trovati senza stipendi arretrati.
L’ultimo sciopero improvvisato dalla disperazione è costato ai lavoratori la denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Giorni fa l’amministrazione comunale avrebbe dato la disponibilità di anticipare ai loro datori di lavoro oltre 200mila euro e il resto saldato con gli incassi dei trasferimenti finanziari regionali che il Comune dovrebbe ricevere a breve.
Le ditte, dal canto loro, non avrebbero trovato soddisfacente la proposta di Palumbo perché si troverebbero troppo esposti con le banche.
Praticamente, tutti hanno giustificazioni mentre gli unici ad avere ragione da vendere sono i lavoratori che non ricevono regolarmente gli stipendi.
In una città normale, Favara non lo è, il servizio ecologico dovrebbe essere interamente coperto dagli incassi della Tari. Tassa sui rifiuti che circa il 50 per cento dell’utenza favarese non paga.
Incide anche lo sperpero di denaro per l’eccessivo conferimento dell’indifferenziato e i relativi costi della discarica, quando gli stessi soldi potrebbero essere utilizzati per pagare gli stipendi ai netturbini.
Intanto non si fa in città un’adeguata azione di contrasto contro gli incivili che sporcano la città e aggiungono costi all’utenza virtuosa che paga le tasse.
Tutto porta, comunque, alla mancanza di risorse finanziarie per pagare regolarmente gli stipendi ai lavoratori.
Il sacrosanto diritto alla retribuzione assolutamente tutelato dalla legge non viene rispettato con, dicevo, tante giustificazioni gridate dall’amministrazione comunale e dai datori di lavoro, mentre gli unici ad avere ragione sono gli operatori ecologici.
Tutti sanno. Sanno da anni i sindacati, l’amministrazione e il consiglio comunale, i cittadini e in uno Stato di diritto il problema resta non risolto.
Adesso, i netturbini hanno iniziato a pensare di incrociare le braccia, un possibile evento che dovrebbe essere evitato per non mettere la città ulteriormente in ginocchio sul piano dell’igiene e del decoro.