Maurizio Giuseppe Piscopo
Ha completato al Conservatorio di Palermo gli studi di Pianoforte, Composizione e Direzione di Musica Corale, ha continuato con gli studi di Strumentazione e Musica Jazz. Ha svolto diverse attività, docente di Scuola Media, di Teoria e Solfeggio e Direttore dell’Istituto Musicale di Ribera, Componente di Commissione ai Concorsi a cattedra di Ed. Musicale e in Concorsi di nazionali, Pianista, Direttore artistico e musicale di Cori polifonici, folcloristici e formazioni musicali, ha diverse pubblicazioni al suo attivo.
Quando nasce la tua passione per la musica?
Alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. Bambino di 2^ elementare mio padre mi portava a prendere lezioni di fisarmonica da Francesco Macaluso, il famoso”Zi Cicciu” iniziatore della ormai conosciuta Scuola fisarmonicistica di Racalmuto. Da lì ho iniziato a vivere con la Musica, a coltivare la passione innata, a proseguire gli studi in Conservatorio che mi hanno permesso di entrare in contatto con tutti i generi musicali esistenti, e con le culture da loro espresse.
Qual è la funzione della musica nel mondo in cui viviamo?
Gli studi di musicologia affermano che non esiste nessuna convivenza umana che ignori la musica. I rapporti sociali dei primi popoli si regolavano anche con i canti rituali della nascita, delle nozze, della morte, del cambio delle stagioni, della guerra, di pace, con i canti religiosi. Gli antichi greci furono i primi a riconoscere alla Musica anche il valore formativo ed educativo dell’animo umano e dei costumi sociali. Questi valori sono riconosciuti anche oggi nel nostro mondo, oltre ai valori espressivi di un intero popolo, espressione di dissensi di intere generazioni, e strumento di battaglia anche nelle guerre. Ogni stato o nazione ha un proprio inno musicale che viene cantato nelle solennità e che fa sentire unito l’intero popolo. Anche le rivoluzioni hanno avuto i loro inni. La Musica ha la funzione di esprimere il sentimento umano individuale e sociale nei vari periodi storici così anche nel nostro.
C’è una differenza tra musicista e compositore?
Musicista in genere è chi si occupa di musica a vari livelli ed ha una particolare sensibilità per il mondo dei suoni. Scendendo in dettaglio i musicisti di oggi si differenziano in varie specializzazioni. Compositore, direttore d’orchestra di coro, arrangiatore, strumentista, cantante solista, corista, didatta. Di solito i compositori tra il ‘600 e l’800 possedevano riunite molte di queste qualità. Oggi c’è anche chi si occupa soltanto di musica principalmente a livello teorico, lo storico della musica con tutte le specializzazioni che ne discendono, il critico musicale, il giornalista. Il compositore naturalmente inventa, crea, scrive, gli altri eseguono, interpretano, dirigono, analizzano, criticano, storicizzano, e così via.
Cosa succede nella tua mente quando componi?
Quando si compone musica, nella mente del compositore accadono le stesse cose che si verificano nella mente di poeti, scrittori, scultori, pittori, e in tutte le attività artistiche creative. La mente ha delle intuizioni, delle percezioni, sente dei motivi musicali, delle armonie, dei contrappunti, movimenti ritmici, che necessita scrivere, fermare su carta da musica altrimenti svaniscono nell’aria e c’è il rischio che non ritornano più alla stessa maniera. Dopo il momento intuitivo si passa a quello vero e proprio compositivo, strutturale, formale se si è sorretti da studi severi di composizione in conservatorio, altrimenti si sceglie la forma più semplice e meno complessa, ricordare soltanto a memoria o scrivere musica soltanto con brevi appunti, oppure passare le proprie idee musicali ad un arrangiatore che può scrivere per qualsiasi formazione musicale.
Quanta Sicilia c’è nella tua musica?
