Fatti di cronaca non sono mai mancati, così come non sono mai mancati i reati o le inefficienze della pubblica amministrazione spesso per responsabilità di chi, trovandosi ai vertici del comando, non crea le condizioni per i dipendenti di dare servizi di qualità.
Questi ultimi sono costretti, fra mille sacrifici ed in condizioni di enormi disagi, a provare a sopperire ai disastri creati dalla politica, con qualche eccezione a confermare la regola che vede qualche lavoratore non fare il proprio dovere e che, quindi, viene utilizzato come capro espiatorio per colpire tutti i lavoratori del pubblico impiego. Questa settimana, però, sembra che tutto ciò si sia realizzato nell’arco di pochi giorni.
Una persona anziana è morta a seguito di un incendio nel centro storico della città. Testimoni confermano il pronto intervento dei vigili del fuoco, costretti a muoversi in mezzo a viuzze occupate da macchine parcheggiate e impediti ad arrivare nel palazzo che bruciava, perché i mezzi di cui dispongono non sono idonei a percorrere quelle stradine strette. Ci vorrebbe un mezzo piccolo ma il comando di Agrigento ne è sprovvisto, costringendo i Vigili ad arrangiarsi con mezzi di fortuna e a perdere tempo prezioso prima di domare le fiamme: non ci sono idranti perennemente in pressione e non si crea un’alternativa al parcheggio sotto casa. Così come non ci sono, molto spesso, vie di fuga. Se ci fossero state tutte queste condizioni, si sarebbe potuto salvare una vita umana? Non lo sappiamo, ma è necessario che questo dubbio non ci sia per il futuro.
l’Amministrazione comunale ha il dovere di interrogarsi su quali sono le soluzioni idonee e di attuarle, così come ha il dovere di chiedere al comando regionale dei Vigili del Fuoco un mezzo idoneo per intervenire in situazioni simili. Ancora, abbiamo visto come un poliziotto si sia comportato nei confronti di due ragazzi; colpisce in modo particolare l’affermazione “siete ospiti e dovete rispettare la legge”: significa che se erano agrigentini o semplicemente Italiani a commettere qualche reato cambiava qualcosa?
Abbiamo troppi esempi di poliziotti che fanno il loro dovere, di poliziotti che rischiano la propria vita per lo Stato e per i cittadini, di poliziotti martiri per mantenere fede al loro giuramento e alla loro cultura del rispetto della legge per riflettere su cosa sia successo. Ci chiediamo se questo comportamento non sia il frutto di una certa politica che inneggia all’odio nei confronti del diverso, del “prima gli italiani”. E infine, l’immagine di una persona che colpisce un uomo dall’aspetto inerme, che non sembra poter minacciare nessuno, che si allontana dall’aggressore il quale lo raggiunge e lo colpisce con due colpi di mazza in viso. Una violenza inaudita e gratuita. Ci chiediamo come si può arrivare a tutto questo ma, soprattutto, cosa fare per evitare tutto questo. Il nostro vuole essere un appello alle Istituzioni tutte locali e centrali, e a tutte le associazioni. E’ un brutto momento per un territorio economicamente depresso, con l’aggravarsi della situazione post pandemia, vittima del caporalato nell’agricoltura e della presenza asfissiante di mafia e usura nella società: e allora abbiamo il dovere di fare ognuno la propria parte. Denunciando, isolando i violenti, tallonando da vicino la pubblica amministrazione affinchè faccia il proprio dovere.
Alfonso Buscemi