Giuseppe Maurizio Piscopo
Il mandolino è stato raccontato da grandi poeti e scrittori da Ungaretti a Lucio Piccolo, dallo scrittore Giuseppe Marotta a moltissimi altri autori. Oggi il mandolino è uno strumento che fa tendenza e che tutti i giornali del mondo stanno riscoprendo. Chi ha avuto la fortuna nella sua vita di ascoltare il mandolino di Francesco Mammola è rimasto incantato per la grazia, lo stile e per la grande competenza musicale. Nel suo modo di raccontare il mondo, c’è tanto studio, tanta passione, ma c’è soprattutto l’esperienza dei musicisti anziani che ha incontrato nella sua infanzia che hanno contribuito alla formazione della sua Arte.
FRANCESCO MAMMOLA, mandolinista, nasce a Castel di Sangro (AQ) nel 1989. Considerato un enfant prodige durante la sua infanzia ottiene grandi riconoscimenti e numerosi apprezzamenti dai critici musicali. A seguito dei suoi studi con il Maestro Fabio Giudice, si laurea con lode e menzione d’onore presso il Conservatorio “A.Casella” dell’Aquila. Tra le sue decine di riconoscimenti nazionali e internazionali spiccano la vittoria del prestigioso Premio Nazionale delle Arti “CLAUDIO ABBADO”, l’assegnazione della medaglia di bronzo del Senato della Repubblica e della Palma Accademica da parte della Accademia Culturale Internazionale “S.Giovanni Crisostomo” per gli alti meriti artistici. Nel Febbraio 2018 è stato inserito dal sito tedesco Mandoisland tra i migliori mandolinisti classici al mondo.
Nel corso della sua carriera si è esibito in Inghilterra, Germania, Lituania, Belgio, Città del Vaticano e sui più importanti palcoscenici italiani per centinaia di concerti, la maggior parte delle volte in qualità di solista. Degni di nota i concerti tenuti a Bruxelles, Vilnius, Berlino, Londra, Antwerpen, Charleroi, Plunge, Mons, nonchè Napoli, Roma e Milano. Sedi prestigiose come le Terme di Caracalla, i Musei Vaticani, Expo 2015, l’Istituto di Cultura Italiana a Londra, il Museo d’Italia a Piazza Navona, l’Ambasciata dell’Iraq presso la Santa Sede, Castel dell’Ovo (in occasione del trentennale della maison Dolce&Gabbana), il Museo Nazionale di Arte della Lituania, Palazzo Reale di Palermo e innumerevoli teatri e sale da concerto in tutta Italia.
Ha eseguito in prima mondiale, a Vilnius, nel Novembre 2017, il concerto per mandolino e quartetto d’archi “Tombik”, a lui dedicato, scritto dal compositore turco Ilkaj Bora Oder.
Nell’ambito classico collabora, la maggior parte delle volte in qualità di solista con l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, la Filarmonica Nazionale Lituana, il Quartetto Ciurlonis, l’Orchestra Nazionale del Belgio, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, i Solisti Aquilani, l’Ensemble Benedetto Marcello e molte altre formazioni orchestrali e cameristiche.
Nell’ambito pop e jazz collabora con il tenore Piero Mazzocchetti, il violinista Alessandro Quarta, il gruppo dei “Nomadi”, i cantanti Mauro Mengali (O.R.O) Antonella Bucci, l’attore Rai Enzo Garramone e il pianista jazz Michele di Toro.
Ha svolto registrazioni per programmi della Rai, Sky e LRT.
A Dicembre 2017 è uscito il suo lavoro discografico “Vi Presento il Mandolino”, edizioni Crossover Academy, registrato con il suo Trio, con il quale svolge intensa attività concertistica.
Con il Quintetto a Pizzico Aquilano ha inciso due Cd, “Quintetto a Pizzico Aquilano” (Maggio 2013) e “Il Quintetto a Pizzico Aquilano suona Mario Giusti” (Gennaio 2014)
Ha seguito Masterclass con i maestri Ugo Orlandi, Fabio Menditto e Vincent Beer Demander.
È Direttore Artistico e docente dell’Accademia Musicale dell’Alto Sangro, e insegnante presso l’Istituto Superiore “Patini Liberatore” di Castel Di Sangro.
Come è stato l’incontro con il mandolino? Quanti anni avevi?
Avevo 10 anni e l’incontro con il mandolino è stato qualcosa di magico, un amore a primo suono (più che a prima vista)…
E’ diventato subito una passione che da lì a poco sarebbe stata la mia scelta di vita; per questo incontro devo ringraziare degli anziani suonatori che mi hanno presentato questo mondo meraviglioso.
