Da un recente rapporto dell’UNICEF, in collaborazione con l‘ILO-IPEC ,si legge che il fenomeno del lavoro minorile è concentrato soprattutto nelle aree più povere del pianeta, in quanto sottoprodotto della povertà, che contribuisce anche a riprodurre. Tuttavia, non mancano casi di bambini lavoratori anche nelle aree marginali del Nord del mondo.Non mancano di certo altri dati drammatici: dal Secondo Rapporto mondiale sul lavoro minorile elaborato dall’International Labour Organization (ILO) indicano nel 2004 circa 218 milioni di minori tra i 5 e i 17 anni coinvolti nel lavoro minorile (child labour), di cui 126 milioni in lavori pericolosi (hazardous work). L’Italia è uno dei paesi che collabora con l’ILO per contrastare il lavoro minorile, ed è impegnata sia sulla prevenzione che sulla vigilanza, favorendo la conoscenza dell’entità del fenomeno ed il suo superamento.
Nonostante negli ultimi anni si siano moltiplicati i soggetti, anche istituzionali, che si dedicano allo studio del lavoro minorile,questo rimane un “grande” problema.Non sono bastate neppure una “sfornata”di leggi: L. 977/67 Tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti. L. 157/81 Età minima di accesso al lavoro: 15 anni in generale, 13 per i lavori leggeri, 18 per i lavori pesanti (16 in casi speciali). L. 176/91 Art. 28: Diritto all’educazione; Art. 32: Protezione da sfruttamento economico ed attività nocive. L.148/2000 Proibizione e immediata azione per l’eliminazione delle forme peggiori di lavoro minorile. D.Lgs 345/99 Protezione dei giovani sul lavoro. Con il D.Lgs 262/2000 disposizioni integrative e correttive del D.Lgs 345/99 in materia di protezione dei giovani sul lavoro. D.Lgs 77/2005 Definizione delle norme generali in merito all’alternanza scuola-lavoro, a norma dell’art. 4 L. 53/2003. L. 296/2007 (Finanziaria 2007) Istruzione obbligatoria impartita per almeno 10 anni (da 6 a 16 anni) con conseguente aumento da 15 a 16 anni dell’età per l’accesso al lavoro (escluso il settore dello spettacolo e dello sport). Il problema è a monte: lo Stato, che scrive le leggi ma non li applica.La scuola,che non sa offrire prospettive. Bisogna spezzare queste “catene”.Bisogna fare di più per le famiglie che vivono in condizioni disperate. Bisogna fare in fretta,per ridare un sorriso a centinaia di bambini che attendono l’alba per recarsi nei campi, al bar che apre alle 6,al ristorante che chiude alle 24.
Diceva Milan Kundera saggista e poeta Ceco: “ I bambini sono senza passato ed è questo tutto il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso”.