Tre anni fa, l’ingegnere del Comune, Franco Bellavia, secondo a nessuno per professionalità, competenza e indipendenza dalla politica, dichiarava inagibili i locali comunali di Piazza don Giustino. A distanza di circa tre anni l’immobile preso in affitto dai Padri Vocazionisti è ancora destinato agli uffici comunali.
In una realtà normale, un minuto dopo la relazione tecnica, i locali sarebbero stati abbandonati, a Favara, dove poco o nulla è normale, continuano ad ospitare dipendenti dell’Ente e cittadini. Intanto, crollano pezzi di soffitto, c’è infiltrazione di acqua e, cosa più grave, non c’è sicurezza sulla tenuta strutturale dell’edificio. E non è necessaria la laurea in ingegneria per rendersi perfettamente conto sulla fatiscenza della struttura. Uno stato di degrado che sembra non interessare gli organi preposti a vigilare sulla sicurezza dei luoghi pubblici. Nel frattempo si invoca da più parti, e in particolare dalle istituzioni, la legalità.
Ed è giusto invocarla in un territorio nel quale l’assenza di legalità è il primo ed è il più grande problema. Giusto al punto tale che le associazioni e gli stessi cittadini si sforzano di organizzare convegni e manifestazioni per promuovere la cultura dello Stato e del rispetto della legge. Un’attività meritoria che, comunque, si scontra e si frantuma con la realtà di tutti i giorni.
Nel campo della legalità a Favara non si va avanti di un solo centimetro, ché uno costruisce e l’altro distrugge. Il particolare fenomeno ricorda il carro a due ruote citato da Leoluca Orlando. “Un carro siciliano, un carro a due ruote che devono andare alla stessa velocità: una ruota della legalità, fatta di leggi e sentenze, polizia, magistrati e politici e una ruota della cultura e della economia, fatta di maestri e sacerdoti, di informazione e imprese, fatta, in una parola, di società civile.
Le due ruote devono andare alla stessa velocità: se una delle due ruote va più veloce dell’altra… il carro non va avanti, gira intorno a sé stesso. Con tolleranza zero il carro gira intorno a sé stesso!”
A Favara, dove la tolleranza e le fette di prosciutto sugli occhi sono presenti in quantità industriali, la legalità non va avanti come dovrebbe. Sono una sorta di monumenti alla illegalità i locali di Piazza don Giustino, come le migliaia di buche sul manto stradale o l’abbandono dei locali scolastici e gli altri di proprietà comunale. Il cittadino medio è portato a sostenere che se il Comune si comporta in un certo modo, perché non posso farlo io.
E’ tutto imputabile al sindaco e alla sua giunta? Molti danni sono prodotti dall’attuale conduzione politica, ma, nello stesso tempo, i cittadini non assistono, almeno visibilmente, ad interventi di altre istituzioni, pure interessate alla sicurezza e alla salute pubblica.
L’ingegnere Bellavia, tre anni fa, ha relazionato, ma pure se non l’avesse fatto, a occhio nudo e senza una preparazione tecnica, chiunque si accorgerebbe della pericolosità dei luoghi. Non si fa nulla lo stesso, ché Favara è Favara, una “nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”
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Locali comunali dichiarati inagibili da anni e ancora utilizzati
By franco.pullara3 Minuti di lettura
1 commento
ognuno ha il governo che merita!