Non conoscevo personalmente Enzo, l’ho visto per la prima volta pochi giorni fa e l’ho rivisto ieri sera sempre in piazza Cavour, preso nella realizzazione di un angolo che ricorderà perennemente l’orrore del femminicidio.
Quello spazio dedicato della piazza è anche un monumento alla grande forza dei genitori che devono confrontarsi, combattere e reagire a fronte di una così grande sofferenza.
Da padre, e a chiunque, è facile immaginare quanto sia grande la tempesta che si è scatenata nell’animo di una madre e di un padre per la perdita violenta di una figlia. E’ un dolore immenso che richiede una grande forza d’animo per continuare a vivere, meglio, a sopravvivere.
Ho visto Enzo curare quello spazio con le sue mani come se accarezzasse Lorena. Tutto deve essere pronto per venerdì prossimo quando verranno i professori e gli studenti di medicina dell’Università di Messina, il Rettore, le autorità locali e la cittadinanza di Favara.
Sinceramente, capiterà a tanti, io compreso, nelle future occasioni di passare davanti alla Biblioteca comunale e allo spazio dedicato a Lorena e a tutte e le vittime di femminicidio, di ricordare Enzo al lavoro per la figlia e al suo coraggio di padre, così come non pensare all’amore di tutti i genitori delle famiglie distrutte dall’efferato crimine, un amore che continua oltre la morte.
Un amore che grida, attraverso quell’angolo di Giardino in piazza Cavour di Favara fatto con le mani e il cuore di una madre e di un padre, a tutte le donne di liberarsi coraggiosamente di quella specie di uomini che dicono di amare quando maltrattano, usano la violenza fisica, psicologica, sessuale e anche economica, mentre nessuna dovrebbe accettare di perdere, in nome dell’amore, la libertà e la dignità di donna.
Cinzia e Enzo lo gridano, circondati dall’affetto della città di Favara.