Recentemente, l’otto agosto 2020, a Bisacquino, paese natale del Vescovo di Agrigento Giuseppe Petralia (1906-2000), il Dottore Filippo Sciara ha ricevuto il Premio Letterario “Mons. Giuseppe Petralia, Vescovo e Poeta” Anno Domini MMXX III edizione, per la qualificata opera di storico e ricercatore che lo ha visto impegnato nella ricostruzione dell’identità civica.
La passione di Filippo Sciara per la ricerca storica, ha avuto inizio, fin dall’adolescenza, quando si recava, assieme ad altri ragazzi, sul monte Caltafaraci, presso Favara, dove era affascinato dalle testimonianze archeologiche visibili sul terreno.
Nello stesso periodo iniziava a frequentare, molto spesso, la biblioteca comunale di Favara “Barone Antonio Mendola”, scrigno preziosissimo del sapere umano, per i suoi numerosissimi libri di vario genere, storico, letterario, artistico e soprattutto ampelografico.
Fu in questo luogo che Filippo Sciara, ancora adolescente, iniziava a studiare, da autodidatta, la storia della Sicilia, dal periodo antico a quello moderno, per comprendere ed approfondire anche quella di Favara. Quando leggeva un libro di storia, dava grandissima importanza alle fonti storiche e alla bibliografia utilizzata dall’autore: un libro rimandava a numerosi altri libri e alle fonti manoscritte e non, presenti negli archivi di Stato. All’età di 16 anni cominciava a frequentare, le biblioteche e gli archivi storici di Agrigento e Palermo.
I risultati non si fecero attendere: all’età di 18 anni, nel 1977, pubblicava il suo primo studio sul “Castello dei Chiaramonte” di Favara, in cui proponeva, già allora, le origini sveve del maniero, cioè la costruzione da parte dall’imperatore Federico II di Svevia. Si veda F. Sciara, Il castello dei Chiaramonte, in “Il Raggio”, periodico culturale di Favara.
Cosciente della grande importanza che riveste il patrimonio storico ed artistico per l’identità culturale di un popolo, nel gennaio 1979, ancora diciannovenne, pubblicava un articolo dal titolo provocatorio “È patrimonio storico ed artistico? Buttiamolo nell’immondizia”, dove metteva in evidenza lo stato di perdizione e abbandono delle aree archeologiche del territorio di Favara, che erano state oggetto di scavi clandestini, da parte di tombaroli; la distruzione di opere di pregio storico e artistico come la fontana della Giarritella; lo stato di abbandono delle chiese di Favara, che erano state oggetto di numerosi furti riguardanti i pregevoli quadri di pittura ivi presenti; il gravissimo scempio verificatosi attorno al castello dei Chiaramonte, di cui ricordava le numerose deturpazioni e distruzioni verificatesi nel corso dei secoli, ma anche in tempi recenti. Si veda F. Sciara, È patrimonio storico e artistico? Buttiamolo nell’immondizia, in “Sudovest”, quindicinale per la trasformazione di Favara, 15 gennaio 1979.
Tra i numerosi convegni sul patrimonio storico-artistico favarese, organizzati da Filippo Sciara, ricordiamo il primo, cioè quello sul Castello dei Chiaramonte, svoltosi a Favara, il 15 gennaio 1983, con annessa mostra fotografica, visitabile fino al 21 dello stesso mese. In questo convegno, il nostro Sciara, appena ventitreenne, era riuscito a coinvolgere e portare a Favara, focalizzando l’attenzione sul monumento simbolo del paese, studiosi di grande livello culturale, come il Prof. Giuseppe Bellafiore, ordinario di Storia dell’Arte dell’Università di Palermo; il Prof. Camillo Filangeri, ordinario di Storia dell’Architettura dell’Università di Palermo; il Prof. Ernesto De Miro, ordinario di Storia dell’Arte Greca e Romana dell’Università di Messina, nonché Soprintendente alle Antichità di Agrigento.
Filippo Sciara, iscritto al corso di laurea in Medicina Veterinaria, presso l’Università degli studi di Pisa, nel periodo della sua permanenza nell’ateneo pisano, contemporaneamente agli studi di medicina veterinaria, portava avanti ricerche di storia medievale, con molti contatti e confronti con specialisti del settore (professori e ricercatori universitari), che gli hanno permesso di acquisire una preparazione di base e una metodica di indagine storica, che nel tempo si è dimostrata molto valida.
Gli veniva proposto, infatti, senza che lui avesse manifestato alcun interesse, un periodo di collaborazione con la facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa, dove veniva incaricato di svolgere dei Seminari sulla evoluzione delle razze canine nel bacino del Mediterraneo, al Corso di Specializzazione in Patologia e clinica degli animali d’affezione, al quale si era specializzato nel 1993. Importante è in merito la sua pubblicazione, in data 15/5/1994, dell’estratto della Tesi di Specializzazione in Malattie dei piccoli animali, dal titolo Il Cirneco di Sicilia, evoluzione attraverso i secoli, nella rivista Il Progresso Veterinario, Organo Ufficiale della Federazione Nazionale Ordini Veterinari italiani. Per tali studi, lo Sciara aveva fatto lunghi viaggi nei luoghi d’origine storica dei cani del mondo antico, nel bacino del Mediterraneo. Si era infatti recato nei territori dell’antico Egitto, in Grecia, a Malta e in Spagna, oltre che in varie parti della Sicilia e dell’Italia tutta.
