Lettera firmata
Le Leggi dello Stato hanno spesso una forma letteraria contorta ed equivoca, che porta ad interpretazioni sofferte e vede conflitti che sfociano in contenziosi tra Stato e Regioni, tra Regioni e Province ed Enti Locali. Ciò danneggia fortemente i cittadini, che spesso attendono, invano, benefici previsti e non attuati. A volte si accende anche un contenzioso tra gli Uffici Periferici dello Stato o delle Regioni e gli utenti, che vede a confronto la famosa Burocrazia italiana ed i cittadini.
La diversità di vedute tra la P.A. ( nel nostro caso il Distretto Sociosanitario D1 di Agrigento ) e le famiglie di alcuni disabili, interessati alla realizzazione dei Progetti previsti dalla Legge 112/2016, cosiddetta “ Dopo di noi “, potrebbe portare ad un contenzioso che può durare nel tempo e, magari, risolversi con una sentenza tardiva ed inutile, oppure alla rinuncia delle proprie proposte quasi sempre da parte delle famiglie. In pratica si opta per evitare lo scontro e la P.A. stabilisce percorsi che spesso non raggiungono l’obiettivo, assumendosi grandissima responsabilità che potrebbe danneggiare i soggetti in questione.
Sono G.P. e parlo della diversità di posizione di famiglie e Distretto. Dopo la protesta e il disaccordo sull’ultima proposta dell’Ufficio, la quarta in ordine di tempo, è pervenuto alle famiglie un invito ad inviare, in un breve lasso di tempo, proposte di variazione dell’ultimo Progetto redatto dalla U.V.M. Ancora una volta, con incredibile ostinazione, penso si voglia evitare il confronto umano, la discussione aperta ed efficace, che assieme potrebbe far nascere una decisione condivisa e proficua per i disabili, che dal 2018 attendono gli aiuti previsti dalla Legge. Questa fase fa capire che l’ultima decisione spetta sempre al Distretto. Salta agli occhi l’avvertimento contenuto nella lettera d’invito, che così recita: “ L’eventuale assenza alla convocazione comporterà l’esclusione definitiva dal piano del “ Dopo di noi “ “. Siamo alla quarta convocazione, con tre anni di ritardo e questa frase certamente non promette bene.
Ritengo utile che si cambi metodo di approccio da parte di tutti; il confronto sereno è sempre efficace, ma è bene fare chiarezza sui ruoli, poiché i soldi dei finanziamenti sono soldi nostri e gli aventi diritto all’assistenza, cioè i disabili, sono figli nostri. La P.A. deve solamente guidarci con le giuste professionalità, per attuare il percorso più idoneo ad ottenere i migliori risultati.