Il servizio idrico nella provincia di Agrigento non rientra tra i normali ed accettabili servizi da decenni, meglio dire, da sempre. Il legislatore nazionale, intanto, ha fornito gli strumenti giuridici per risolvere le problematiche, legate, essenzialmente, a migliorare il servizio. La legge impone l’unicità gestionale con risorse idriche nel territorio della provincia a disposizione dell’Ati e tariffa unica per l’utenza.
Potremmo iniziare dall’occupazione araba, ma per fissare un paletto temporale, iniziamo dal 2007 quando la gestione viene affidata a Girgenti acque.
Nel 2007, c’è un gestore del servizio idrico integrato e una popolazione servita nel peggiore dei modi. I depuratori non funzionavano, l’acqua era erogata a turni settimanali. A fronte del quadro desolante i sindaci avrebbero dovuto mettersi le ali ai piedi per programmare e realizzare nuove reti idriche per garantire l’erogazione h24, adeguare alle normative i depuratori per non inquinare l’ambiente e il mare, considerato che gli agrigentini dovrebbero vivere di turismo e di ambiente fondamentali per il turismo. Questo c’era nel 2007 e questo c’è nel 2020.
Sinceramente, noi abitanti di questa provincia abbiamo sognato di, finalmente, essere liberati dalla vergognosa storica problematica, tra l’altro, con molti chiari e scuri, molti dei quali citati nella stessa ordinanza di interdittiva a Campione a firma del Prefetto Caputo.
Ed, invece, la vita, diversa dalle favole, non permise l’epilogo del “vissero felici e contenti”, ma il continuarono a rattoppare le reti idriche, fognarie, con i depuratori non funzionanti e con l’acqua che arriva all’utenza quando arriva.
Si è solo perso tempo e chissà quanto altro se ne sarebbe perso se il Prefetto di Agrigento non avesse posto la parola fine con l’interdittiva a Campione amministratore di Girgenti acque e con il successivo commissariamento dell’azienda e anche di Hydortecne.
Adesso Musumeci, ha commissariato l’Ati, i Consorzi del Voltano e del Tre Sorgenti. il pratica tutto il sistema idrico è commissariato.
Tony Licata che fa parte dell’associazione a difesa dell’acqua, Titano, mi dice che “Il decreto di Musumeci con la nomina del Commissario ad Acta e la successiva emanazione della diffida con minaccia di commissariamento straordinario dell ‘Ati da parte del Direttore generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti altro non sono che atti dovuti. Legge alla mano il Presidente della Regione ed il Dipartimento Regionale sono intervenuti con estremo ritardo rispetto a quanto recita la legge, ma non potevano più rimanere in silenzio perché la responsabilità prevedeva anche danni erariale. Ma per qualcuno le leggi non si devono applicare ma interpretare”.
Si è perso tempo a fronte di un servizio pessimo, mentre sui danni derivanti da ulteriori lungaggini lasciamo parlare l’avvocato Giuseppe Di Miceli di Konsumer. “I Commissari Prefettizi – ci dice – hanno rappresentato che ulteriori ritardi nell’avvicendamento gestionale, potrebbero portare financo alla sospensione dell’erogazione del servizio idrico per le conclamate difficoltà economiche in cui versa l’attuale gestore, il quale ancorché pubblico, impossibilitato, per la particolare forma commissariale, a reperire le giuste economie per la gestione e la manutenzione del SII”.
E’ il fallimento della politica.