La situazione sul degrado della città, al suo interno e nelle periferie, è insostenibile, vergognosa.
Noi favaresi agli occhi degli altri, inutile negarlo, siamo degli incivili, zozzi e sporcaccioni, cosicché oltre al danno economico, per la salute e per l’ambiente ci prendiamo gli insulti di chi arriva nella nostra città.
Intanto, la gente soffre e si lamenta, senza aggiungere altre concrete azioni.
In un triste resoconto, la sindaca, Anna Alba, corre da una punta a l’altra del paese per fare bonificare i luoghi, nello stesso tempo gli incivili generano altri immondezzai in una sorta di paradossale tela di Penelope, i vigili sono pochi e si è avvertito come un fatto eccezionale una sola contestazione ad un cittadino… Non se ne può più! E’ la Caporetto con la grande disfatta dei favaresi virtuosi, che potrebbero essere difesi da una seria lotta all’evasione fiscale, semplicemente scoprendo chi non ha ritirato i mastelli per la raccolta differenziata o da un efficace controllo del territorio con la video sorveglianza o con un ulteriore giro di raccolta e di verifica in tarda mattinata da parte gestore del servizio.
Le soluzioni sono tante rispetto all’attuale resa incondizionata.
Siciliaonpress fa la sua parte costantemente un giorno si e l’altro pure, i partiti, le associazioni, le stesse istituzioni in particolare quelle responsabili della salute pubblica che fanno?
Non ci sono denunce contro ignoti per il reato di inquinamento ambientale, che è penale. Nella strada che porta al palazzetto dello sport c’è una discarica di significativa dimensione e quando piove le acque attraversano filtrando i rifiuti e si riversano in un ruscello a valle. Non accade nulla agli incivili che restano impuniti eppure ai sensi dell’art. 452-bis) C.P., “è sanzionato con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000, chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna”. “Quando l’inquinamento sia prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico,ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette (v. art. 452-bis, ult. Comma)”.
A Favara, con amarezza, devo affermare che non si applica la legge e le conseguenze le pagano tutti i cittadini che vengono “promossi” sporcaccioni, quando sono le vittime di un sistema che non funziona. Vittime non difese dell’inquinamento, dei danni economici per le aziende che operano nel settore turistico e l’elenco è lungo.
Cosa dobbiamo fare? Credo che la prima e immediata risposta è: togliersi le fette di prosciutto dagli occhi e agire senza dividerci contro il negativo fenomeno, farci cittadini della nostra Favara. Iniziamo con il chiedere i nostri diritti, si archivi la rassegnazione, se l’amministrazione comunale non è in grado per carenza di mezzi, chieda aiuto al Prefetto di Agrigento, chiami l’esercito se occorre, ma non ci si chieda si sopportare ancora.