Lo scrittore racalmutese è morto a 68 anni il 20 novembre 1989, trentacinque anni fa come oggi che ne ricordiamo l’anniversario della scomparsa
Uno degli intellettuali più originali e coraggiosi del secolo scorso
Come Pasolini, Moravia ed Eco, s’interessò di politica e società. In letteratura non raggiunse i livelli di Calvino o del conterraneo Pirandello (come del resto non li hanno raggiunti nemmeno Pasolini ed Eco), ma ciò è scusabile per la versatilità del personaggio che fu anche giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico e critico d’arte, oltre che autore di romanzi e racconti.
“Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già, oltre Roma” -scrisse ne “Il giorno della civetta” nell’anno 1961.
Il nonno e il padre (come impiegato) lavoravano presso una miniera di zolfo di Racalmuto, cittadina dove lo scrittore è nato ed è cresciuto, senza mai allontanarsene davvero e/o definitivamente.
Ha trascorso l’infanzia nella casa racalmutese, oggi aperta al pubblico, benemeritamente, dal racalmutese Pippo Di Falco che -vero mecenate- l’ha acquistata, sistemata e ne ha consentito l’inserimento nel percorso turistico della “Strada degli scrittori”.
Casa Sciascia è gestita dall’omonima associazione e al suo interno annovera tanti ricordi che collegano allo scrittore: da una vecchia macchina da scrivere a tante foto, arredi, suppellettili e soprattutto libri, non solo quelli scritti da Sciascia, ma anche quelli che egli leggeva.
“Sono cresciuto in un ambiente femminile, le mie zie, una delle quali maestra elementare, e mia madre, che raramente usciva di casa, le case erano allora luoghi privilegiati per l’osservazione delle cose e delle persone, io vi restavo in mezzo alle donne, ascoltavo senza aprir bocca, e finivo per sapere tutto ciò che avveniva nel paese, dal primo all’ultimo pettegolezzo, dalla minima maldicenza all’ultima diceria…Ed è così che sono diventato scrittore”- ebbe a scrivere Leonardo Sciascia.
Oggi, ai più anziani, mancano i suoi interventi nel dibattito nazionale sui misteri e sugli intrecci di potere (compresi quelli della mafia e dell’antimafia), sui costumi italiani, sull’attualità della linea della palma, sulle piccole cose esistenti e sussistenti in Sicilia, in Italia, in Europa …
Magari, i più piccoli, lo studiano a scuola: nella letteratura italiana; ma non ne possono comprendere appieno i contenuti: quei contenuti che caratterizzano i suoi libri e che legano il suo pensiero ai tempi da egli vissuti.
Ma ci sono, pure, dei contenuti universali nella sua produzione letteraria. E vanno dalla promozione e valorizzazione della ragione al disprezzo per l’impostura, l’arroganza e la disonestà: ecco, ciò va sottolineato nella ricorrenza del 35^ anniversario della sua morte.