Giuseppe Maurizio Piscopo.
Conosco Michele da una vita. E’ stato compagno di scuola di Antonio Zarcone, mio fraterno amico che mi ha sempre parlato di lui come di un ragazzo modello, sempre gentile elegante e disponibile. Michele canta in italiano e soprattutto in inglese con uno stile inconfondibile e con una curatissima pronuncia. Certe volte penso, che se Michele si fosse trasferito in un’altra città avrebbe fatto conoscere ed apprezzare il suo talento artistico a tutti e a quest’ora sarebbe famoso.
La musica è sempre stata la passione che l’ha accompagnato. Qualche anno fa un suo zio, che adesso vive in Canada, mi ha raccontato che quando aveva 6 anni già cantava le canzoni di Caterina Valente, una cantante internazionale molto in voga negli anni 50/60 adesso sconosciuta ai più. Era ancora un bambino quando, nei giorni successivi il festival di Sanremo, correva in edicola a comprare il libretto con i testi delle canzoni.
A 12 anni suo padre gli regalò la prima chitarra con la quale iniziò a suonare e ad imparare i primi accordi e qualche anno più tardi, come premio per una promozione al liceo, gli fece trovare una Eko 12 corde, che possiede ancora. Michele non ha mai approfondito lo studio della chitarra perché fondamentalmente lo strumento gli serviva per accompagnarsi nel canto, la sua vera grande passione. I suoi idoli a quel tempo erano il gruppo americano Credence Clearwater Revival, Elvis Presley, i Beatles ma anche i cantanti e gruppi italiani in auge.
Nonostante ciò non ha mai fatto parte di un gruppo come tanti suoi amici e si è limitato a coltivare la sua passione in solitario o in occasione di riunioni o festicciole con amici.
Negli anni successivi il lavoro e la famiglia l’hanno assorbito completamente, ma ciononostante non ha mai smesso di ascoltare musica di tanti generi spaziando dal pop al rock, dal blues allo swing. Lucio Battisti, Lucio Dalla, Pino Daniele ed i più famosi cantanti italiani ma anche Frank Sinatra, Ray Charles, Elton John, Eagles, Pink Floyd, Queen ecc…
Una quindicina d’anni fa, spinto da un amico, e vincendo una iniziale timidezza ha cominciato ad esibirsi nei locali dove c’era la possibilità di cantare ed ha avuto un riscontro positivo, ha continuato ricevendo molti apprezzamenti. Un amico, sentendolo cantare, l’ha spinto a formare un gruppo a cui venne dato il nome Sound Project che ha avuto un anno di vita. Dopo questa esperienza Michele Crapanzano è stato invitato a frequentare uno studio dove si riuniscono tanti appassionati di musica e dove ha cantato accompagnato da almeno una cinquantina di musicisti. Insieme ad alcuni amici ha formato un gruppo composto da elementi con i quali si incontra il lunedi sera e per questo motivo l’ha chiamato Monday Project (in inglese monday significa lunedi). Si sono esibiti in diversi locali ed in particolare nel 2018 hanno fatto rivivere la musica degli anni 60 nello spettacolo “ I ragazzi del 68… 50 anni dopo” e nel 2019 hanno partecipato alla venticinquesima edizione della Festa della Musica.
Parallelamente a questa attività Michele ha ricevuto richieste da molti locali per cantare ed animare feste.
Recentemente ha ricevuto l’invito a partecipare ai provini della trasmissione “ The Voice Senior” ma per motivi personali e a malincuore, ha dovuto declinare.
Quando nasce la tua passione per la musica?
Penso di averla sempre avuta, credo da quando ho cominciato a capire il mondo.
Che cosa ha rappresentato per te la canzone inglese e americana?
La canzone e la musica in generale hanno un linguaggio universale. Quella inglese e americana però ha sempre suscitato in me un fascino particolare, forse perché proveniente da nazioni con una cultura diversa da quella italiana. Questo è stato il motivo per cui al liceo ho scelto l’inglese come lingua straniera.
Ricordi il primo disco che hai ascoltato?
Ero molto piccolo, allora vivevo in Belgio e nella mia mente ho impresse ancora le note di “Milord”,una canzone della celebre Edith Piaf ( la cantante di “La vie en rose”) nella versione italiana di Milva.
Qual è stata la prima canzone che hai cantato?
La prima canzone che ho cantato accompagnandomi con la chitarra, “Una bambolina che fa no, no, no…” di Michel Polnareff, un motivo semplice formato solo da tre accordi.
Oltre ai Beatles, i Pink Floyd e i Queen quali altri gruppi musicali hai seguito in questi anni?
Oltre a tanti altri gruppi di cui sarebbe lungo l’elenco anche gruppi italiani che hanno fatto la storia della musica come i New Trolls, PFM, Nomadi, Formula tre, Pooh, Alunni del sole ecc…
Qual è il potere di una canzone?
Tutto dipende dal momento in cui la ascolti, ti può dare un benessere fisico se ti ricorda bei momenti, ti può dare un senso di tristezza se ti fa venire in mente un brutto ricordo, oppure ti può far scoprire che il testo sta raccontando un pezzo della tua vita e allora scatena l’allegria se il ritmo è coinvolgente.
Hai mai scritto una canzone d’amore?
No. Né d’amore né altro tema, non mi sono mai cimentato ma… mai dire mai.
Hai mai pensato di vivere solo di musica e di trasferirti in un’altra città?
E’ un’opzione che non ho mai messo in conto anche se, in fondo al cuore…
Cosa pensi di Frank Sinatra, conosci la sua storia? I suoi parenti sono di Lercara e sono emigrati negli Stati Uniti ad Hoboken ed ogni anno a Lercara Gianfilippo Geraci e Antonio Licata organizzano il My Way Festival…
Cosa pensare di un artista soprannominato “The Voice”? Che miglior soprannome non poteva essere scelto! Conosco la sua storia, la sua discografia, i suoi film. E se un nome doveva essere dato ad un Festival in suo onore, non poteva essere che quello della sua canzone più famosa.
Hai dei rimpianti? Potevi affermarti nella musica. So che hai avuto anche la proposta di partecipare a The voice senior.
Rimpianti? Ni. E’ la stessa risposta che do quando mi chiedono perché ho abbandonato i miei studi di medicina. Sono abbastanza soddisfatto di quello che ho fatto, che mi ha consentito di vivere una vita dignitosa ed avere una bella famiglia di cui vado fiero, ma è umano pensare che forse avrei potuto vivere di quella che era la mia passione. Si dice che se uno per lavoro fa quello che gli piace non lavorerà un giorno nella sua vita.
Hai una bella voce, ti presenti con eleganza e per dirla con le parole del maestro Alberto Manzi, non è mai troppo tardi…
Si, ricordo la trasmissione ed il maestro, ma credo che nella musica sia già difficile anche quando si inizia da giovani.
Le canzoni possono cambiare il mondo?
Mi piacerebbe pensarlo, ma non credo. Nel 1971 John Lennon compose una delle più belle canzoni che siano mai state scritte contro la guerra, “Imagine” ma guardiamoci attorno e vedremo solo violenza e sopraffazione. Nel 1984 Bob Geldof prima e poi Lionel Richie e Michael Jackson composero due brani contro la fame in Africa ed ancora in quel continente milioni di persone muoiono di inedia.
Qual è la canzone che ami di più?
Non ce n’è una in particolare, ne amo molte. Posso citare quella che mi viene richiesta di più, proprio “My Way” di Frank Sinatra.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Vivere la vita cercando di fare, per quel che mi è possibile, quello che più mi piace, soprattutto cantare ed esprimermi con la musica naturalmente.