E’ arrivato in redazione il commento del sindaco sull’articolo “Manganella e gli aerei di Mussolini” che riportiamo integralmente.
“Ormai – scrive Manganella – non mi stupisce più niente. La sua deontolgia professionale è uguale a zero. Solo per i suoi elettori, precisa che lei riporta una cosa che non ho mai detto e cioè che non serve recarsi all’ufficio tributi, in quanto non sarebbe in grado di dare notizie. Ho precisato che Aipa non ha ancora trasmesso la banca dati degli utenti (che abbiamo sollecitato tantissime volte) e quindi manca lo status completo degli utenti. Ciò, tuttavia, non esclude che il cittadino-utente deve recarsi presso gli uffici di Piazza Don Giustino per regolarizzare la propria posizione e/o per richiedere tutte le informazioni che necessitano. Direttore, metta da parte il rancore nei miei confronti e utilizzi questo strumento di comunicazione per rendere un servizio imparziale ai suoi lettori”.
Caro sindaco, ho letto e riletto l’articolo incriminato, ché sbagliare è umano. Ho cercato per trovare la sua dichiarazione “non serve recarsi all’ufficio tributi”. Non l'ho trovata. Dichiarazione, giuro, cercata affannosamente per chiederle scusa. Io quando sbaglio amo chiedere scusa, nella vita e nel mio lavoro, lei non è portato a farlo.
Ho raccolto la sua breve intervista sulla banca dati ancora in possesso di Aipa e recandomi al Comune ho appreso che si sconosceva persino l’esistenza del suo manifesto. Questo è tutto.
Nelle cose scritte da lei traspare l’odio, che non mi appartiene. Per quanto mi riguarda, preferisco riceverle le malefatte che farle. Del resto, qualificano il soggetto che le pone in essere e non, certamente, chi le riceve. Questo concetto esclude il rancore che lei pensa io nutra verso la sua persona. Viceversa scenderei ai suoi livelli e mi creda è una cosa assolutamente impossibile che accada.
Vero è che vivo la sofferenza di chi ha voluto bene ad un amico che mi ha ingiustamente pugnalato alle spalle dopo oltre mezzo secolo di affetto ed è proprio questa sofferenza che mi porta a non ricambiarla con la stessa moneta.
Allora le giro l’invito a mettere da parte il rancore e l’odio che lo alimenta verso chiunque avverte come nemico. Sono valori di vita che superano la stessa deontologia che lei chiama in causa e che mi attribuisce a valore zero, ma che non può pareggiare con la sua attuale incapacità ad amministrare.
Conosco la sua preparazione politica, so benissimo che ad oggi le hanno impedito di manifestarla. So che la legge elettorale andrebbe rivista per liberare i sindaci dal continuo ricatto dei consiglieri. Sarei felice di raccontare ai lettori storie diverse, ma attualmente queste sono.
Desidero raccontare ai lettori la speranza e mi arrabbio quando vedo un manifesto che non dice nulla. Le assicuro che non sto con il fucile puntato per farle pagare quello che la sua coscienza le fa pensare. Io la mia l’ho interrogata, la prego, faccia lo stesso. Questo non significa che io sia migliore. Ognuno ha i suoi difetti e io ne ho tanti, ma quando sbaglio so chiedere scusa, così come sono capace di buttare l’acqua sporca senza il bambino. E’ una questione di formazione, ognuno ha la sua. Ecco, la mia mi porta a chiederle scusa per aver suscitato involontariamente in lei l’ira a scrivere un commento inesatto nel contenuto. La invito calorosamente a mettere da parte l’ascia di guerra ché non porta benefici ad alcuno, si riappacifichi con se stesso e dimostri alla città le capacità politiche che non le mancano.
Cordialmente.