C’è tutta la musica propria della Sicilia. Distinguendo sempre la musica siciliana in colta e popolare. La Sicilia ha avuto grandi musicisti nel corso dei secoli di cui si conosce poco. Anche a questi bisogna fare riferimento, conoscerli, apprezzarli, valorizzarli, anche da questi inconsapevolmente ereditiamo qualcosa. Per passare poi alla musica popolare raccolta nelle ricerche da Giuseppe Pitrè e da Alberto Favara. Alle interpretazioni autentiche, originali, insuperabili e insostituibili dei canti popolari. Ecco un musicista siciliano porta e può portare dentro di se tutto questo, poi lo può sviluppare più o meno ma se lo cerca dentro di se e nella documentazione rimasta lo trova. E può fare riferimento all’occorrenza anche nella musica delle proprie composizioni.
Chi sono i tuoi musicisti di riferimento?
I più grandi musicisti e dei diversi generi e stili, dei vari periodi storico-musicali. Per la musica religiosa il Canto Gregoriano, G. P. da Palestrina, J. S. Bach. Gli operisti italiani dell’Ottocento, le Avanguardie del Novecento, e poi la musica Pop, Rock, Blues, Jazz, Leggera, Popolare/Folk. Praticamente i più bravi in ogni stile e di ogni epoca.
La musica e i bambini. Cosa non ha ancora capito il Ministero della Pubblica Istruzione sulla musica per i più piccoli?
Secondo me non c’è niente che non si capisce. Hanno capito proprio tutto. Sono i finanziamenti che mancano, non ci sono, non si sanno trovare, non si sanno spendere, non si sanno indirizzare. Sono stati istituiti da poco i licei musicali e lo studio strumentale alla scuola media, E alla scuola elementare? E alla scuola dell’infanzia? E all’università? Niente, niente e niente di niente! In America ogni università ha il suo coro e la sua orchestra. E da noi? Tutti i licei quando vogliono fare bella mostra di sé presentano i ragazzi che cantano e suonano. Quando insegnavo a Racalmuto presentavamo con le docenti della scuola elementare gruppi corali e strumentali di almeno 80 elementi tra elementare e media, attività che gratificavano al massimo il rendimento didattico degli alunni. Alla scuola dell’infanzia il linguaggio più creativo e con cui si comunica meglio è quello musicale. Già nell’antica Grecia 2500 anni fa veniva usata la musica per la migliore formazione ed educazione delle nuove generazioni. Perciò che c’è da capire, c’è solo da attivare tutti i mezzi che permettono di raggiungere questi obiettivi e queste finalità.
Qual è il fascino segreto della musica e il suo potere?
Il fascino segreto della musica è favorito dal fatto che è un’ arte che non puoi vedere e non puoi toccare, la puoi percepire soltanto con uno solo dei sensi, l’udito e libera l’immaginazione e le emozioni! Per quanto riguarda il suo potere già nell’antichità dava potere agli stregoni, ai maghi, aveva il potere di cambiare l’umore delle persone, cambiare il significato delle parole se pronunciate con un tono di voce diverso, favorire la concentrazione nella preghiera, per S. Agostino chi prega cantando prega due volte. Nel Medioevo i teorici definivano “Diabolus in musica” l’intervallo di quarta eccedente perchè troppo dissonante, corrispondeva alle nostre note fa e si naturale. Durante il Sessantotto la musica aveva il potere di favorire i cambiamenti culturali, di carattere, di costume, per intere generazioni, Beat, Pop, Rock, Blues.
Il coro è una grande espressione della socialità, è un atto di generosità. Tutti lavorano insieme. Uno per tutti e tutti per uno. Ma è così difficile organizzare un coro?
Il Coro è la rappresentazione musicale della socialità umana. Rappresenta il popolo, la massa, esprime i suoi sentimenti, mugugna, urla, combatte, festeggia, gratifica, loda, distrugge, trionfa, sussurra a bocca chiusa. E così via con tutti i sentimenti collettivi. Organizzare un coro credo che sia difficile quanto organizzare un qualsiasi altro gruppo di persone appassionate che si occupano di teatro di prosa, lirica, danza, sport. Con varie difficoltà organizzative, logistiche, artistiche, sia per un gruppo professionale che per un gruppo amatoriale.
Tu hai organizzato un coro di voci bianche a Racalmuto. Com’è andata?
