Lettera firmata
Una richiesta che riguarda la salute, il disagio, non può essere trattata allo stesso modo di una pratica in sanatoria edilizia, di occupazione del suolo pubblico. Il contrario di ciò rappresenterebbe il fallimento di uno Stato che dice e scrive nella sua Carta D’Identità di essere sociale. Non chi vive un problema di salute deve cercare lo Stato, ma il contrario di ciò. E adesso vi racconto la mia paradossale storia.
Sono G.P.,il 24 ottobre del 2017 ho prodotto domanda al Comune di Favara per ottenere il Progetto Individuale di mio figlio disabile, previsto dall’art.14 della legge 328/2000.
Il 26 febbraio 2018 ho presentato la domanda per i benefici previsti dalla legge 112/2016 ( c.d. Legge Dopo di Noi). Ad oggi io e tutti gli altri interessati, non abbiamo avuto nessun documento valido in merito, prodotto dal Distretto Socio-Sanitario D1 di Agrigento, che per tre volte ha tentato di ottemperare alle richieste e per tre volte ha fallito.
La prima volta i genitori interessati, convocati presso l’ASL di Favara, si sono rifiutati di firmare uno pseudo progetto, in assenza della Unità di Valutazione Multidisciplinare. La seconda volta, il Distretto D1 di Agrigento ha inviato agli interessati ulteriori progetti, che non sono stati accettati dall’Assessorato alle Politiche Sociali di Palermo, che ha modificato la scheda-progetto, per venire incontro alle difficoltà della U.V.M., ( preciso che anche questa volta io non ho condiviso il progetto di vita di mio figlio). Per la terza volta il Distretto D1 ha inviato ai genitori un progetto di vita comprensivo del progetto Dopo di Noi, che nessun genitore dei disabili di Favara interessati ha condiviso.
Siamo al quarto tentativo affidato alla stessa Commissione, e, intanto, i disabili aspettano che avvenga il miracolo, mentre le loro condizioni si aggravano per i mancati interventi dovuti.
Il mio ottimismo mi porta a pensare ad un immediato intervento sulla questione sollevata, da parte del Distretto e anche di diverse Istituzioni, compreso il Comune di Favara.