Lettera firmata
Nel nostro Paese vengono varate numerose leggi, molte delle quali non trovano applicazione, altre, invece, “vengono applicate per i nemici e interpretate per gli amici “.
Le leggi sono lo strumento del vivere onesti ed integri nella società; se è vero, come è vero che esse nascono per risolvere e regolamentare un problema o un bisogno collettivo, la non applicazione delude e crea sfiducia nelle Istituzioni. Le leggi sono soggette alla interpretazione della cosiddetta burocrazia e quindi soggette alla capacità ed al buonsenso di chi le deve applicare.
Sono G.P. e ho vissuto momenti di sbigottimento nel constatare che una richiesta di riconoscimento del Q.I., quale requisito per ottenere i benefici ai disabili della L.R. 8/2017, viene diversamente evasa nella stessa giornata per due disabili, una viene accettata e l’altra rigettata. Quella rigettata è quella di mio figlio (legge applicata per i nemici), quella evasa positivamente è “legge interpretata per gli amici“.
Succede questo nel Distretto Sociosanitario D1 di Agrigento, posto dove si ha il dovere di organizzare servizi e non di esercitare un potere. La Commissione U.V.M., formata da professionalità specifiche per valutare e risolvere i problemi dei disabili, ha ritenuto più opportuno cavillare sulla data di presentazione di una diagnosi, piuttosto che riconoscere una patologia. Tali madornali errori non favoriscono quella credibilità che dovrebbe avere l’ U.V.M. a cui sono affidati compiti molto delicati. Il fatto sembrerebbe incredibile, ma è vero, sono sicuro perché i due disabili di che trattasi, sono stati ricoverati nello stesso ospedale, negli stessi giorni, la relativa documentazione del Q.I. è stata rilasciata nella stessa data e sono stati visitati dalla U.V.M. di Agrigento nello stesso giorno (uno la mattina, l’altro il pomeriggio). E’ grave avere cavillato sulle date, ancora più grave è avere valutato diversamente due casi simili, due casi di disabili, di persone deboli, di bisognosi di attenzione. Chi ha il compito di formare organismi giudicanti, si assume la grandissima responsabilità di garantire grande capacità di giudizio benevolo, comprensione e generosità per chi ha bisogno. Se queste doti dovessero affievolirsi, penalizzando i più deboli, si assume la responsabilità dei danni che simili atteggiamenti possono provocare.