Con le mie classi quando insegnavo alla S.M.S. di Racalmuto avevo organizzato il coro con circa 80 alunni e alunne. Cantavano e suonavano il flauto dolce ed io li accompagnavo alla tastiera. Eseguivano un repertorio di tutti i generi musicali. Canti popolari siciliani, racalmutesi, musiche medievali, rinascimentali, brani d’opera, di Carl Orff, perfino l’Inno della scuola media composto da me su testo del preside A. Morreale. Perfino l’esperienza del Melologo. Su una ricerca della prof.ssa Mariella Tirone sulle poesie di Giuseppe Pedalino Di Rosa, notaio poeta racalmutese, gli alunni recitavano mentre io realizzavo il commento musicale sul testo, improvvisato al pianoforte, direttamente a Teatro. Il Coro è una attività musicale che forma, educa allo stare insieme, al rispetto delle regole comuni, ad esprimere le proprie considerazioni e riflessione, a valutare il proprio contributo e quello degli altri, ad accettare una guida e sapere proporre soluzioni diverse. Con grandi vantaggi per tutti i tipi psicologici e sociali, il timido, il presuntuoso, il bullo, il leader, il sicuro, l’incerto, e così via.
La musica religiosa ha un grande fascino e tu te ne sei occupato molte volte…
Ha un grande fascino perché costituisce la base, dal Gregoriano in poi, anche per lo sviluppo della musica profana fino ai nostri giorni. Tutti i generi musicali devono qualcosa alla musica sacra antica. Fa parte di noi e per questo ne siamo attratti. Nel corso dei miei studi ho composto musica religiosa, svariati Mottetti in latino nello stile modale, difficili ma gratificanti. A scuola poi abbiamo rappresentato “Il lamento della Madonna” di Jacopone da Todi. La prof.ssa Carmela Fantauzzo curava la ricerca letteraria, io e gli alunni eseguivamo solo con i flauti dolci il commento musicale nello stile medievale. Non potevo sottrarmi a comporre un Inno alla Madonna del Monte su testo proposto dal prof. Piero Carbone. Eseguito per l’Incoronazione della Madonna dal Coro S. Cecilia di Agrigento. Successivamente ho musicato l’ “Inno a Padre Pio” su testo della prof.ssa Dina Zagone. Eseguito dal Coro “Terzo Millennio” in occasione della scopertura della statua al Santo, a Castrofilippo, a Grotte e a Racalmuto. Tutti documentati su You Tube.
Sono ancora tanti quelli che amano il jazz. E’ la tua musica preferita?
Gli amanti del Jazz sono sicuramente sempre in continua crescita. Anche se una statistica non molto recente li considerava come il 10% rispetto agli appassionati di tutti i generi musicali. A me la musica piace tutta, non ho un genere preferito li apprezzo tutti, mi piacciono tutti, li pratico tutti. Il Jazz ho iniziato a praticarlo a Roma durante il servizio militare, le mie libere uscite li passavo alla Scuola di Musica Popolare di Testaccio, la prima scuola di jazz in Italia. Nei primi anni Ottanta organizzai con degli amici appassionati il primo concerto jazz a Grotte con grande successo, purtroppo non ha avuto più sviluppi. In seguito agli studi jazzistici ho scritto una Suite di cinque brani per Big Band (venti strumenti) depositata alla Siae ma non ancora eseguita in pubblico.
Racalmuto è la patria di Leonardo Sciascia e delle fisarmoniche. So che questo strumento era molto amato dall’autore delle Parrocchie di Regalpetra
.Sicuramente. Sciascia era anche appassionato di musica che seguiva in gioventù dai palchi del Teatro di Racalmuto. Dove oltre alle compagnie di prosa passavano e si applaudivano compagnie di opere liriche e di operetta che eseguivano Traviata, Rigoletto, Trovatore, La vedova allegra. Tanto che così scriveva: “Lì ho vagheggiato il mio destino nel teatro, a scrivere per il teatro, lì i racalmutesi hanno coltivato il loro grande amore per il teatro e per la musica”. Apprezzava anche le fisarmoniche che allora non erano ancora molte. Incontenibile era la sua passione per la voce del suo carissimo amico e compagno di classe alle elementari Luigi Infantino, che conquistò il mondo con la sua voce di “tenore di grazia”, come lo definì L. Pavarotti. Sciascia scrisse una prefazione alla raccolta di canti siciliani, Edizione Curci, trascritti e composti da Luigi Infantino. Alcuni di questi canti li ho eseguiti al pianoforte in manifestazioni organizzate presso la Fondazione Sciascia. Per associazione d’idee, Sciascia ha scritto un’altra prefazione per la ristampa di “Racalmuto Memorie e tradizioni”. Di Nicolò Tinebra Martorana, medico dell’inizio del secolo scorso e primo storico di Racalmuto. Dello stesso autore sono state ritrovate di recente e pubblicate dal prof. Angelo Campanella “Le Rime”, poesie d’amore dedicate alla propria innamorata. Alcune di queste raccolte in “Fiori d’Amore” le ho musicate ed eseguite con i solisti e il Coro “Terzo Millennio” in occasione della presentazione del volume coordinata da dal prof. Piero Carbone presso la “Fondazione Sciascia”.
