Venerdì 21 febbraio presso il Liceo Statale Martin Luther King di Favara e’ stato presentato il libro FAVARA Storia di una rigenerazione possibile – Spazio Cultura Edizioni.
Il libro è già stato promosso, riscuotendo grande successo ed interesse, in luoghi emblematici della Rigenerazione umana e sociale: il teatro Andromeda, a S. Stefano Quisquina e Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 in occasione dello “Happy Birthday Shame!”.
Il tour di presentazioni del libro continua facendo tappa a Favara. Per l’occasione si è coinvolto, su indicazione dell’assessore Bennica, il Liceo M. L. King con la precisa intenzione di innestare un confronto con le nuove generazioni. L’idea di fondo è che i ragazzi potranno, grazie anche alla lettura del libro in presentazione, comprendere le realtà rigenerative già in atto in modo da poter contribuire fattivamente, in futuro, alla crescita culturale della propria cittadina.
L’opera editoriale racconta, per immagini e testi, la cittadina che in questi ultimi anni, grazie all’impegno di alcuni cittadini e dell’amministrazione comunale, sta vivendo un’occasione di rinascita culturale e sociale. Ad esempi possono essere indicati: La creazione di Farm Cultural Park (concretizzazione di un sogno congiunto dei coniugi Bartoli – Saieva) e la rigenerazione del Vicolo Luna operata materialmente dall’architetto Giglia (assente all’incontro per motivi di salute).
Fondamentali i testi in italiano, ma anche in inglese, che precedono le foto. Si tratta di riflessioni e “visioni” del notaio Andrea Bartoli, del professore Salvatore Ferlita, scrittore, docente di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli studi di Enna Kore, del professore Armando Sichenze già ordinario di Composizione architettonica e urbana della Facoltà di Architettura dell’Università della Basilicata (promotore della Rigenerazione di Matera) e del favarese Maurizio Piscopo, maestro di scuola primaria, musicista e scrittore.
Presenti all’incontro gli studenti dell’istituto M.L.King, sui quali vengono riposte le speranze di una Rigenerazione complessiva del Paese, il dirigente scolastico Salvatore Pirrera, sempre disponibile a piantare semi di progresso, le prof.sse Giada Attanasio ed Arianna Vassallo, simpatiche moderatrici dell’incontro ed, inoltre, alcuni tra gli autori del libro: Angelo Pitrone, Maurizio Piscopo, Salvatore Ferlita ed, ancora, l’assessore Giuseppe Bennica, l’editore Nicola Macaione ed, in rappresentanza di Farm, Maria Cristina di Carlentini.
Chi volesse conoscere funditus ciò di cui si è parlato può farlo proseguendo nella lettura.
Durante la presentazione sono state proiettate alcune immagini fotografiche tratte dal libro e scattate dal Pitrone, definito, uno dei più grandi fotografi della Sicilia, e non solo. Ogni sua foto, ha sottolineato Bennica, può considerarsi un racconto. Ci sono state, inoltre, le esibizioni musicali (strumentali e canore) degli studenti e del maestro Maurizio Piscopo che ha eseguito, con la fisarmonica, dei collage di brani (ne ha scritti circa 500), “memorie della Sicilia”. L’assessore, ringraziandolo per aver voluto fortemente questo momento, ha espresso l’opinione secondo cui il suo progetto musicale diventerà “storia” . Il maestro ha ricordato che un giornale inglese ha scritto di lui che riesce a raccontare la Sicilia in note:“musica senza parole” . Il dirigente Pirrera ha sottolineato che l’Istituto ha sviluppato la tematica della rigenerazione urbana grazie ai finanziamenti provenienti dal fondo europeo, e che, pertanto, l’incontro pùò considerarsi un’unità d’apprendimento in cui i protagonisti sono quelli che ama chiamare “i suoi Alunni”. Si è, indi, soffermato sull’importanza di fare rete, di fare sistema, il cruccio della scuola è quello di far sì che gli alunni, attraverso la formazione, diventino persone competenti in grado di costruire un futuro migliore. La professoressa Attanasio ha spiegato che la giornata si innesta nel progetto dal titolo:”Conosco e valorizzo il mio territorio del prof. ri Francesca Abbate e Giuseppe Bennardo al quale ha ceduto il microfono. Questi, dopo aver ricordato che noi favaresi abbiamo sempre avuto “una buona nomea” tanto da far scrivere a Pirandello che siamo “ladri ed assassini senza saperlo”, si è rivolto agli studenti dicendo che costituiscono la speranza di riscatto a cui viene affidata la rigenerazione della città. L’editore Macaione, facendo dono di una copia del libro all’Istituto e all’Amministrazione comunale in modo da poterlo aprire alla fruizione , rispettivamente, degli studenti e dei favaresi tutti, ha tenuto a precisare che esso non è fine a se stesso, non è un punto di arrivo, ma di inizio per fare rete, come aveva detto il dirigente scolastico. Il Ferlita ha espresso il desiderio di poter entarre nelle teste di ciascuno dei ragazzi per riuscire a capire cosa pensano di Favara, città scritta nel suo destino per una serie di vicende personali. E’ andato a ritroso nei suoi ricordi soffermandosi sulle proprie letture giovanili, alcuni racconti lo avevano impressionato come : “Siciliani prepotenti “ dello scrittore favarese Antonio Russello che Favara ha rimosso dalla memoria, Favara ha preso le distanze, per molto tempo, dal suo “genius voci” , così come Russello ha preso le distanze da Favara, sviluppando una sorta di avversione verso il proprio Paese, una città che è stata sventrata, che è stata scempiata dall’ubivismo edilizio. Le giovani generazioni, come si pongono nei confronti del proprio Paese?