Cosa rappresenta il mandolino nella tua vita?
Non riuscirei a immaginare una vita senza il mio mandolino… è il mezzo con il quale riesco a dire e dare qualcosa non esprimibile a parole.
Se non ci fosse stato il mandolino come sarebbe stata la tua vita?
Sicuramente priva di tante ricchezze interiori.
Hai iniziato a suonare con dei vecchi suonatori di chitarra, mandolino e fisarmonica, cosa hai appreso da loro? Cosa possono dare i vecchi ad a un giovane musicista
Da queste amabili persone ho appreso l’arte della strada, quel quid in più capace di staccare il musicista dal mondo accademico, rompendo schemi e ruoli preconfezionati a favore di una libertà musicale figlia di passione e divertimento….
Un giovane musicista capace di unire studio e rigore accademico a questa libertà sicuramente ha trovato una chiave capace di aprire molte porte.
Un paese musicale come l’Italia dovrebbe far sbocciare nobili sentimenti, invece certe volte si leggono storie violente che nessuno vorrebbe sentire.
Ti rispondo con una frase dello scrittore Mario Rigoni Stern “Una mela guasta può far marcire una mela sana, ma una mela sana non può sanare una mela guasta”…. E in Italia purtroppo ci sono tante mele guaste.
Il mandolino rappresenta l’Italia nel mondo, ma per tanti anni i giornali stranieri ci hanno preso in giro scrivendo: pizza, spaghetti e mandolino.
Purtroppo questo stereotipo ci è stato addossato per troppi anni; ma mentre la pizza e gli spaghetti sono stati la fortuna e il simbolo dell’Italia nel mondo, fino agli anni 80 il mandolino era solo un cimelio da vetrina, del quale si poteva fare volentieri a meno; grazie alla riscoperta e alla rivalutazione della storia e della tradizione del nobile strumento, stranamente più all’estero che in Italia, oggi le sorti si stanno invertendo, e si può tornare a parlare del mandolino come simbolo di un’italianità bella e nobile.
Che musica si può suonare con il mandolino?
E’ uno strumento molto versatile, che oltre al proprio repertorio, risulta efficace su diversi generi e ambienti…Pensa che il mio concerto è un viaggio da J.S.Bach al gruppo rock dei Queen.
Carlo Aonzo nella sua grande e prestigiosa ricerca sul mandolino italiano e nel mondo ha nobilitato questo strumento facendo conoscere dei lati nuovi che nessuno conosceva…
Il lavoro del Maestro Aonzo è encomiabile, sia sotto il profilo concertistico che storico….è fantastico ciò che sta facendo.
Cosa prova la gente quando viene ai tuoi concerti?
Spero di donare al pubblico delle ore di spensieratezza e gioia, curiosità e stupore nei confronti del mandolino.
E’ vero che Nicolò Paganini suonava il mandolino?
Si, Paganini prima di passare al violino ha studiato il mandolino… era solito nei violinisti dell’epoca, in quanto il mandolino è uno strumento propedeutico allo studio del violino.
Tutti i musicisti che suonano il mandolino incantano, ma i musicisti napoletani si dice che abbiano una marcia in più?
La bellezza e la ricchezza, dell’arte e degli artisti di Napoli, è qualcosa di grandioso con origini lontane…la commistione di culture che nel corso degli anni ha arricchito questa terra è sotto gli occhi di tutti. Nel mandolino ancora di più, perché personaggi, su tutti Raffaele Calace e Carlo Munier , hanno rivoluzionato la storia del nostro strumento portandola a livelli elevatissimi…. Poi c’è il capitolo musica partenopea in cui il mandolino si cala alla perfezione grazie alle proprie caratteristiche liriche.
Cosa provi quando ricevi un premio per la tua attività?
Sicuramente ricevere un riconoscimento legato alla propria attività musicale è motivo di grande orgoglio e soddisfazione.
L’Aquila e il terremoto. Come stanno le cose oggi. Si ritorna a cantare, a suonare, a vivere come un tempo?
Io credo che il popolo aquilano porti con se una cicatrice che nessuno potrà mai cancellare…sono passati tanti anni e le cose pian piano stanno andando verso una lenta ma progressiva normalità, che purtroppo il Covid ha rallentato nuovamente.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro… Due sono gli obiettivi nel mio futuro: quello didattico, in cui spero di poter far crescere la mia Accademia, dando modo a più giovani possibili di innamorarsi del mondo della musica, in particolare del mandolino; il secondo obiettivo riguarda il mondo concertistico, con la speranza di incrementarne l’attività, raggiungendo con la mia musica più posti e persone possibili.