Mi puoi parlare del tenore Infantino?
Basta dire che era il tenore racalmutese che dal secondo dopo guerra, oltre a Salvatore Puma, cantava alla Scala di Milano, al Covent Garden di Londra dove riceveva dieci richieste di bis, al Metropolitan di New York, al San Carlo di Napoli, al Teatro Massimo di Palermo, per numerose stagioni di opera lirica, e che incideva intere opere in disco con Maria Callas. E’ quanto dire. L’ho conosciuto personalmente quando ero ragazzo. Gentile, allegro, disponibile, gli ho pure chiesto consigli per intraprendere la carriera musicale. Per trovare subito occupazione in orchestra consigliava il corso di contrabbasso. Lo ringraziai per i suoi suggerimenti ma io ero attratto dal pianoforte e avevo altri programmi che riuscii a realizzare in seguito. Ho conosciuto pure la moglie il soprano Raina Infantino in una sua visita a Racalmuto. In sua presenza abbiamo interpretato in prima esecuzione assoluta, col tenore Lillo Bellomo e il Coro Terzo Millennio, la mia composizione su testo del prof. Piero Carbone dedicata al mondo delle miniere e degli zolfatai “Deci cientu citaleni”.
La musica siciliana ha un suo fascino ed una sua storia affascinante. Che puoi dirmi in merito?
La musica siciliana ha un fascino irresistibile. Nessuno nel mondo riesce a stare fermo ascoltando le tarantelle con fisarmonica e friscalettu, nessuno riesce a non commuoversi ascoltando le serenate d’amore siciliane, o i vari canti che esprimono la condizione umana triste, sofferta, soggiogata, umiliata dal mondo del lavoro antico. Per sintetizzare questi stati d’animo trovanoi massimi rappresentanti in Franco Li Causi, Cicciu Busacca e Rosa Balistreri. Con Rosa ci siamo incontrati nella metà degli anni Settanta. Allora dirigevo il Gruppo Folcloristico di Racalmuto “A Virrinedda”, cantavo e suonavo chitarra, fisarmonica e friscalettu. La tesi di laurea della prof.ssa Isabella Martorana era una miniera d’oro di canti popolari racalmutesi raccolti e documentati con registrazioni su disco. Erano la base del nostro repertorio. Rosa Balistreri si trovava benissimo nei concerti insieme a noi, e noi non finivamo di apprezzarla e di applaudirla. Esperienza meravigliosa che ci ha lasciato molto dell’animo siciliano. Il Maestro Franco Li Causi, altro grande della musica siciliana. Suonavo la tastiera elettronica nella sua orchestra, grande stima ricambiata. Eravamo in ottimi rapporti, incidemmo un disco nella sua saletta d’incisione “La vinuta di la Madonna di lu Munti” e “La biunna racarmutisa”, canti popolari racalmutesi, conil tenore racalmutese trasferito a Roma Carmelo Scimè e il gruppo “A’ Virrinedda”. Una volta gli chiesi se era a conoscenza che qualcuno malignamente dubitava della sua composizione di Vitti ‘na crozza, inserita nella colonna sonora del film “Il cammino della speranza” 1950 di Pietro Germi con sceneggiature di Federico Fellini. In un batter d’occhio andò a prendere dal cassetto la sua musica scritta e con il numero di deposito della SIAE. Io non avevo dubbi gli dissi! Mi strinse la mano e con un occhiata di compiacimento mi fece un sorriso soddisfatto. Non dimentichiamo però di valorizzare anche la meno conosciuta musica colta siciliana. A partire dal Cinquecento i Mottetti e Madrigali modali di Pietro Vinci da Nicosia, apprezzato anche da Vincenzo Galilei, padre del più famoso Galileo. Antonio il Verso da Piazza Armerina, allora conosciuto in tutta Italia, io conservo copie delle sue composizioni già stampate nel periodo rinascimentale. E Sigismondo d’India di Palermo, tra i primi a comporre nello stile tonale e a pensare alla nuova forma che era l’opera lirica. Nel corso dei secoli poi gli Scarlatti Alessandro e Domenico, Vincenzo Bellini, i musicisti del Novecento, e gli attuali musicisti in tutti i generi che sono tanti.
