La città di Agrigento ha nuovo stemma ufficiale. E’ quello approvato dall’ufficio Araldica della Presidenza del Consiglio dei ministri l’anno scorso e conclude un iter durato quasi dieci anni.
Il simbolo della città riprende uno bassorilievo del XV secolo caratterizzato dalla presenza dei tre titani, con al centro la gigante Fama, simbolo di fertilità e nella parte sommitale delle tre torri, l’eucaristia.
A realizzarlo è stato l’artista agrigentino Sergio Criminisi, che vi ha lavorato quasi tre anni, con la diretta collaborazione di Luigi Ruoppolo e Domenico Sinaguglia.
Era il 2011 quando si scoprì che l’attuale gonfalone (quello con tre giganti maschi e con una banda rossa) non era regolare: lo fece notare un cittadino che chiese un intervento all’ufficio governativo il quale confermò che lo stemma della città fin qui usato era una versione risalente al 1939.
Un illustratore, tale Pietro Fedele, su richiesta del podestà cittadino, collocò sullo scudo con i tre giganti un capo rosso (simbolo del Socialismo) e il fascio littorio, che poi venne sostituito dal simbolo della Repubblica.
Un fatto, questo, giudicato “arbitrario e non consono”, dall’ufficio araldica, perché sarebbe dovuto saltare l’intero capo rosso. “La Città di Agrigento – sentenziava quindi l’Araldica – attualmente usa uno stemma non rispondente a quanto a suo tempo riconosciutole”. Da qui partì il lungo inter: l’amministrazione comunale chiese, allora, una specie di sanatoria, anche se lo stesso consiglio comunale non era d’accordo e chiese di rifare l’emblema. Ma fino all’elezione della successiva amministrazione, nel 2015, non venne fatto nulla. Poi la richiesta all’ufficio Araldico della Presidenza della Repubblica con il nuovo stemma, disegnato, appunto, dall’artista agrigentino Sergio Criminisi e nel 2019 giungeva la risposta positiva.
Il nuovo stemma legittimato dall’Araldica dello Stato è stato consegnato ufficialmente al sindaco Miccichè, lo scorso 24 novembre, dal prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa.