E’ durata solo un giorno.
E la stessa nostra testata giornalistica online ne aveva annunciato la nascita con un articolo che può essere letto cliccando qui.
bibliobox cartacea e bibliobox digitale
Qualcuno in redazione aveva avuto il dubbio che la funzione -per così dire- genetica della bibliobox fosse diversa da quella per cui nasceva a Favara.
Infatti, per bibliobox s’intende correntemente il servizio con dispositivi portatili per accedere a risorse digitali (soprattutto libri e testi in genere) senza connessione ad internet, consentendo così ad un vasto pubblico la lettura di opere ormai di pubblico dominio e/o con licenza creative commons o comunque messe a disposizione dagli autori.
Ma l’iniziativa -seppur solo in versione cartacea anziché digitale- era troppo ghiotta per tutta la comunità favarese: sicché SiciliaOnPress non poteva che parlarne in termini oggettivamente incentivanti, per non dire entusiastici.
stamattina la doccia fredda
Il principale promotore dell’iniziativa, il prof. Calogero Sorce, ha annunciato stamattina la chiusura della favarese bibliobox. E lo ha fatto con una certa amarezza agevolmente desumibile dalle sue parole: “L’esperienza della BIBLIOBOX si chiude qui. È durata dodici ore. È stata distrutta? È stata data alla fiamme? No. È stata utile, tuttavia, a ricordare all’amministrazione che quell’edificio fosse inagibile (la struttura era esterna e comunque non erano presenti transenne a tutela dei passanti che potrebbero – a questo punto – prendere una pietra in testa a prescindere dall’installazione della bibliobox). Sorvolo sulle altre polemiche sterili che noi – Farmini – non siamo in grado di cogliere. La nostra non voleva essere una provocazione, ma un atto di condivisione di ciò in cui credo: il bello, il giusto e il saggio. La cultura è di tutti, ma non è per tutti. Continuerò a fare ciò che ho fatto nel privato del mio studio, salotto letterario aperto a chiunque voglia imparare e confrontarsi in maniera sana e costruttiva. Avviso già da ora che non risponderò ai commenti per evitare altri spiacevoli fraintendimenti”.
C’è grande dispiacere per questa comunicazione, anche perché davvero l’iniziativa era interessante e coinvolgente.
marciapiede inibito all’accesso pedonale
Ma è successo che nei commenti al post contenente il link dell’articolo sulla pagina facebook di SiciliaOnPress sia stato rilevato che l’edificio su cui era stata installata la bibliobox fosse pericolante e quindi l’accesso al marciapiede sotto la bibliobox fosse stato a suo tempo (e chissà da quanto tempo) inibito, nonostante il nastro di inibizione all’accesso pedonale sia ormai scomparso da tempo (e chissà da quanto tempo).
Ebbene, non è il caso di scoraggiarsi. Può essere trovata un’altra sede. O, addirittura, l’iniziativa potrebbe essere convertita da cartacea in tecnologica.
Magari, lo stesso Comune, con la collaborazione del prof. Calogero Sorce, potrebbe creare la bibliobox in un apposito spazio interno della biblioteca comunale “barone Antonio Mendola” …
Ma sarebbe un peccato (grave) se l’iniziativa morisse davvero sul nascere.