Sempre nel 1994, iniziava un periodo di collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma, con l’Istituto di Storia dell’Arte Medievale, per lo studio delle dimore di caccia (sollazzi) dell’imperatore Federico II di Svevia nel Regno di Sicilia. Questa collaborazione gli ha consentito di partecipare, come relatore, ad importanti convegni internazionali sul periodo Svevo e a pubblicare lavori di ricerca storica in Atti di Convegni e in riviste di altissimo profilo culturale.
Nel settembre 1994 ha partecipato al convegno internazionale di studi su Federico II e la Sicilia. Dalla terra alla corona, vivit et non vivit, svoltosi a Palermo – Enna – Catania, con una relazione dal titolo Le dimore e riserve di caccia di Federico II imperatore in Sicilia, dove veniva presentato come collaboratore dell’Università La Sapienza di Roma. Nelle date 30 novembre e 1 dicembre 1995, ha partecipato al convegno internazionale di studi Cultura artistica, città e architettura nell’età federiciana, svoltosi nella Reggia di Caserta, con una relazione dal titolo Le dimore e riserve di caccia di Federico II in Campania. Dopo aver fatto importanti scoperte su alcune dimore di caccia di Federico II ancora inedite, nel territorio campano e lucano, ha pubblicato: F. Sciara, Ritrovate le residenze di caccia di Federico II imperatore a Cisterna (Melfi) e presso Apice, nella rivista Arte Medievale, periodico di critica d’arte internazionale della Enciclopedia Treccani. Per perfezionare i suoi studi medievali, Filippo Sciara faceva lunghi e ripetuti viaggi in vari paesi europei come Germania, Francia, Spagna, oltre che in molte regioni italiane, visitandone i castelli e le chiese medievali, nonché le biblioteche e gli archivi storici.
Il Prof. Antonio Cadei, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Medievale, dell’Università La Sapienza di Roma, Condirettore della Enciclopedia Medievale Treccani, Accademico ai Lincei, il massimo studioso italiano ed europeo dell’architettura sveva, di fine Novecento, (con il quale ha collaborato il Dott. Filippo Sciara), nel convegno internazionale dell’arte medievale, Medioevo: i modelli, svoltosi a Parma, nei giorni 27 settembre – 1 ottobre 1999, nella sua relazione avente per titolo Le origini dei castelli quadrati federiciani. Aggiunte all’ipotesi crociata, con riferimento al nostro Sciara, riportava: «la domus di Apice, nota documentariamente dal 1241, i cui resti ancora consistenti, anche se gravemente compromessi, rintracciati sulla base di una indagine pianificata del territorio che si è avvalsa della specifica, preziosa competenza del dottore Filippo Sciara, permettono di stabilire la corrispondenza con la tipologia rappresentata dalle domus di Palazzo San Gervasio, Gravina e Marano di Napoli».
Il Prof. Ferdinando Maurici, che ha insegnato all’Università di Bologna, uno dei massimi studiosi dei castelli medievali di Sicilia, curatore delle conclusioni del convegno internazionale, svoltosi a Caltanissetta il 24 maggio 2014, con il titolo Nelle terre dei Normanni. La Sicilia tra Ruggero I e Federico II, ha così commentato la relazione del Dott. Sciara: «Nell’agrigentino, in territorio di Favara, rimaniamo con l’intervento di Filippo Sciara, veterinario e storico medievalista, dedicato a L’insediamento arabo-normanno e svevo nel territorio di Favara presso Agrigento […] Il lungo e dettagliatissimo catalogo dei siti di età islamica e normanna nel territorio favarese è offerto sulla base di una profonda e capillare conoscenza del territorio, dovuta anche all’attività professionale di Sciara, e sulla scorta della documentazione scritta che l’autore manovra con maestria da professionista anche della ricerca storica. Il contributo si segnala per l’estrema puntualità e la ricchissima messe di dati offerti (riassunti in una utilissima carta), terminando con una proposta destinata a far discutere e ad incrementare quindi il dibattito scientifico sull’eccezionale manufatto architettonico costituito dal palatium di Favara: la sua identificazione con il casale apud Cunianum già sede di un sollatium federiciano».
