Sabato 21 dicembre, all’interno della Basilica del Sacro Monte a Varallo Sesia in provincia di Vercelli, sarà proposta un’opera lirica sulla vita di Karol Wojtyla, dal titolo “Giovanni Paolo II. Patriarca del nuovo millennio”.
Scritta e diretta dal Maestro Adriano Bassi, musicologo, concertista di pianoforte, compositore e direttore d’orchestra, su libretto di Antonio Palumbo autore, regista e attore la cui vita si divide tra Palermo e Palma di Montechiaro.
L’opera in un atto vede in scene un baritono accompagnato al pianoforte dal Maestro Bassi con la recitazione di tre attori e la proiezione di immagini della vita del Papa.
Lo spettacolo fu composto quando il Santo Padre era ancora in vita e gli fu presentato, prima di essere poi portato in numerose città, la prima a Milano, poi a Introd, Aosta (nel Duomo), Les Combes e Villeneuve, questi ultimi i luoghi dove il Santo Padre trascorreva le sue brevi vacanze estive.
“L’amore per Giovanni Paolo II” – afferma Antonio Palumbo – “nasce in occasione della visita pastorale avvenuta il 28 e 29 ottobre del 1989 a Taranto, mia città natale. In quella circostanza incontrai per la prima volta da vicino il Santo Padre il cui ricordo è legato ad un piccolo aneddoto.
Io giovane Capo Scout Agesci, mi trovai, insieme al mio Parroco Don Marco, l’allora arcivescovo di Taranto Mons. Salvatore de Giorgi e ad altre personalità ad accogliere, davanti al portone di ingresso della chiesa, Giovanni Paolo II che da li a poco avrebbe pronunciato il messaggio di saluto alla cittadinanza.
Nella chiesa deserta, per questioni di sicurezza, era stato posto un suntuoso inginocchiatoio tutto rosso davanti l’altare su cui troneggiava, e ancora oggi è presente, un meraviglioso quadro della Vergine del Carmelo del ‘600. Entrando il Santo Padre scelse di inginocchiarsi ad uno dei banchi della chiesa come un comune fedele. Allorquando gli fu ricordato che per lui era stato riservato l’inginocchiatoio regale, lui rispose che preferiva restare seduto li, quasi a sottolineare il suo desiderio di essere considerato uomo semplice in mezzo al popolo di Dio.
In quel momento capii che avevo di fronte un uomo Santo. In quegli anni ero studente di Scienze Politiche all’università di Bari e quando mi presentai dal prof Giuseppe Vacca, docente di Storia delle Dottrine Politiche, grande politologo è già ideologo del Partito comunista, per chiedergli di svolgere la tesi di laurea sul Magistero Sociale di Karol Wojtyla, non ebbe alcuna esitazione a dirmi di si, fu un’esperienza di studio bellissima che mi portò a studiare sui testi presenti nella biblioteca della Pontificia Università Gregoriana a Roma.
Il titolo della tesi era “Il Magistero Sociale di Giovanni Paolo II nella crisi di fine secolo.” Successivamente ebbi il grande privilegio di consegnare la tesi direttamente nelle sue mani al termine di una delle celebrazioni della messa privata in Vaticano.
E da lì un amore incondizionato che tuttora rimane dentro di me. Un uomo Santo davvero che seppe, non solo durante il suo papato, ma anche per tutta la sua vita, incarnare appieno l’essere pastore di una chiesa universale.”
L’opera lirica sarà rappresentata anche a Palermo in primavera il prossimo anno per ricordare la figura di questo grande uomo, e Santo dei nostri tempi, a 20 anni dalla sua morte.