Andare di sera nella Valle dei Templi di Agrigento ed incontrare Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Emanuela Setti Carraro, Rita Atria, Francesca Morvillo, Emanuela Loi, i piccoli Giuseppe Di Matteo e Stefano Pompeo, Emanuela Sansone, Ida Castelluccio ed il suo piccolo mai nato, la mamma di Peppino Impastato e quella del giudice Rosario Livatino.
Non preoccupatevi non è stato un incontro con i loro fantasmi, ma con le loro anime, con il loro pensiero, le loro riflessioni, il loro essere ancora presenti nella nostra società, se non con il corpo sicuramente con le loro anime. “ANIME CHE SI CHIAMANO” è l’eccellente piece teatrale scritta “di getto e in una notte” dalla vulcanica Antonella Morreale, scrittrice, regista, attrice, presidentessa dell’Associazione Arcobaleno di Favara con sede legale anche a Roma, andata in scena ieri sera nel Teatro della cavea del Tempio di Giunone grazie alla collaborazione del Parco Archeologico Valle dei Templi di Agrigento.
Un bel progetto teatrale che da voce e corpo, o meglio “anima”, a vittime innocenti di mafia, ai loro familiari, “Anime che si chiamano” e che ci incontrano e ci trasmettono i loro pensieri, le loro paure, i loro messaggi. Uomini, donne, ragazzi che mano mafiosa ha ucciso spezzando le loro vite, bloccando i loro progetti.
Un incontro surreale ma diretto, che ha visto il numeroso pubblico presente, rispettoso delle norme anticovid, riflettere sulla mafia, far proprio il dolore, lo sfogo, le emozioni suscitate da tutti gli interventi delle “anime” intercalate dalla musica e dalle canzoni di Antonio Zarcone, Mimmo Pontillo e Roberto Puccio.
La serata, presentata dalla giornalista Margherita Trupiano, ha visto alternarsi sul palco quindici attori-attrici che hanno interpretato le anime di magistrati, poliziotti, testimone di giustizia, vittime di mafia, i loro familiari, uomini, donne, ragazzi, in un intreccio di forti emozioni e profonde riflessioni, apprezzate e condivise dal pubblico che non ha lesinato scroscianti applausi.
Antonella Morreale ha voluto evidenziare anche la Sicilia, interpretata da Lia Cipolla e Susy Indelicato, quella buona e quella cattiva, con le sue contraddizioni, le sue eccellenze e, purtroppo, le sue presenti negatività.
Angelita Butera – Emanuela Sansone la prima donna vittima di mafia a Palermo nel lontano 1896;
Simona Carisi – Francesca Morvillo moglie di Giovanni Falcone, interpetrato da Lillo Pecoraro, morta con lui nell’attentato di Capaci il 23 maggio 1992;
Teresa Cinque – Emanuela Setti Carraro moglie del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, morta con lui e con l’agente Domenico Russo nell’attentato di via Isidoro Carini a Palermo il 3 settembre 1982;
Oriana Paolocà – Ida Castelluccio, moglie di Nino Agostino, incinta di due mesi uccisa assieme al martito, agente del Sisde a Villagrazia di Carini il 5 agosto 1989;
Annamaria Bennardo – Felicia Bartolotta la mamma di Peppino Impastato ucciso a Cinisi il 9 maggio 1978;
Francesca Vella – Emanuela Loi agente di scorta di Paolo Borsellino, interpetrato da Totò Costanza, uccisa nell’attentato di via D’Amelio a Palermo assieme al giudice e agli altri agenti di scorta il 19 luglio 1992;
Zaira Picone – Rita Atria testimone di giustizia legata alla figura di Paolo Borsellino che si suicidò a 17 anni subito dopo la strage di via D’Amelio;
Laura Pompeo – Rosalia Corbo mamma del giudice Rosario Livatino assassinato dalla “stidda” sul viadotto Gasena sulla SS 640 il 21settembre 1990;
Gabriele Puma – Giuseppe Di Matteo ucciso a 15 anni per ritorsione contro il padre Santinio, mafioso e poi pentito, Giuseppe fu prima strangolato e poi il cadavere liquefatto in una vasca di acido; Gabriele Vitello che ha interpreto Stefano Pompeo il ragazzino di Favara vittima innocente di mafia uccisio in contrada Lucia Favara il 21 aprile 1999.
Giusy Urso che ha intrepretato tutti i familiari delle vittime innocenti di mafia.