Il Dottore Filippo Sciara, oggi dirigente veterinario presso l’ASP di Caltanissetta, facente parte di diverse società storiche siciliane, di alto profilo culturale, come Società Sicilia, Officina di studi Medievali di Palermo e Società Nissena di Storia Patria (di quest’ultima è membro del Direttivo), ha, al suo attivo, la partecipazione, come relatore, a ben 16 convegni internazionali e
circa 40 pubblicazioni effettuate, molte delle quali riguardanti Favara e il suo territorio. Qui ne ricordiamo, per brevità, oltre a quelle sopra riportate, soltanto alcune: F. Sciara, Favara, guida storica e artistica, Agrigento 1997; F. Sciara, Il castello di Favara, aggiornamenti, in Castelli medievali di Sicilia, Regione Siciliana, Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione dei Beni Culturali e Ambientali, Palermo 2001; F. Sciara, Sulle origini sveve del castello di Favara (AG), nella rivista Incontri. La Sicilia e l’altrove, gennaio 2017; F. Sciara, I possedimenti di Gregorio Magno nell’Agrigentino e l’insediamento bizantino nel territorio di Favara, in Atti convegno internazionale di studi Sicilia millenaria dalla microstoria alla dimensione mediterranea, Montalbano Elicona ottobre 2015, Reggio Calabria 2017; F. Sciara, Le origini dei Chiaromonte nel regno di Sicilia, in Atti del convegno di studi Ricerche storiche e archeologiche nel Val Demone, Barcellona Pozzo di Gotto, 1 e 2 aprile 2017, Archivio Nisseno, supplemento n. 20, Caltanissetta; F. Sciara, I loca solatiorum et defensarum di Federico II imperatore in Sicilia, in Atti convegno internazionale di studi Sicilia millenaria dalla microstoria alla dimensione mediterranea, II sessione, 13, 14 e 15 ottobre 2016, Santa Lucia del Mela, in Archivio Nisseno, supplemento n. 21, Caltanissetta 2017; F. Sciara, Federico II nei luoghi di elezione fra battute di caccia ed esercizio del potere, in Il secolo di Federico II. Ascesa e declino di una dinastia europea, speciale Sicilia, in Incontri. La Sicilia e l’altrove, luglio 2018; F. Sciara, Ritrovato il palazzo di caccia di Federico II di Svevia nella foresta del Camaro presso Messina, in Archivio Nisseno, n. 23. luglio 2018; F. Sciara, Storia della chiesa Madre di Favara (AG), in Incontri. La Sicilia e l’altrove, aprile 2019; F. Sciara, Il castello-motta di Burgio presso Caltabellotta, in Atti convegno internazionale di studi, Sicilia Millenaria. Dalla microstoria alla dimensione mediterranea, III sessione, Università di Messina – Rometta, 8, 9 e 10 novembre 2019, in Archivio Nisseno, supplemento n. 23, Caltanissetta 2019; F. Sciara, I rapporti tra Pisa e la Sicilia nel Medioevo, in Atti convegno internazionale di studi storici Regno d’Aragona, Pisa e Sicilia nel Mediterraneo, Carini maggio 2019, Archivio Nisseno, supplemento n. 24, n. 1, Caltanissetta 2019; F. Sciara, Il casale di Furnari nel Medioevo, in Atti del convegno internazionale di studi storici Immagini scritture, pietre. Territorio e identità nella storia di Sicilia, Università di Messina – Furnari, 10 e 11 novembre 2018, Archivio Nisseno, supplemento n. 24, n. 2, Caltanissetta 2019; F. Sciara, La nuova Chiesa Madre dell’Ottocento a Favara, in Archivio Nisseno, anno XIV – N. 26, gennaio – giugno 2020; F. Sciara, Il barone Antonio Mendola di Favara e la creazione di nuovi vitigni nell’Ottocento, in Galleria, Rassegna semestrale di cultura, di storia patria, di scienze letterarie e artistiche e dell’antichità siciliane, anno I – N. 1, luglio – dicembre 2020, Società Sicilia.
Per i suoi grandi meriti di storico e ricercatore, il Dottore Filippo Sciara riceveva, nell’ambito del 138° anniversario della nascita di Luigi Pirandello, Le città e i paesi di Pirandello, il premio Pergamena Pirandello 2005, per gli alti meriti culturali di ricerca e di divulgazione, Agrigento Casa natale Museo di Luigi Pirandello al Caos, 26 giugno 2005. Recentemente, l’otto agosto 2020, a Bisacquino, paese natale del Vescovo di Agrigento Giuseppe Petralia (1906-2000), il Dottore Filippo Sciara ha ricevuto il Premio Letterario “Mons. Giuseppe Petralia, Vescovo e Poeta” Anno Domini MMXX III edizione, per la qualificata opera di storico e ricercatore che lo ha visto impegnato nella ricostruzione dell’identità civica.
Anche in campo veterinario, il Dottore Sciara, nei primi anni 90 del Novecento, riceveva due premi, di 1° classificato, in due anni diversi, dall’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Agrigento, per i suoi alti meriti nella ricerca scientifica.
Nelle pagine di questo nostro giornale abbiamo ospitato, in varie occasioni, gli scritti di questo nostro benemerito concittadino e, fra pochi giorni proporremo l’ultima sua ricerca storica riguardante La nuova Chiesa Madre dell’Ottocento a Favara, che si pone di grande valore culturale, per i numerosi documenti riportati, del tutto inediti, che gettano nuova luce sulla costruzione della nostra Madrice, la quarta, in ordine di tempo, costruita nel nostro paese.