di Leonardo Cino
Scrivo per chi come me va in Assessorato per seguire i mandati di pagamento che io chiamo “caccia al tesoro”. Seguiamone l’iter.
Prima fase: immettere i dati sul Caronte. L’operazione dovrebbe essere semplice, solo se si riesce ad entrare nel sistema! Dopo diversi tentativi falliti spesso si rimedia rimandando l’immissione dei dati a tarda serata o di notte, momenti in cui il sistema risulta essere più veloce nel caricamento.
Seconda fase: Fatta la suddetta operazione d’immissione dei dati sul Caronte, si aspetta che i revisori esterni, nominati dall’Assessorato, vengano a controllare la legalità e il rispetto del vademecum del FSE.
Se questa prima revisione va a buon fine, si procede a una seconda validazione delle spese sul Caronte.
Una terza procedura viene condotta dall’UMC dell’Assessorato che controlla quello che hanno controllato i revisori nominati dall’Assessorato.
Nel frattempo arriva l’ispezione in loco che controlla sia quello che hanno controllato i revisori dell’Assessorato sia quella effettuata dall’UMC, sempre che non arrivi il controllo di secondo grado, in tal caso si riparte da zero sino ad arrivare nuovamente al controllo in loco.
Questo riguarda il primo aspetto contabile, ma ancora si deve arrivare alla presentazione dei documenti che riguardano la richiesta del primo finanziamento o del secondo acconto, per giungere alla fine all’ipotetico saldo, che “forse” l’Ente riuscirà ad ottenere, dopo aver traghettato l’Inferno, superato il Purgatorio e raggiunto finalmente il Paradiso con la “speranza” di non dover rifare il giro!
Il primo ostacolo dell’Ente consiste nella presentazione dei documenti in quanto spesso non vi è interconnessione tra protocollo e funzionari .
Facendo un’analisi statistica molto ottimistica, nel 70% dei casi molti documenti presentati si volatilizzano, nel 30% scompaiono del tutto e di conseguenza bisogna ripresentarli e aspettare che vengano esaminati. Il più delle volte, essendovi troppe variabili tra la validazione sul Caronte e la presentazione dei documenti, il DURC scade e l’Ente incomincia ad entrare nel panico. Però, per una forma di sottomissione nei confronti dell’assessorato, l’Ente non denuncia questa situazione, e da masochista quale è, si addossa ogni responsabilità e spesso, “fantozzianamente”, prega il funzionario di essere più buono nel riprendersi la pratica lasciata in sospeso con il bollino rosso dell’infrazione commessa.
Terza fase: Trattasi della compilazione del mandato di pagamento. Questo mandato viene trasmesso alla Ragioneria e, se la fortuna è dalla sua parte, “forse” riesce a superare i due scogli dell’esame: la liquidità di cassa e l’avvenuta presentazione dei documenti cartolari. A tal proposito non si riesce a capire il fine dei mandati informatici se poi sono necessari anche quelli cartolari! Probabilmente per rendere la vita dell’Ente più vivace e impegnata. E comunque c’è sempre da sperare che ci sia il camminatore che porti questi documenti in un’altra stanza distante non più di 50 metri! Lo stesso dicasi per i documenti presentati al protocollo.
Infine, se questo faticoso iter si conclude, finalmente e con grande goduria si riesce ad avere il 2° acconto.
Per il terzo acconto o saldo, per chi non si fosse arreso, è necessario continuare in maniera imperterrita a rifare tutto l’iter, con una piccola differenza che è quella di entrare nel mondo virtuale, che significa: verifica delle spese effettuate virtualmente, verifica degli stipendi non pagati, verifica di somme Inps pagate con prestiti bancari, etc.etc.
la meritata ricompensa di tutto questo è la trasmissione e il successivo rigetto della Corte dei Conti sul saldo. l’Assessorato, che non sa che pesci pigliare, come di solito addormenta il problema, perché pensa che quelli che lavorano negli sportelli sono dei privilegiati e che, se non prendono due mesi di stipendio nessuno se ne accorgerà. La giustificazione dei Dirigenti dell’Assessorato è semplice: i lavoratori vengono pagati mediamente tre volte l’anno, hanno la possibilità di risparmiare nei periodi in cui non prendono lo stipendio, i loro figli li mandano a lavorare perché non possono studiare e noi, garantendo loro mediamente 900 euro al mese, 10 mesi sono più che sufficienti.
Noi meritiamo tutto questo perché ogni popolo si merita il governo che ha eletto .
Siamo un popolo abitudinario, schiavo di un sistema che ci ha narcotizzato e non vogliamo cambiarlo, perché gli intrecci tra politica e mondo sociale sono ormai così stretti da renderne impossibile il dispiegamento. I due mondi sono talmente collusi, che, anche se ci ribelliamo, lo facciamo quel tanto che basta per fare solo dei piccoli e timidi passi che però, proprio perché troppo timidi, spesso ci riportano indietro. Siamo come i gamberi, abituati a camminare all’indietro.
Siamo un popolo che ha rieletto un Presidente della Repubblica ultra ottantenne
Siamo un popolo dove il malcostume è un passaporto per entrare in politica
Siamo un popolo che ha perso la possibilità di un cambiamento
Siamo un popolo che ormai vive supino di fronte all’Europa
Siamo un popolo dove la mediocrità intellettuale è diventata la nostra bandiera
Spero che i miei figli scappino da questa Italia invasa da questi roditori
Spero infine che rinasca un pifferaio capace di risvegliare le coscienze e salvarci dalla porcilaia dove ci hanno o ci siamo buttati.
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