Il fenomeno immigratorio ad Agrigento, per fortuna, non è solo caratterizzato da situazioni estreme, o oltre il limite della severa normativa in vigore. Sono numerose, infatti, le famiglie d’immigrati ormai pienamente “italiane”, inserite nel nostro tessuto sociale ed economico, con un lavoro stabile, con figli nati in Italia, che parlano con uno spiccato, ma naturale, accento nostrano. Sono i regolari che hanno reso multietnica la società nella nostra provincia, che pagano le tasse contribuendo, in tal modo, al sostegno della “cosa pubblica” e che tra non molto potrebbero anche avere i loro rappresentanti negli organi collegiali degli enti locali, potendo in tal modo realizzare quella “cittadinanza attiva” che da tempo si richiede alle persone che vogliano impegnarsi, mettendosi a disposizione dei soggetti competenti, al fine di partecipare alla concretizzazione di attività di politica sociale. Ad Agrigento è cambiata anche la “geografia” degli esercizi commerciali, adesso in molti casi gestiti dagli stranieri (soprattutto cinesi, ma non solo) residenti nella nostra provincia. Negozi che, paradossalmente e per buona pace delle numerose persone che storcono il naso a sentire tali notizie, danno anche lavoro a ragazzi italiani, i quali, regolarmente assunti, iniziano in tal modo a beneficiare di una relativa indipendenza economica: aspetto, quest’ultimo, che di questi tempi è decisamente da non sottovalutare. Ma come si scriveva all’inizio, anche la situazione dell’immigrazione nella provincia agrigentina può essere paragonata a un medaglia dalle due note facce. Infatti, accanto a esempi di regolarizzazione tramite i molti e legittimi ricongiungimenti familiari, permangono ancora tante situazioni di disagio e di illegalità, che spesso, purtroppo, fanno il gioco della criminalità presente in provincia. L’auspicio è che tali ultime condizioni possano venire meno anche grazie alla vicinanza sociale e a una reale solidarietà umana che tutti noi, in quanto uomini, dovremmo manifestare nei confronti degli stranieri. Nell’assoluto rispetto della legge italiana, va, infatti, necessariamente riconosciuta loro l’opportunità di potersi creare una nuova vita, libera da pressioni e lontana dai ricatti e la loro presenza nel nostro territorio non dovrà essere più considerata superficialmente come un pericolo o una causa d’impoverimento, ma al contrario come un’opportunità di crescita personale e sociale, al fine di poter meglio garantire una più vera e reale convivenza tra diverse culture ed etnie. Un significativo dettaglio, infatti, che non bisognerebbe mai dimenticare è che “immigrati” in terre straniere, lontane e molto spesso diffidenti furono anche molti dei nostri nonni e alcuni dei nostri padri.
Antonio Fragapane
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Immigrati ad Agrigento: una breve analisi (parte seconda)
By vedisotto3 Minuti di lettura