di Claudia Alongi
Sin dai primi giorni di lockdown a molti è apparso chiaro che i giovani sarebbero stati tra le categorie maggiormente colpite dalle restrizioni imposte per contrastare la diffusione di Covid19.
Di colpo a tutti i ragazzi è stato impedito di socializzare con i propri coetanei. Niente più scuola, niente sport, niente più uscite pomeridiane o serali.
Trascorso il primo weekend di Fase 2, sembra però che la frustrazione per la rinuncia alla socialità si sia trasformata in incontrollata euforia.
Da lunedì 18 maggio non sono più in vigore le restrizioni alla mobilità, ma qualcuno ha interpretato questa ritrovata libertà come una totale assenza di divieti. A giudicare dalle immagini che hanno fatto il giro dei social, da nord a sud non sembra essere chiaro che l’obbligo di mantenere una distanza di almeno un metro da ogni altra persona permane anche oggi e che è fortemente consigliato, quando non obbligatorio, l’uso delle mascherine.
Gli stessi ragazzi che hanno mostrato senso di responsabilità in Fase 1, oggi riempiono le strade cittadine muovendosi in gruppetti poco attenti alle regole ancora in vigore.
E di cosa ci si stupisce? Aprendo alla movida senza alcuna programmazione a livello centrale, quale poteva essere il risultato se non quello che abbiamo visto tutti?
Adesso toccherà ai sindaci assumersi la responsabilità e l’onere (anche politico) di adottare misure di contrasto agli assem
bramenti. Fioccano già le prime ordinanze che vietano la vendita di bibite da asporto per i bar e i locali della vita notturna. E si rinnovano le polemiche tra chi sostiene la prevenzione e la tutela della salute a qualsiasi costo (anche quello di generare una crisi che finirebbe per danneggiare anche il sistema sanitario) e chi sostiene le ragioni della ripartenza e dell’economia a qualsiasi prezzo (anche quello di assistere a una nuova ondata di contagi).
Probabilmente come sempre la verità sta nel mezzo… siamo finalmente tutti liberi di uscire, ma dobbiamo farlo con tutte le dovute precauzioni (e rispettando le indicazioni e le ordinanze delle amministrazioni locali), altrimenti il virus tornerà nuovamente a diffondersi tra la popolazione e allora i sacrifici di tutti noi saranno stati vani.