Giuseppe Nobile consigliere comunale
L’anno 2020 è stato segnato da una serie di scioperi da parte dei netturbini che si sono protratti da febbraio fino all’estate.
Lo sciopero di giugno ha segnato forse il picco massimo dell’agitazione: cinque giorni di proteste che si sono consumati in un paese sempre più sommerso dai rifiuti e sempre più messo in ginocchio.
Il braccio di ferro dei netturbini si concluse con un incontro tra il Prefetto e una delegazione di operatori ecologici. Sembrava che il fenomeno non si sarebbe più ripetuto ed invece si è ripresentato in forma ancora più preoccupante nell’attuale pericoloso periodo di crisi sanitaria ed di riflesso anche economico.
A mio parere, piuttosto di puntare il dito contro i colpevoli, se ve ne sono, risulterebbe più utile indagare analiticamente le cause di questo enorme problema.
Il problema originario è senz’altro un’eccessiva evasione della tassa sui rifiuti, il che comporta la diminuzione della voce in bilancio del Comune deputata al pagamento di questo servizio; un ulteriore punto su cui occorre riflettere è il disinteressamento che, in questi tempi di pandemia e incertezza, il governo regionale sta dimostrando rispetto alle esigenze dei cittadini. Gli organi comunali e la Sindaca si trovano, per tale ragione, costretti ad affrontare da soli e sprovvisti di mezzi una situazione di emergenza che si ripresenta in maniera ciclica e sistematica. Rivolgo, quindi, un forte invito alla nostra Prima Cittadina affinchè, in virtù dell’istituzione che rappresenta, possa a sua volta interpellare il Prefetto nel tentativo di giungere ad una risoluzione definitiva del problema che attanaglia il nostro paese.
La mia speranza è che la causa dei nostri netturbini venga abbracciata dalla quasi totalità della comunità cittadina: sarebbe, infatti, profondamente sbagliato liquidare questa problematica come una grana isolata di una determinata classe di lavoratori. Gli operatori ecologici svolgono un imprescindibile servizio per la società e una mancata armonizzazione dei loro interessi con quelli della popolazione nella sua interezza comporterebbe un degrado pubblico le cui ripercussioni non hanno limiti.