Dal tuo curriculum ho appreso che hai suonato in diverse parti del mondo da Hamilton, a Rio, da Barcellona a Nizza, fino a Tokio . Cosa suonavi in giro per il mondo e soprattutto nelle città che ho citato?
Durante il mio periodo degli inviti da parte di Gruppi Folkloristici ho avuto l’occasione di fare queste esperienze che sono uniche. Suonando sempre gli strumenti popolari siciliani. Ad Hamilton con il gruppo “Città di Racalmuto”, in un teatro all’aperto erano intervenuti a migliaia. Mai sentiti applausi così scroscianti ed emozionanti. Rio de Janeiro per quindici giorni con il gruppo Val d’Akragas, dopo i concerti apprezzatissimi, in un albergo sulla spiaggia di Copacabana e visita sul Corcovado. A Barcellona e al Festival di Cantonigros, con il gruppo Città di Agrigento. Nizza e Ventimiglia con il Città di Camastra. Altra occasione per vedere e sentire come viene accolta e apprezzata la musica folcloristica siciliana e in particolare quella agrigentina. A Cardiff e Londra, all’Ambasciata italiana dirigevo il Coro S. Cecilia di Agrigento con un repertorio di musica lirica e soltanto alla fine dopo la richiesta di bis eseguivamo qualche brano di musica siciliana, con il solito grande successo. Tokyio a dire il vero non ci sono stato. Ma è il Coro di Tokyo che è venuto a fare un concerto al Teatro di Racalmuto. Invitati dal direttore artistico prof. Dario Macaluso, con il Coro Filarmonico “Terzo Millennio” di Racalmuto abbiamo tenuto il concerto eseguendo insieme anche dal Nabucco di Verdi “Va’ Pensiero”. Esperienza meravigliosa. Ottanta coristi cantavano come in un solo coro, io coordinavo al pianoforte. Grandi applausi con commozione finale. A cena insieme scambi di complimenti e di doni con i giapponesi in un atmosfera di vera amicizia. Ci sentivamo veramente tutti a Tokyio. Ho preparato per loro trascrizioni corali a quattro voci di canti siciliani da eseguire nei concerti che avrebbero dovuto tenere questa estate a Palermo. Il coronavirus non ha voluto.
Tra gli strumenti che sai suonare la fisarmonica, il pianoforte, quali preferisci e perché? Gli strumenti a tastiera sicuramente sono i miei preferiti. Ma scelgo quello che rende meglio nel genere musicale che devo suonare. Quindi Fisarmonica, tastiera elettrica, piano elettrico, organo hammond, pianoforte a coda. E se vogliamo considerare strumento anche la matita e carta da musica per scrivere trascrizioni, arrangiamenti, composizioni.
La musica è pericolosa parafrasando una frase del regista Federico Fellini?
In effetti come dice Fellini con il suo paradosso “ la musica è pericolosa”, perché aggiungo non la puoi controllare. La musica infatti incita, scalda gli animi, turba, orienta, eccita, distrugge, commuove, fa piangere, ridere, correre, danzare, innamorare, separare, e chi più ne ha più ne metta. Nel suo film “Prova d’orchestra” 1978, si rende problematico lo svolgimento della prova d’orchestra e la musica diventa pericolosa, come metafora della società. Anche nel Medioevo, un intervallo musicale veniva definito “Diabolus in musica”, perché era troppo dissonante e sviava dalla concentrazione serena e pacata, pertanto era vietato. Per curiosità questo intervallo era formato dalle note Fa e Si naturale definite in teoria quarta eccedente.
