Ieri, sabato 15 febbraio, presso il Castello Chiaramonte, è stato presentato il romanzo di Fina Bellomo “Il Potere sconosciuto”.
Ieri pomeriggio, Fina Bellomo ha organizzato, nella suggestiva location del Castello Chiaramonte di Favara, la presentazione de “Il Potere sconosciuto”. Si tratta dell’ultimo libro o, per meglio dire, del romanzo più recente dell’autrice. Presenti, oltre a Fina Bellomo, il prof. Biagio Lentini, la prof. ssa Lia Rocco, l’attore Gaetano Aronica, il dermatologo Carmelo Sgarito e l’editore (Armando Siciliano editore).
I vari interventi sono stati accompagnati ed intermezzati dal Maestro Graziano Mossuto che ha eseguito al piano, oltre a pezzi conosciuti al grande pubblico, anche composizioni musicali estemporanee ovvero musiche dettate dalla sua straordinaria capacità di improvvisazione.
Il primo a parlare è stato il prof Lentini che ha speso bellissime parole per ” Il Potere sconosciuto” e per l’autrice ha, infatti, definito il libro “un pozzo senza fondo di messaggi e di lezioni di vita” e descritto Fina come “la stella più luminosa nel firmamento favarese della cultura”. L’autrice, secondo il parere del prof. Lentini, ha la capacità non solo di fotografare la realtà, ma di riuscire a trasfigurarne la sua crudezza.
Dopo i doverosi e sentiti ringraziamenti dell’autrice ai presenti ed a chi le aveva appena rivolto un tale lusinghiero apprezzamento, ha preso la parola il dermatologo Carmelo Sgarito. La sua presenza, lungi dall’essere un neo, ha arricchito la presentazione del libro grazie alla sua parlata fluente e piacevole.
Nell’incipit del suo corposo intervento, questi ha spiegato i motivi della presenza di un dermatologo, in quanto tale più vocato alla scienza che alle arti umane, alla presentazione di un libro. L’autrice lo aveva invitato a scrivere la prefazione del libro facendogli dono di una copia, ma dopo averlo letto e, poi riletto lo aveva trovato così perfetto, così completo da formarsi il convincimento che un ulteriore scritto avrebbe rischiato di appesantirlo. Ha preferito, dunque, presenziare alla presentazione. Il dottore Sgarito ha voluto sintetizzare il libro in una parola: “resilienza”.
Secondo il suo parere esso è un concentrato di resilienza, nella sua accezione di capacità dell’uomo di tendere la mano all’altro, di confrontarsi, di cooperare. Nel libro, ha affermato, si tocca con mano la forza ed il potere dell’altruismo, della solidarietà, della resilienza, appunto, che si contrappone alla resistenza. È passato, indi, ad illustrare il primo racconto in quanto per lui rappresenta la sintesi di tutti gli altri, ma lo ha fatto così dettagliatamente da indurre l’autrice a bloccarlo con un sorriso ed a dirgli : “Se continui così… il libro non lo compra nessuno!”.
Carmelo Sgarito non si è lasciato scoraggiare e, rispondendo a sua volta con un ampio sorriso, ha continuato sottolineando come nel primo racconto del libro, dal titolo “L’ invisibile” , Fina riesca a sottolineare la disumanizzazione dell’essere umano, si è poi, soffermato sul valore del volontariato, sulla vocazione di Fina ad essere resiliente e sull’opportunità che il libro, dotato di un impronta pedagogica importante, possa essere veicolato e diffuso tra i giovani che vivono una vita virtuale. Si è detto dispiaciuto dell’assenza dell’Amministrazione comunale a cui avrebbe lanciato ben volentieri la proposta.
Ha ceduto il microfono alla prof. ssa Lia Rocco che ha precisato di non essere un critico letterario, ma un’amica e collega di Pina da circa 30 anni. Si è proclamata rammaricata di non saper suonare la “grancassa” perché l’avrebbe usata per invitare non solo a comprare ” Il Potere sconosciuto”, ma a leggerlo. Prendendo spunto dalla frase d’apertura della prima delle cinque lezioni che Luis Borges tenne all’Università di Belgrado (Buenos Aires), intitolata “Il libro” , ha letto, dunque, tale definizione:”
Fra i diversi strumenti dell’uomo, il più stupefacente è, senza dubbio, il libro. Gli altri sono estensioni del suo corpo…estensioni della sua vista… della tua voce… del tuo braccio. Ma il libro è un’altra cosa: il libro è un’estensione della memoria e dell’immaginazione.
Riflessione personale della Rocco, invece, è che un libro nasce perché c’è qualcuno che ha bisogno di raccontare delle storie e Fina ha sentito di bisogno di condividere il pensiero secondo cui la vera piaga dell’umanità non è la cattiveria, ma la mancanza d’amore che porta alla solitudine ed all’indifferenza. Il libro racconta storie ed ognuna di esse sottolimea una parola, un’emozione, un ricordo che l’autrice pensava essere solo suoi, ma non è così perché il libro lo scrive il lettore che lo legge e lo rilegge: nelle storie c’è ciascuno di noi. Ha, dunque, interpretato con grande trasporto, come se fosse un monologo (dal momento che anche un’attrice), la storia “Lettere di una madre senza tempo”.
Fina, visibilmente commossa, ha spiegato che ha voluto interpretare il dolore della madre dei migranti perché non viene debitamente considerato ha, poi, passato il microfono all’attore Gaetano Aronica il quale ha definito “Il Potere sconosciuto” un libro sulle marginalità e noi, ha detto, quali isolani sappiamo cos’è la marginalità! Ha, poi, interpretato la storia “L’invisibile” con grande ardore, guadagnandosi uno scosciante applauso. Fina ha, dunque, spiegato che ha sentito il bisogno di scrivere questo libro perché si è sentita quasi spaesata nel suo mondo, come se questo non le appartenesse più: un mondo dove i bambini non sognano, dove non si raccontano più le favole ai propri figli, dove i genitori non sono più complici degli insegnanti, dove i ragazzi sono demotivati, un mondo governato dalle regole del “do ut des”, del tutto e subito. Ha ricordato di non essere riuscita a dare una risposta rivoltale dal figlio quando aveva solo 8 anni: “Mamma, perché il mondo è cattivo?” Fina tenta di rispondere dopo 30 anni, perché grazie al suo volontariato ha capito che la chiave di tutto è l’Amore.
La gente che arriva al centro dove fa opera di volontariato sembra cattiva, ma è solo arrabbiata con il mondo e con se stessa. Occorre allora scegliere con cura le parole da usare perché la parola parte con un significato ed arriva all’interlocutore in modo diverso in quanto viene deteriorata una serie di circostanze.
Fina ha iniziato a pensare a come avrebbe voluto essere trattata se si fosse trovata nella stessa situazione di disagio. Ha iniziato a scavare dentro se stessa e piano piano ha iniziato a perdonarsi e ad amarsi ed è allora che ha capito: l’Amore è la chiave di tutto, l’Amore ha un Potere immenso, un “Potere sconosciuto” possiede infatti, un’energia addirittura guaritrice. Il disamore ovvero la carenza o l’errata percezione di esso, porta solo alla distruzione. Solo l’amore può migliorare il mondo, la società del “diseducativo” potrà cambiare solo ripristinando i valori d’altri tempi. Ha chiuso l’incontro l’editore con un excursus sulle origini della società del “diseducativo ” collocandole negli anni ’60.
Non ci resta, dunque, che acquistare e leggere il libro per guardare l’amore da questa nuova prospettiva: come energia terapeutica del proprio essere e dell’intera società.