Abbiamo rivolto alcune domande all’avvocato penalista Salvatore Cusumano sull’attività della Giustizia al tempo del coronavirus.
Avvocato quale presente e, soprattutto, quale futuro ci attende in fatto di giustizia e reati in tempo di coronavirus?
Assistiamo ad un aumento dei reati commessi tra le mura di casa, come le violenze domestiche e quelle di genere
In Italia, dal 2 marzo al 5 aprile 2020, 2.867 donne hanno chiesto aiuto ai numeri dei centri antiviolenza. Un dato impressionante e che rende in maniera plastica la drammatica situazione italiana, anche e soprattutto al tempo del Coronavirus. Si tratta di un aumento del 74,5 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I dati, sconfortanti, arrivano da D.i.re (Donne in Rete contro la violenza) e sono lo specchio di cosa sta accadendo in molte case Italia.
Di pari passo, però, non si registrano un aumento delle denunce perché di solito avvengono grazie ai contatti sociali, con gli amici per esempio. Ora si rischia quasi di non poter uscire neppure per presentare una eventuale denuncia, come credono in molti, anche se è bene ribadire che non è così.
Non solo si può esporre denuncia, ma anzi aggiungo che si deve denunciare. È stato creato ad hoc un numero telefonico, il 1522, per questo motivo. Eppure, le denunce non ci sono.
Il fenomeno dei reati domestici è anche conseguenza della coabitazione cui siamo costretti. E, insieme con la violenza di genere, c’è da prendere in seria considerazione la cosiddetta violenza assistita, quella cui devono assistere i minori costretti in casa per la chiusura delle scuole: figli vittime di fenomeni delittuosi da parte degli adulti”.
Come si opera in questo periodo, il virus ha fermato anche la Giustizia?
L’attività dei Tribunali non si è fermata durante l’emergenza da coronavirus, si opera con procedimento da remoto e per almeno tre grossi capitoli di reati: la convalida degli arresti, processi con detenuti, il traffico di stupefacenti e le violenze di genere. Tra i delitti esterni all’ambito familiare, se lo sfruttamento della prostituzione è di certo crollato, è aumentato lo spaccio a domicilio, un po’ come si porta la busta della spesa. Poi le truffe online sono in forte espansione, di tipo economico, sui social in particolare. Le rapine della spesa e le resistenze a pubblico ufficiale, in specie quando una persona, costretta all’isolamento domiciliare, viene fermata e ha reazioni inconsulte a motivo delle restrizioni che provocano nervosismo e altri tipi di comportamenti inusuali”.
Le situazioni di tensione sono in aumento D’altra parte, se nelle persone non è presente l’autoregolazione affettiva, in queste condizioni in cui siamo costretti ora si sviluppano con più forza dipendenze. Per tutti noi il taglio ai rapporti con gli amici, il bar, l’attività sportiva, la spiritualità, hanno fatto crescere la disregolazione affettiva.
Teniamo presente il cosiddetto rischio del reato impulsivo dentro le mura di casa. Reati che non si possono evitare con la coercizione e non possono essere evitate dalle vittime con la tutela e l’auto protezione. Ciò pone non pochi problemi.
Fino a quando Avvocato?
Ricordiamoci che le norme cui siamo sottoposti proseguiranno almeno fino a quando non si troverà un vaccino. E almeno fino a settembre, dico io. La Protezione civile non può pensare anche a questo, evidentemente.
Credo che bisogna attivare task force anche su questo versante.