Giunge alla penultima giornata la fortunata ed inedita edizione della Festa della legalità con l’incontro promosso unitamente: dall’ANPI Favara, dall’Istituto Studi e Ricerca “C. Marrone” e dal Centro Studi “A. Russello”.
A moderare l’incontro di ieri pomeriggio, Domenico Bruccoleri che, senza indugio, ha immediatamente fatto trasmettere un video realizzato da Giovanni Maria e Luana Cipolla, studenti del Martin Luther King di Favara che hanno interpretato un monologo dedicato, dal duo Ficarra e Picone, al Beato padre Puglisi, chiamato affettuosamente zio Pino e definito “amante amatore innamorato dell’amore”.
Per l’Istituto Studi e Ricerca “C. Marrone”, ha offerto il proprio contributo Rosario Manganella che è partito dal qualificare come giusta reprimenda quella della sindaca verso alcuni ragazzi per il mancato rispetto delle regole imposte a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Ed ha , indi, approcciato la questione: “come educare alla legalità”. Educare alla legalità, ha affermato, significa insegnare il rispetto degli altri, di noi stessi e del bene comune; significa amare il proprio Paese, difendere la propria Patria: perché questo è il vero patriottismo. Significa anche, ha proseguito, trasmettere i valori della nostra Costituzione.
A questo proposito ha voluto ricordare Calogero Marrone insignito di un alto riconoscimento dallo Stato di Israele che l’ha definito “giusto tra le Nazioni”. Ha proseguito sottolineando l’importante ruolo della scuola nell’educazione alla legalità citando una frase pronunciata da Antonino Caponnetto a proposito della mafia (sistema dell’illegalità): “la mafia teme più la scuola che la giustizia perché l’istruzione toglie l’erba da sotto i piedi alla mafia”.
È stata quindi la volta di Giusy Carrera che in un video ha interpretato ‘la matri di Pippinu” (Felicia Impastato) di Umberto Santino. Una donna che non si è arresa alla mafia sostenendo che “la mafia non si combatte con la pistola, ma con la cultura”.
È seguito l’intervento di Carmela Marrone sul tema legalità e Costituzione. In incipit ha ricordato di essere sia un membro di entrambe le associazioni: ANPI ed Istituto Studi e Ricerca “C. Marrone”, sia un’ insegnante con una lunga carriera alle spalle. Componente quest’ultima che, nel dualismo, prevale. Ha, dunque, spiegato “perché” e “quando” nasce la Costituzione italiana. La carta costituzionale che ha fatto anche da modello alla carta europea e poi anche alla carta dei diritti dell’Unicef, nasce dal bisogno di dare all’Italia una legge rigida in modo che la forma repubblicana non potesse essere cambiata né in monarchia né in dittatura. Persone che facevano parte di partiti diversi hanno capito che dovevano lavorare insieme e, quindi, si sono riuniti per “costruire” la Costituzione italiana. In relazione al “quando nasce” ha ricordato che essa è stata promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola il 27 novembre del 1947, che è stata pubblicata lo stesso giorno nell’ Edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale n. 298 e che è, poi, entrata in vigore il primo gennaio del 1948. È passata poi ad illustrare la struttura della nostra Costituzione ricordando che consta di 139 articoli e di 18 disposizioni transitorie e che è divisa in tre parti: principi fondamentali, diritti e doveri dei cittadini ed ordinamento della Repubblica. Si è, dunque, soffermata sulla seconda di queste parti sottolineando come, da quando è stata costruita, la nostra Carta è stata più volte violata, fatta a brandelli, in quanto sono state promulgate delle leggi incostituzionali in forza delle quali si è perso il significato del diritto all’istruzione, del diritto al lavoro, del diritto alla salute, del diritto alla parità.
È stata evidenzia quindi la figura di Padre Puglisi con un video dal titolo ” *Ammazzaru u parrinu”* realizzato dall’istituto Comprensivo Falcone e Borsellino. Dalla proiezione è emerso il ruolo fondamentale della scuola nell’educare ala legalità per sconfiggere la mafia.
A seguire, l’intervento di Gaspare Agnello, ottantaciquenne presidente del Centro Studi A. Russello. Senza mezzi termini questi ha affermato che non ama le ‘passerelle” e che bisogna mettere le dita nella piaga per dare un contributo effettivo alla legalità. Favara, ha affermato con trasporto e veemenza, ha un bisogno assoluto di risolvere i suoi problemi economici e dell’ordine pubblico. Ha, poi, ricordato Angelina vedova del mafioso Verdone che in seconde nozze ha sposato un brigadiere dei Carabinieri. Cittadini di Favara, ha esortato, lasciate la malavita e sposate la legge. Come Angelina della Luna si mangia i morti così la popolazione di Favara deve sposare la legge. Ha proseguito il suo intervento dicendo che può comprendersi a pieno il senso di legalità leggendo Russello ed ha ricordato che nel 2021 ricorreranno i 100 anni della sua nascita. Dal momento che è un’ occasione imperdibile per farlo conoscere, ha comunicato di essersi già attivato, finora senza successo anche a causa dell’emergenza Covid-19,, per ottenere un incontro con l’amministrazione comunale onde organizzare l’evento.
È stata ceduta, dunque, la parola a Pippo Crapanzano che ha interpretato ” *Il coro degli Ebrei* di A. Russello.
Dopo l’intermezzo artistico, Carmelo Castronovo dell’ANPI ha offerto il suo contributo parlando di” resistenza”. Essa va celebrata per ricordare la liberazione dal nazifascismo e per pensare all’eroismo di chi ha sacrificato la propria vita per la difesa dei diritti, ha esordito. Non c’è legalità, ha affermato, se non c’è democrazia che è sinonimo di confronto, di dialogo. Celebrazione non è un mero ricordo, occorre ricordare, ma “i ricordi servono per dirci cosa siamo stati, cosa siamo e dove vogliamo essere”. Essere Partigiani, ha concluso, significa essere di parte: occorre essere “partigiani della legalità”.
È stato, trasmesso un ulteriore video di Giusy Carreca; “Legalità, Resistenza e Costituzione”. Molte le frasi sulle quali riflettere : “la lotta per la legalità è la nuova resistenza”, “oggi come allora resistenza per la legalità”… Nel video anche una citazione dal drammaturgo Berthold Brecht: “Quando un’ingiustizia diventa legge, la Resistenza diventa dovere”.
Rosario Manganella nel suo ulteriore intervento ha voluto concludere il suo contributo con una riflessione- proposta rivolta a Gaetano Scorsone ed al suo entourage: la “bambina legalità” ormai è cresciuta, occorre muovere un ulteriore passo in avanti, fare uscire Favara dal localismo per agganciarla al movimento nazionale, ovvero inserire la Festa della legalità in uno dei momenti piu importanti che si registrano a livello nazionale: il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci e “Giornata nazionale della legalità”.
Oggi, giornata conclusiva della XII Festa della legalità, un duplice appuntamento: alle 16:00 con svariate testimonianze in ricordo di A. Moro e Peppino Impastato e con il cerimoniale del Passaggio dello Stendardo della Legalità dal Centro Culturale “Guttuso’ all’ IISS E. Fermi.
Alle 19:00 la trasmissione in diretta dell’illuminazione della croce posta alla” Muntagne’ della pace ” quale segno di speranza.