Giuseppe Maurizio Piscopo
Mi è capitato più volte in giro per il mondo di incontrare qualcuno di Favara che nel momento di abbracciarmi sorridendo mi ha ripetuto: “Favarisi unu ogni paisi, unni n’un ci nn’è megliu è”…
Dopo molti anni ho risentito Pino Signorino a telefono, pensavo mi stesse chiamando da Palermo o da Favara. Non immaginavo che quella voce arrivasse da un luogo lontanissimo per i tempi che viviamo, dall’isola di Lampedusa. Qui Pino vive da alcuni anni immerso nelle sue antiche passioni: la poesia, la pittura e la musica lirica. A Pino mi legano tanti ricordi di gioventù, tante serate musicali fuori protocollo e fuori dai teatri, insieme ad Antonio Zarcone. Canzoni, serenate, improvvisazioni e musiche per dimenticare les mèchancetès de la vie, quando tutti eravamo innamorati di Parigi e bastava una sola canzone per renderci felici! E in una di queste serate, ricordo bene, che abbiamo bevuto così tanto che l’indomani abbiamo perso l’aereo per Roma dove ci aspettavano per le prove dello spettacolo Le Nuvole di Aristofane per la regia di Melo Freni gli attori Carlo Giuffrè e Duilio Del Prete e l’attrice corista Maria Teresa Ruta… Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti, ma alla fine di questa pandemia prometto in maniera solenne che ritornerò a Lampedusa insieme ad Antonio Zarcone per riabbracciare Pino Signorino e rivivere con lui come ai vecchi tempi, una serenata sotto la luna nella magica isola benedetta da Papa Francesco.
Pino Signorino è nato a Favara nel 1950, diploma di Maestro. Da sempre un grande appassionato dell’arte nella sua totalità, ama la musica lirica, adora i musei, ama il profumo della carta stampata e dei libri, di cui vanta una vastissima collezione. Ama girare il mondo e conoscere nuove etnie, cultore dell’amore e della poesia. Ha pubblicato con la casa editrice Zeusine la raccolta dal titolo: “Attori non protagonisti”, che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica. Recentemente ha pubblicato Trenta mattoni ( divisi in tre) ed altre poesie di cui: “Se solo avessi saputo”, e “Tu cresci” , Nero di Seppia in lavorazione. Si è ritirato a Lampedusa dove vive serenamente circondato dai suoi libri e dalle sue tele. Hanno scritto sulle poesie di Pino Signorino :-
“Dietro ogni libro, dietro ogni raccolta, dietro qualsivoglia scritto condiviso o intimo c’è sempre un miscuglio frastagliato di emozioni e pensieri, di sentimenti e riflessioni, di speranze e di passioni. Non è cosa semplice saperli ascoltare, né tantomeno riuscire a proiettarli su un foglio bianco, che attende di essere riempito per silenziosamente emozionare. Ancor più la poesia è stata da secoli remoti la forma più artistica, più complicata e delicata per dipingere quell’immenso universo tumultuoso, che aleggia e volteggia in quella clessidra infinita, che va dalla nostra mente alla nostra anima. E in questo libro, l’Autore è riuscito a compiere questo impervio viaggio, scandagliando finemente il suo profondo, il suo sentire, il suo pensare. Un profondo fatto di tumulti, di voci, di emozioni, di vita, di sogni e di paure. Un sentire universalmente condivisibile fatto di destini, di infinito, di attese, di innamoramenti, di baci e di braccia tese. Un pensare fatto di disegni, di maschere, di tenebre, di colori, di ombre e di vuoti di memoria. Istanti fotografati da un occhio raffinato quale quello di Pino Signorino”.
Quando nasce la tua passione per la scrittura e soprattutto per la poesia?
Pensavo che non fosse passione ma qualcosa di innato che provenisse direttamente dall’anima.
Che tipo di bambino sei stato?
Un bambino che ha sognato molto e ad occhi aperti.
Secondo te sono felici i bambini di oggi?
Assolutamente si, ma in maniera diversa.
Un ricordo del tuo maestro, del primo giocattolo che
hai avuto e del primo libro che hai letto…
Il mio maestro è stato Melchiorre Iacolino che ogni tanto mi dava qualche bacchettata nelle mani, porto ancora il ricordo di una sana disciplina.
Non ricordo, invero nessun giocattolo in particolare. Allora noi bambini eravamo molto creativi. Ho sempre letto qualsiasi cosa mi capitasse fra le mani. Il primo libro che ho letto mi fu regalato da mio fratello e da quel momento non ho più smesso di leggere e di comprare i libri.
Quanti libri hai scritto e a quale ti senti più legato e
perché?
I primi libri li ho scritti a 32 anni e da allora non mi sono più fermato. In verità sono più portato per la poesia. Il libro a cui mi sento più legato si intitola: “Attori non protagonisti”.
Hai lasciato Favara e adesso vivi nell’isola di
Lampedusa. Come ti trovi in quest’isola?
Di fatto non ho mai lasciato Favara, mio paese natio, ho solo lasciato la mia gioventù legata agli amici e all’amicizia che ho riscoperto nella mia meravigliosa isola di Lampedusa.
Qual è il tuo rapporto con il mare?
Il mare per me è embrione puro, poesia e musica raffinata, la perfetta simbiosi tra l’essere umano e il suo dualismo tra le onde.
Ti conosco da una vita ed ho apprezzato molto la tua
ricerca sulla perfezione. Che cos’è per te la bellezza? E come diceva Fedor Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo?
La bellezza per me non sta nelle fattezze, ma nell’anima, la bellezza sta nelle arcaiche radici, che tramandiamo nella storia e la tua amicizia mi fa rivivere ciò che realmente siamo.
Favara ti manca?
Mi manca la nostra storia, ciò che eravamo realmente.
Quali sono i maggiori pregi dei siciliani?
Il calore la Cultura, il sapersi raccontare.
E i maggiori difetti?
Non far crescere questa terra nella sua vera identità, non saper valorizzare le nostre grandi risorse umane e culturali.
La Sicilia ha un futuro?
No! Assolutamente no, siamo radicati nel concetto di assenza, nel saperci defilare…
Dove nasce la violenza contro le donne?
Ogni violenza nasce dall’ignoranza. Ognuno deve potersi esprimere come sente, senza usare mai la violenza contro le donne.
Che cosa non hanno ancora capito gli uomini delle
donne?
Gli uomini non hanno capito la bellezza e l’essenza stessa della vita.
Puoi commentare una frase di Umberto Eco “I vecchi sono i nostri libri”…
I vecchi sono come una tela dipinta e ci indicano il tempo della sua eternità, sono testimoni del ciclo vitale.
Oltre alle poesie tu hai scritto anche delle canzoni
d’amore. Puoi trascrivere una strofa…
E comu la foglia di ramu mori ma ritorna putenti…
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Vivere d’amore e di poesia, vivere nella sua pienezza, donare tutto l’amore che abbiamo agli altri e sognare un mondo migliore per tutti.