Giuseppe Maurizio Piscopo
Giuseppe Pecoraro è un pittore nato a Favara. Un artista silenzioso e riservato.
La sua Accademia è stata l’esperienza e la lunga amicizia durata oltre 30 anni con il grande pittore favarese prematuramente scomparso Lillo Bellomo, cugino e fraterno amico.
Da Lillo, pittore naturale, ha appreso di più di quello che avrebbe potuto imparare in un’Accademia di belle arti. Nel suo studio, da autodidatta, si è documentato approfondendo le tecniche di Paolo Uccello e di Lucian Freud.
In 50 anni di pittura ha prodotto più di 1.200 quadri. L’autore riferisce che non tutti sono pubblicabili. Molti dei suoi quadri sono finiti nelle mani dei suoi figli. Mi ha colpito molto una sua affermazione: -“Essere felici non è un delitto, i grandi spiriti creano e non criticano”. In questa fase della sua vita non vuole più dipingere ma desidera dedicarsi completamente alla sua famiglia. Ancora una volta Favara stupisce e affascina con l’arte di Giuseppe Pecoraro che dovrebbe girare nelleprincipali pinacoteche, gallerie e nei più grandi musei italiani.
Quando nasce la tua passione per la pittura?
Fin dalle scuole elementari ero affascinato dal disegno fumettistico. Amavo riprodurre i volti di Tex Willer, poi crescendo ho iniziato a rappresentare la vita nei campi.
Che cosa ha rappresentato Lillo Bellomo per la tua crescita culturale?
Lillo per me è stata la ciliegina sulla torta. Amavo disegnare ma la pittura era un mondo che ancora non conoscevo e lui, con abilità da grande maestro, è riuscito a farmela amare più di ogni altra cosa al mondo.
Qual è la tecnica che usi?
Uso olio su tela.
Perché usi i pennelli nel formato lingua di gatto?
Uso questi pennelli perché mi danno modo di sfumare al meglio la pennellata e le unioni dei colori.
Qual è il tuo pensiero sul colore?
Il colore è vita! Immagina un mondo in bianco in nero, cosa sarebbe?
Cosa pensi della luce nei quadri di Caravaggio?
Caravaggio è stato il primo ad inventare la luce nelle ombre. La sua arte mi ha indirizzato nel percorso di pittore realista.
Puoi commentare questa frase: “Il segreto dei grandi è l’umiltà”.
Questa frase rappresenta il mio essere, anche se in vecchiaia sto riscoprendo che essere umili non paga granché… quindi ogni tanto mi esalto guardando i miei lavori.
Cosa c’è nei tuoi quadri oltre alla bellezza femminile?
Sono portato a raffigurare la figura femminile perché voglio esaltarne l’esistenza e l’essenza… perché il mondo è nulla senza di essa.
La bellezza salverà il mondo come ha scritto Fedor Dostoevskij?
Se pensiamo ai tempi bui del Medioevo ad esso è seguita la maestosità e la grande bellezza del rinascimento con Raffaello, Brunelleschi, Caravaggio, Rembrandt, Ingres, Michelangelo e Bouguereau che per me ha rappresentato l’esaltazione della bellezza nella pittura per eccellenza.
Come hai vissuto l’ispirazione artistica in un paese come Favara che non è Firenze?
Favara mi ha dato tanto. I miei concittadini hanno sempre apprezzato la mia pittura…vero è che ho venduto circa 1.000 dipinti (evviva l’umiltà!!!).
La vita e la morte: una si dipinge a colori l’altra tutta di nero. Tu invece come la dipingeresti?
La vita la rappresento con il mio quadro “La seduzione velata” , mentre la morte non la rappresento affatto!
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il futuro per me è spaziare con i colori lasciando la canonicità del realismo. A 72 anni posso permettermi di farlo!