Dopo una lunga malattia, vissuta serenamente, è deceduta Antonella Alongi, avvocato cassazionista e console onorario della Repubblica di Capo Verde
E’ morta a Palermo, ma è stata sepolta nel Cimitero di Naro, dove è nata e cresciuta, prima di andare a risiedere nel capoluogo dell’isola
Chi era Antonella Alongi
Nella qualità di console onorario, ha lavorato a favore della comunità africana di Palermo, alla quale si è dedicata in modo impegnato ed efficace, sempre con spirito solidale e di amicizia.
Tre anni fa, a metà gennaio, per lo stesso male incurabile, era deceduto il marito, Calogero Massimo Cammalleri, docente universitario di Diritto del lavoro presso il Dipartimento Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo.
Antonella Alongi, primogenita di tre sorelle, aveva 61 anni e lascia due figli, Ludovica ed Alessandro.
Il suo spirito di solidarietà
Di lei resta il ricordo di una donna equa e coraggiosa, che amava la giustizia e la solidarietà e che, con l’egida di questi valori, ha concretamente vissuto la propria vita.
A Naro era molto conosciuta. Per molti era un’amica, per alcuni una sorella. Di certo, era una donna che da sempre sapeva immedesimarsi nei problemi altrui per cercarne e trovarne la soluzione.
Una persona che tutti avrebbero voluto per amica, poiché lei sapeva infondere serenità ed era sempre pronta -con naturale spontaneità- a trasmettere affetto e sicurezza e dare concreto aiuto.
Ma il suo atteggiamento premuroso non si concentrava solo sugli amici. Era fatta così e voleva bene soprattutto a coloro che avevano bisogno di sostegno, protezione e umanità.
Il ricordo dell’amica Maria Castelli
Una sua amica d’infanzia, Maria Castelli, immobiliarista di Bologna, con la quale si è sempre mantenuta in contatto, le è rimasta accanto costantemente negli ultimi giorni della sua vita. E, nel corso delle esequie funebri in Chiesa, l’ha così ricordata: “Amica, sorella della nascita: solare, generosa, intelligente, appassionata e …….. mamma a tutto tondo. Ricordo la disincantata spensieratezza degli anni “di Naro”, quando sembrava che niente e nessuno avrebbe potuto dividerci: sì, nessuno ci avrebbe mai diviso, perché il nostro rapporto non era solo fraterno, ma coglieva gli attimi e gli spunti sentimentali che trascendevano dalla normale frequentazione affettiva.”
“Bastava uno sguardo, una parola, un gesto per mettere a nudo i nostri pensieri e leggerci dentro per risolvere qualunque crisi o problema che, in quel momento, ci attanagliava. La distanza, che poi abbiamo dovuto subire per meri scopi lavorativi, ha rafforzato il nostro rapporto, rendendolo più solido e costruttivo, più attuale e significativo; per cui non riesco ad esprimere, come vorrei, il mio dolore per la Tua assenza: sono triste, confusa, arrabbiata, ma grata perché ci sei stata nella Tua pur breve vita.”
“La certezza che c’eri, che eri mio alter ego costituivano punti imprescindibili della mia esistenza e anche se il dolore è grande, mi sforzo di trovare una scintilla di speranza: la speranza che la tua eredità continui a vivere e che un giorno ci ricongiungeremo.”
“Come si può accettar e la morte quale parte della vita e trovare conforto nella fede o nei ricordi? Voglio invece celebrare la tua vita, Antonella, il tuo impatto positivo sulle persone che hai incontrato, sui tuoi figli e -perché no?- su di me.”
“Portiamoci dietro il tuo sorriso luminoso e la tua risata contagiosa, la tua amicizia, il tuo affetto, il tuo amore perché “nessuno muore se vive ne i cuori di chi resta”
“Ciao Antonella. Nel cuore di Castellina vivrai per sempre”.