Il giornalista Enzo Biagi ha detto:-Per chi regala la musica alla gente si apre la via del cielo…
Sicuramente la via del cielo come astrazione, elevazione, non solo per chi la regala ma anche per chi la riceve. Si richiama evidentemente alla teoria di Aristotele detta della “Catarsi”, cioè la liberazione dell’animo umano dall’oppressione e dagli affanni che l’arte e specialmente la musica sono in grado di conseguire.
Che cosa pensi delle colonne sonore ?
Accentuano il significato del film, di una scena, di una inquadratura. Se ad un fotogramma cambiamo soltanto la musica cambierà automaticamente e si trasformerà pure il contenuto espressivo del volto e delle azioni. Sicuramente le colonne sonore hanno un merito importante anche per la conquista dell’ Oscar, perciò onore ai nostri specialisti di colonne sonore come Piovani, Morricone, Rota.
Puoi dare una definizione della musica?
Tutti si sono cimentati dall’antichità ad oggi a dare definizioni diverse della Musica. Provo anch’io. La Musica è l’organizzazione dei suoni, dei rumori, dei silenzi, dei ritmi,delle altezze, intensità,timbri,con funzioni e finalità diverse nel corso della storia umana. Oggi ha continuato ad avere un grande sviluppo, una grande diffusione, e un grande articolazione di funzioni e finalità in continua evoluzione e decadimento. Rimane in tutte le sue manifestazioni una insostituibile necessità di espressione dell’essere umano.
Riavvolgendo il nastro della tua vita, rifaresti le stesse cose che hai fatto?
Sicuramente si. Certo che nella vita si potrebbe fare di più o si potrebbe fare anche di meno. In ogni caso nella vita non si può mai realizzare tutto, quello che si desidera, quello che si vuole, quello che si merita, quello che si guadagna. Comunque è sempre meglio riuscire a realizzare parte di quanto desiderato e continuare a cercare sempre di più.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Proseguire gli studi e seguire la continua evoluzione dell’arte musicale. Continuare ad esercitare le mie attività musicali consolidate con l’esperienza. Offrire consulenza musicale,continuare con la didattica in varie discipline, occuparmi della direzione artistica e musicale di formazioni corali e/o strumentali di qualsiasi genere, suonare i miei strumenti musicali, scrivere musica anche su commissione da parte di autori di testi, e valutare tutto quanto di nuovo può essere proposto ad un musicista che ha trascorso una vita con la Musica.
Nato a Massa Marittima (GR) il 19-05-1952 si trasferisce presto con la famiglia in Sicilia, dove inizia la sua formazione a Racalmuto e risiede attualmente a Grotte (AG).
Diplomatosi al Conservatorio di Musica di Palermo con il massimo dei voti in Pianoforte il 30-06-1978, in Musica Corale e Direzione di Coro il 07-07-1989, ha seguito i corsi di Strumentazione, Composizione e Musica Jazz. Ha studiato con valenti didatti quali i Maestri Vincenzo Mannino, Eliodoro Sollima, Franco Orofino, Nino De Rose, C Cattano. Ha partecipato ai seminari nazionali di studi su “Voce, Coralità, Canto Gregoriano” tenuti da Bruno Zagni, Marika Rizzo e Nino Albarosa. Seminari nazionali di musica jazz con Francesco Cafiso.
Dopo due anni di supplenza annuale di Ed. Musicale presso la S. M. “Garibaldi “ di Campobello di Licata (AG) dal 1974 al 1976, il servizio militare di leva a Roma terminato il 02-10-1979, ha insegnato Musica presso la S.M.S. di 1° grado “Pietro D’Asaro” di Racalmuto (AG) ininterrottamente dal 1979/80, con l’abilitazione, l’immissione in ruolo e sede definitiva fino al 30/09/2018 data in cui completa il periodo richiesto per fine servizio.
