I cittadini di Favara Ovest, gia favaresi a tutti gli effetti ma per la raccolta dei rifiuti solidi urbani gestiti ancora da Agrigento, stanchi deldisservizio e della discarica a cielo aperto che è divenatata parte di quel territorio hanno hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento la grave e insostenibile situazione della presenza di discariche.
“Il Comune di Agrigento, già all’inizio del 2019, aveva promesso la creazione di una vera e propria isola ecologica al fine di permettere ai numerosi abitanti della zona un regolare conferimento dei rifiuti. Tuttavia, nulla è stato fatto – ci dice l‘avvocato Giuseppe Fanara componente del Comitato spontaneo dei cittadini di Favara Ovest – l’area risulta non recintata e non sorvegliata e le normali operazioni di raccolta sono ormai da mesi sostituite da interventi straordinari di bonifica”. Una situazione che non permette un regolare conferimento dei rifiuti in quanto i cittadini cittadini virtuosi, e non certo i soliti e purtroppo tanti incivili, che vorrebbero conferire regolarmente secondo le norme della raccolta differenziata, di fatto, ne sono impossibilitati.
“Ancora più drammatica è la situazione in cui versano i cittadini che risiedono nelle immediate vicinanze dell’area – si legge nella nota – costretti a vivere a poche decine di metri da una vera e propria discarica a cielo aperto ed esposti a evidenti pericoli per la loro salute”.
“A nulla sono servite le innumerevoli richieste dei rappresentanti del quartiere al fine di porre fine a una situazione indecente e lesiva dei loro diritti di cittadini e di contribuenti – afferma l’avvocato Fanara – a tal proposito, icordo che gli abitanti del quartiere versano al Comune di Agrigento la TARI e continueranno a farlo fino al 30 giugno 2020; sebbene la modifica dei confini sia ormai definitiva, il Comune di Agrigento continuerà a farsi carico del (dis)servizio fino a metà anno”. Una situazione insostenibile che ha spinto i cittadini a presentare un esposto affinchè “si ponga fine immediata a questo scempio e si individuino i responsabili”.