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Se c’è una cosa che ha – più o meno – accomunato tutti nelle settimane trascorse in casa, oltre al panificare e canticchiare alla finestra, è la riscoperta del valore dell’abitare, del vivere la propria casa. E mentre il balcone diventava spazio vitale, un desiderio è emerso prepotentemente: quello di possedere un giardinetto, un terrazzino, un orticello, un piccolo spazio open air.
Siamo sinceri, quando i numeri della pandemia ci hanno costretti a rimanere isolati tra le quattro mura domestiche, si è rivelata una nuova diseguaglianza che ha reso il chiudersi in casa per alcuni più sopportabile che per altri: l’avere o non avere un sfogo all’aperto.
Diverso è, infatti, passare il lockdown in un appartamento da 30 metri quadrati senza balcone rispetto al trascorrerlo in una villetta con terrazzo panoramico.
All’improvviso anche chi reputava la casa il luogo dove molto semplicemente si dorme, si è dovuto ricredere. Lo spazio chiuso ha iniziato a fare paura, a stare sempre più stretto.
La pandemia ha (ri)creato la storica contrapposizione città/campagna e ha diffuso la tendenza all’abbandono della frenesia della città e delle aree più densamente popolate in favore di spazi più dispersivi e salubri, dove poter respirare a pieni polmoni senza la paura di incrociare un asintomatico senza mascherina.
Sarà anche la netta presa di coscienza, poi, dei rischi connessi – specie per chi già soffre di patologie polmonari più o meno severe – al vivere in luoghi con livelli di inquinamento elevati e ad alta densità di particolato.
Più di uno studio, infatti, a partire da quello dei ricercatori di Harvard, ha fornito evidenze del legame tra inquinamento atmosferico e contagiosità da Covid-19. Anche in Italia pare che l’esposizione prolungata alle polveri sottili possa causare un progressivo indebolimento dei polmoni e incidere su diffusione e decessi.
È chiaro che non è sempre possibile limitare i rischi per la salute con un dispendioso trasloco in una villetta in campagna o sul litorale.
Va ripensato il modo di vivere e muoversi nelle metropoli, dove possibile con soluzioni green, più orti e giardini urbani, più bici e nuove ciclabili, un rafforzamento della sharing mobility, tra auto e scooter elettrici, bici o monopattini.
In un futuro più vicino di quel che crediamo, cambierà profondamente il nostro modo di abitare la casa come anche la città.