Componente di commissione giudicatrice ai concorsi a cattedra di Ed. Musicale del 1991 nella provincia di Agrigento, nominato collaboratore vicario presso la scuola media “Pietro D’Asaro” 1994/95, componente del consiglio d’istituto, componente della giunta esecutiva con delega alla firma degli atti contabili per diversi trienni. Riceve l’incarico di docente di “Teoria e Solfeggio” e successivamente la nomina di Direttore dell’Istituto Musicale Provinciale “A. Toscanini” di Ribera (AG) dal 1997 al 2000.
Alla Scuola Media “Pietro D’Asaro” di Racalmuto ha formato il Coro di voci bianche e l’Orchestra di flauti dolci, con i quali ha partecipato a rassegne di livello nazionale a Messina, Chianciano Terme ed in Veneto, ha realizzato saggi insieme al Coro “Terzo Millennio” con centoventi voci. Ha ricevuto il Premio Speciale ACSI 1996 ”Per la pregevole direzione artistica” e la Menzione speciale 1997” per la Direzione Corale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni didattiche per la Scuola Media, per il Conservatorio di Musica, e numerose trascrizioni e composizioni per pianoforte, per coro polifonico a 4 voci miste e per big band.
Ha svolto attività di pianista personale di cantanti di musica leggera quali Bobby Solo, Giuni Russo, Rosy Madia, Vito Alletto con il quale incide un 45 giri “Amore pazzo”.
Cura la direzione artistica del Coro Filarmonico “Terzo Millennio”, fin dal 1995 , e partecipa ai concerti come pianista e direttore musicale, ha ricevuto il premio Telamone d’Argento presso il Museo S. Nicola di Agrigento nel 2014.
Nominato Direttore del Coro Filarmonico “Santa Cecilia” di Agrigento dal 1989 al 1991 ha tenuto concerti nel Teatro della Valle dei Templi , teletrasmessi dalla Rai, durante le feste di Persefone, e tournèe in Inghilterra dove si è esibito all’Ambasciata d’Italia, al Teatro comunale di Cardiff, al palazzetto dello sport di Slowgh (Londra).
Nel 1974 Fonda il Gruppo Folkloristico “A Virrinedda” di Racalmuto con il quale tiene concerti in Sicilia, con Rosa Balistreri e in varie parti d’ Italia, a Firenze per il festival nazionale dell’Unità 1975. Incide un 45 giri con il tenore Carmelo Scimè e ‘A Virrinedda’. Ha diretto cori folcloristici siciliani in varie tournèe, in Brasile a Rio de Janeiro, in Canada ad Hamilton, in Spagna a Barcellona, in Francia a Nizza. Concerti corali in Inghilterra, nel Galles e durante riprese televisive effettuate da Rai Tre. Concerti per coro e orchestra di fiati e per coro e orchestra d’archi. Ha preso parte alla trasmissione via satellite “Racalmuto – Hamilton”, ed ha coordinato al pianoforte le esecuzioni a due cori con il “Terzo Millennio” e il “Grande Coro di Tokyo”. Ha curato esecuzioni congiunte con il gruppo di spiritual americano “Frederik Maddox and Spirituals voice” e il Coro della Scuola Media “Pietro D’Asaro”. Ha collaborato con il Piccolo Teatro “Città di Agrigento alla rappresentazione “La sagra del Signore della nave” di Luigi Pirandello a cura del regista italo-argentino Silvio Benedetto. Ha partecipato alla prima produzione per la riapertura del Teatro “Regina Margherita” di Racalmuto, con la direzione artistica di Andrea Camilleri “Recitazione della controversia liparitana” di Leonardo Sciascia, con la regia di Giuseppe Dipasquale. Ha tenuto concerti presso la Fondazione “Leonardo Sciascia” di Racalmuto. Ha preso parte all’incisione di compact-disc su invito dell’Assessore Provinciale alla Cultura e su invito del Comune di Racalmuto. Ha tenuto concerti al 1° Premio Internazionale “Luigi Infantino” e si è classificato secondo al Concorso Nazionale di Balestrate. A Roma ha animato la Messa in San Pietro celebrata da S.S. Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo delle Famiglie, trasmessa in diretta da RAI UNO. Tiene rubriche di critica musicale in diversi blog. Ha al suo attivo diverse composizioni su testo di Piero Carbone, eseguite da diversi cantautori, e numerose esibizioni presso il Circolo Empedocleo di Agrigento con regia di Mario Gaziano.