Stava diventando uno dei tratti meno frequentati e camminati della via francigena della Fabaria quello che attraversa il territorio di Naro per collegarlo a Favara ed Agrigento
Questo tratto infatti è oltremodo carente della segnaletica necessaria ad orientare gli amanti del trekking, i pellegrini, gli appassionati della natura e dell’architettura rurale
La via francigena Fabaria
Eppure, quando era stato inaugurato, questo tratto (che costituisce pure la prima tappa della via Fabaria) aveva suscitato tanto interesse e curiosità. Se ne era occupato anche il nostro giornale online con il servizio che può essere letto cliccando qui. Poi, una pausa di silenzio, durante la quale pellegrini e amanti del trekking vi si addentravano solo se spinti dallo spirito di avventura e dall’amore per l’imprevisto.
Ma adesso (grazie ad un progetto ideato da Salvatore Todaro, architetto e docente esperto dell’IISS Galilei di Canicattì, cui è associata la sede del Federico II di Naro) verrà realizzata la segnaletica che permetterà di percorrere adeguatamente la via francigena che da Agrigento giunge a Naro, passando da Favara.
Complessivamente, tutta la via francigena si estende su un cammino di circa 300 chilometri che può essere battuto in 13 giorni. Un cammino che attraversa cinque province (Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Catania) e 20 comuni, oltre quelli delle due varianti (variante dei Castelli e variante Iblea). Un cammino d’acqua e di fuoco che va dalle coste bagnate dal Mediterraneo fino alle pendici segnate dalla lava dell’Etna. Un cammino di cui il nostro giornale si era occupato sin dalla sua ideazione col servizio che può essere letto cliccando qui.
Il laboratorio dell’Istituto Federico II
La segnaletica della prima tappa di questo cammino è, dunque, adesso in corso di realizzazione a cura degli studenti dell’Istituto Federico II di Naro, sede associata dell’I.I.S.S. Galileo Galilei di Canicattì, diretto dal dirigente scolastico prof.ssa Giuseppa Cartella.
Stanno realizzando gli alunni dei corsi ad indirizzo “Sistemi Informativi Aziendali” e “Turismo”, sotto la guida dello stesso prof. Salvatore Todaro e del docente tutor prof. Dario Augugliaro. Quegli stessi alunni che, in queste settimane, hanno pure sviluppato un percorso di studi su “Le vie Francigene”.
Si tratta di un progetto, finanziato col PNRR, grazie al quale sono stati organizzati vari laboratori, tra cui questo sulle vie francigene di Sicilia. Un laboratorio che, tra l’atro, ha permesso agli alunni interessati di partecipare ad una video-conferenza con l’archeologo Davide Comunale, presidente dell’associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia, ideatore dell’itinerario e curatore (insieme a Irene Marraffa e Salvatore Balsamo) della guida dal titolo “La via Fabaria” col sottotitolo “300 chilometri in cammino da Agrigento all’Etna”.
L’esperienza sul campo degli alunni
Gli alunni dell’Istituto Federico II di Naro, nel corso di questa esperienza, hanno scoperto l’ importanza delle vie francigene, ieri e oggi. E sono impegnati adesso nella realizzazione della segnaletica del primo tratto della via Fabaria, ovvero quello che collega Agrigento, Favara e Naro. In questo frangente, gli studenti e i docenti, accompagnati dalla consegnataria del tratto della via Fabaria che attraversa Naro, ovvero la prof.ssa Rosa Maria Giunta, hanno effettuato un sopralluogo, esplorando il tratto in questione e apprendendo gradevoli e sorprendenti novità.
Partiti da Favara, i ragazzi hanno incontrato il costone roccioso dove sorge la necropoli paleocristiana di contrada Stefano-Deli; hanno attraversato due gallerie della linea ferroviaria dismessa che collegava Favara a Naro; hanno ammirato i manufatti dell’architettura ferroviaria e rurale (tra cui alcuni caselli della stazione e il caseggiato della solfara, alcuni sottopassi e l’Arco della Rocca, oltre all’incantevole ponte detto 9 luci, del quale cui è tuttora possibile scorgere la cremagliera cui il treno si ancorava per affrontare la ripida salita); hanno apprezzato le acque della diga San Giovanni, il verde della forestale e il paesaggio delle fertili campagne.
Una volta messa a dimora la segnaletica, prodotta dagli studenti dell’Istituto Federico II, il cammino della via Fabaria in questi luoghi diventerà meglio riconoscibile e tracciabile, più sicuro e circostanziato, creando maggiore e migliore attrattive per i pellegrini e per gli amanti del trekking, della natura e dell’architettura ferroviaria e rurale dei secoli scorsi.