Ha, poi, parlato di Permutazione delle forme, di trasfigurazione, ricordando Primo Levi ed il suo racconto “Angelica farfalla” , citazione tratta da Dante, Purgatorio, X canto, 121-26.
La farfalla è animale emblematico di una trasformazione che cambia le forme: da bruco, a crisalide, a farfalla, Ma la permutazione, ha sottolineato, può fare il percorso inverso: da farfalla ad escrescenza, lo dice Dante per le anime, lo dice Primo Levi parlando di ciò che avviene all’uomo nei campi di concentramento. Ci vuole solo un attimo e ci abituiamo al peggio, il turpe diventa quasi rassicurante. Il suo augurio è che i ragazzi non si siano abituati al brutto e che siano protagonisti di una Permutazione, di una Rigenerazione di Favara.
Si è, poi, soffermato su Angelo Pitrone definendolo un “cecchino”, un ladro di luce, dotato della capacità “visionaria” d’isolare schegge per ricostruire una realtà ed invitarci a guardarla in un modo impensabile in assenza dei suoi scatti .“FAVARA Storia di una generazione possibile”, non è un libro “ruffiano”, vi si po’ cogliere lo sguardo critico di chi fotografa la realtà : oltre al bello contiene, infatti, una crestomazia del brutto.
Ha, poi, ricordato un altro libro di A. Russello “Gesù è nato in Sicilia” ove Gesù assiste ad un coro di donne (in genere sbucano a tragedia avvenuta), che piangono su una tomba ancora vuota e s’indigna a tal punto da chiedere al Padre di farlo nascere in qualunque posto tranne che a Favara, viene scelta, allora, la Palestina.
Ha parlato della tragedia, consumatasi a Favara nel 1999, del piccolo Stefano Pompeo, ricordando la miniera “Ciavolotta” (nome derivante dall’uccello ciaula, corvo) ove si era recato il padre per compiere il rito, quasi ancestrale, di “scannare” un animale per, poi, fare festa, l’ha ,indi, contrapposta al racconto pirandelliano “Ciaula scopre la Luna” ove Ciaula, dalla viscere della terra, invece, riesce a risalire.
Ha ricordato, anche, la tragedia del crollo della casa ove, nel 2010, persero la vita le sorelline Bellavia ed a seguito della quale aveva temuto che Favara, addirittura, scomparisse dalle carte geografiche. Invece, a distanza di pochi anni, “a stretto giro di posta” è sbucato il notaio Bartoli che è riuscito a “redimere un luogo attraverso la sfida dell’arte”, i cortili “dannati” alla consunzione sono stati reinventati restituendoli a nuova vita: da farfalla a bruco e da bruco nuovamente farfalla, si potrebbe dire. Ciò, all’inizio, ha causato incomprensione ed, addirittura, indignazione.
Secondo il Ferlita si corre un doppio rischio: che la Farm non venga metabolizzata o che, all’opposto, ci si arrocchi in una posizione di “autismo di percezione dell’arte” ovvero che si consideri il risultato un punto d’arrivo, anzicchè l’abbrivio di un processo lungo e faticoso. La Farm, ha concluso, è una scommessa azzardata, una ventata d’aria fresca che soffiando sulle ceneri di Favara possono farla risorgere quale araba fenice, non ci si può permettere di sprecare una tale occasione di Rigenerazione.
L’immagine di copertina di “FAVARA Storia di una generazione possibile”, è stata scelta da Pitrone, ha sottolineato l’editore, perchè rappresenta il momento di transizione che sta attraversando Favara: un caos urbano addolcito dalla presenza dell’arte.
La speranza è che l’arte possa migliorare il mondo. Mariacristina di Carlentini, presente in rappresentanza di Farm ha detto, rivolgendosi ai ragazzi, che “i sogni esistono e si possono realizzare solo con: speranza e costanza. Voi, a breve, sarete chiamati a scegliere, ha affermato, se vi diranno che qualcosa non è possibile, non ascoltate gli altri, ma voi stessi. Lei aveva conosciuto Favara…a Milano, durante un corso di fotografia, è arrivata cinque anni fa e non è più andata via, è rimasta per “raccontare il progetto di Farm”.
In chiusura i ragazzi dell King hanno rivolto una serie di domande ora all’uno ora all’altro per approfondire alcuni temi già trattati o per chiarire alcuni dubbi o per soddisfare curiosità.
Ad esempio è stato chiarito che si è scelto di scrivere un libro su Favara perchè non c’era un libro che la raccontasse ed è sembrato doveroso rendere paradigmatica, esemplare l’esperienza della città che segue un percorso di rinascita. E’ stato spiegato il motivo per il quale si parla di Farm cultural Parrk come “polmone urbano” : ha dato ampio respiro alla città, ha affermato Mariacristina, circa 120.000 turisti vanno ai “sette cortili “ per visitare la “fattoria delle idee”, connubio di bellezza e di speranza.
Se una comunità rimane insensibile di fronte ad un progetto, ha concluso l’editore, vi è ben poco da fare, esso continua ove c’è il riscontro della comunità!
Non c’è che da augurarsi che la comunità e, soprattutto i giovani, sappiano metabolizzare e portare avanti il progetto di Rigenerazione già iniziato continuando a soffiare sulle ceneri di Favara per non spegnere la fiamma della permutazione in atto.