Pino Sciumè
Questa che vi stiamo raccontando è una storia assolutamente singolare di un fatto che in molti non conoscevamo, accaduto in un Venerdì Santo degli anni ’50.
Un evento straordinario del quale è stato spettatore Salvatore Sferrazza, all’epoca dei fatti un bambino che assisteva con la famiglia alla funzione religiosa.
Con Salvatore Sferrazza siamo diventati amici, quasi per caso, sui social. E’ favarese, abita a Palermo, insegnante di scuola elementare in pensione, manca da Favara da anni, classe 1943. Una lunga carriera, con profonde esperienze e soddisfazioni. E’ lui a raccontarci uno squarcio di vita favarese, accaduto in un Venerdì Santo del 1951.
Ecco il suo racconto: “Era il Venerdì Santo intorno alle 12 quando l’effige di Gesù veniva messa in croce da due preti. A un certo punto successe il fuggi fuggi, con grida di terrore della folla dei fedeli che assistevano, come da tradizione, alla crocifissione. Nessuno si era accorto che la croce di legno molto vecchia si presentava macera alla base. Così, sotto il peso della statua e dei preti che erano saliti sulle scale per appendere il Crocifisso, la croce cedette e spezzandosi, precipitò a terra con la statua, i preti e le scale.
È inutile descrivere lo spavento e le grida della folla che ai piedi del Calvario assisteva al rito della crocifissione. Le persone gridavano e, piangenti e spaventati, cercavano di soccorrere i preti che dall’alto della croce erano precipitati a terra. Ma in mezzo a tanto spavento esplose pure la fantasia popolare e una marea di gente si precipitò nell’unico botteghino del lotto sito in via Umberto di fronte all’allora caffè Albergano. Il titolare che chiamavamo ” u zi Cicciu du pitiinu ” non ebbe difficoltà a tradurre il tragico evento nei numeri della cabala : 31- 47- 90.
Molti giocarono il terno e molti altri rimasero delusi, perchè il botteghino chiuse alle tredici definitivamente. Tutti i fortunati che erano riusciti a giocare aspettavano con ansia il sabato, quando il lotto nazionale pubblicava i numeri vincenti. Tra le grida di gioia e lo stupore di tutti, i numeri giocati uscirono e, chi era stato fortunato a giocarli, vinse un mare di soldi”.
La foto pubblicata in evidenza è DELL’ALBUM DELLE MEMORIE DELL’ARCH. CARMELO ANTINORO