Lettera in redazione
Gent.mi
Stiamo intervenendo solo ora in quanto riteniamo che l’incendio che ha distrutto il monumento dell’immigrazione, l’imbarcazione PESKADOR, non diventi il simbolo di una Favara razzista che non è.
L’imbarcazione PESKADOR è stata affidata dalla procura della Repubblica su espressa richiesta ai frati francescani di Favara che sono diventati titolari del bene con verbale di passaggio di consegna dalla agenzia delle dogane di Porto Empedocle al convento dei frati di Favara, successivamente il comune di Favara con atto deliberativo di giunta ha elevato il Peskador a monumento pubblico prendendosi l’impegno (senza mai mantenerlo fino al suo completo abbandono) della custodia, della tutela e della manutenzione dello stesso, affinché venisse evitato che il degrado dell’imbarcazione diventasse, per i materiali contenuti un pericolo alla salute pubblica.
Oggi, il monumento, è stato dato alle fiamme. Da chi e perché?
A questa domanda darà di sicuro una risposta la Procura di Agrigento che ha aperto un’indagine sull’accaduto.
Quello che oggi, invece, vogliamo affermare con forza dopo 3 anni di presenza, come Associazione dei Consumatori che conta, solo in ambito locale, quasi 500 iscritti, che Favara non è razzista.
Anzi il cittadino favarese si è sempre distinto per la sua accoglienza, integrazione e cordialità, nei confronti del “forestiero”. Qualunque sia la sua provenienza e il suo ruolo nella società.
Quello che emerge dall’incendio del PESKADOR è la coscienza di una città che urla no al razzismo ed alla quale chiediamo di alzare la voce non solo quando si verifica l’irreparabile ma anche prima che lo stesso si verifichi proprio per evitare, successivamente, di piangere sul “latte” ormai versato.
Sottolineano, in fine, che a quest’ultimo rimprovero non si sottrae nemmeno l’Associazione scrivente.
Konsumer Agrigento
F.to il coordinatore
Avv. Giuseppe Di Miceli.