Vincenzo Castelli
La politica si esprime in diversi “sistemi” e si basa sulle capacità di confrontarsi e di relazionarsi con gli altri, di non essere” individualista”, di poter così, contribuire a dar vita a governi capaci di raccogliere i sentimenti dei cittadini.. In questa battaglia non si riesce più ha superare la linea di confine: solo superando l’indifferenza, coinvolgendo i giovani, stuzzicando la partecipazione si può restaurare il senso e la ricerca del “bene comune” .
Assistiamo all’“io” pensiero della politica dettata dal nostro sindaco, aimè mescolata a probabili affari domestici di pericolosa verità non coincidenti alla realtà.
In questo sistema si innesca la solitudine dei consiglieri che per sintesi chiameremo numeri in quanto prodotto di insieme di voti e non di particelle.
La solitudine dei nostri numeri primi, poiché divisibili per se stessi, cercano di unirsi con un numero sindaco, saranno sempre vicini ma sempre separati da un numero maledetto.
Accennate alcune linee, come regolare la buona politica, si ci renderà conto delle ragioni della solitudine.
Oggi la politica necessita di organizzare intelligenza, passione, energia attorno a problemi di rilievo ed invece si trova inerte ad organizzarsi in questi scontri domestici, ad essere imbrigliata dagli schieramenti, dove il pensiero illusorio di un ometto di partito, di sindacato, di associazione imprenditoriale in cerca di visibilità conta più dei problemi dei cittadini, del loro diritto, alla casa, alla salute, al lavoro, a partecipazioni democratiche.
Tutto ciò necessità di riordinare alcuni ideali, per garantire speranza, in modo da trovare quelle sedi nelle quali questa partecipazione ne definisca identità forti e sicure..
Intanto l’inutile forza di questa amministrazione che si appresta a fare la” muta”, per deficienze delle proprie forze , rischia di essere conquistata dalla solitudine dei numeri primi, tra gli stramazzi inebriati della triade.
La buona politica caro sindaco, avverte che anche chi guarda a lei con speranza, si smarrisce e si confonde dietro al mito del successo ad ogni costo causando il più grande errore dell’ uomo sindaco.
Che solitudine!!!
È cosa naturale che la politica non è il verbo: per attuare i propri ideali, per portare avanti un programma in democrazia occorre vincere e voi le elezioni le avete vinte, sotto l’ombra portata del silenzio “onorabile” governando in questi anni vi siete persi in voi stessi, assumendo strani modi di far politica; intrecciando politica e mortadella, ad operazioni di tipo amichevoli, assumendo una gestione del potere disinvolta, ammaliando il cittadino per ottenere propri ed improbabili obbiettivi ….
Siete venuti meno ad un dovere di coerenza purtroppo non perseguibile penalmente.
La cattiva politica soffre di solitudine perché ha sbarrato la partecipazione.
Avrebbe bisogno di grandi partiti, uomini, nei quali funzioni la democrazia nelle decisioni e si costruiscano rapporti con gli iscritti gli elettori e i cittadini.
Poveri numeri Primi!
Non uomini che si sciolgono e si congelano in tredici minuti e che vivono senza relazioni, non partiti a gestione “autoritaria-personale”, ciò causa che i cittadini di cultura si allontanano, assistendo all’avvicinamento di transumanze di poche schiere di inutili “fedeli”.
La tua politica soffre la solitudine reggendosi sulla non condivisione ,
I grandi eletti vista questa solitudine si allontano dal territorio, dal rapporto con i cittadini: la virtù da annaffiare diverrà quella di essere vicini a quei i gruppi parlamentari ed i partiti.
Questa terra ha bisogno di essere più onesta, coesa, civile, è quello di cui il paese ha più bisogno.
Caro sindaco è stato un errore indebolire il rapporto tra cittadini e il tuo governo, mi auguro che venga corretto.
Un sistema politico-istituzionale funziona con trasparenza non ti salvi con regole, anche se quelle regole condizionano tutti, a sviluppare un più stretto collegamento con i cittadini.
La democrazia è un valore che si realizza nell’insieme della società e se coinvolge tutti gli attori – partiti, associazioni, cittadini
Quale è allora la conclusione? La buona politica è destinata a morire di solitudine?
Spero proprio di no, ma caro Sasà tu ci conduci in questo spaventoso pensiero, quante colpe ha la solitudine da te “creata” .
È vero che a volte chi si impegna nella politica può sentirsi accerchiato, più che per le idee sostenute, per la solitudine dei numeri primi che la politica si mescola con se stessa.
Io, noi abbiamo le nostre colpe, dando Giudizi confusi, accuse generiche con il risultato di allargare ancora le fosse , ma spesso i luoghi comuni sulla politica aiutano a vincere quella cattiva.
Il mio consiglio, la solitudine porta alla “morte”e la politica non deve morire per non lasciare orfano il “bene comune”.
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7 commenti
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castelli sindaco lui si che se ne intende
numero uno
mah….. oggi tutti si improvvisano politologi….
CARO FARAONE, FORSE IN QUESTO CASO NELLE SFORTUNA DI AVERE AVUTO SASA’ SIAMO STATI FORTUNATI. CON L’ALTRO CANDIDATO E CON CASTELLI ASSESSORE. NE AVREMMO VISTO DELLE BELLE!
ANCHE XCHE’ CONOSCENDO LE PERSONE CHE GLI GIRAVANO ATTORNO NON SO COME SAREBBE ANDATA A FINIRE CERTAMENTE PEGGIO DI SASA’!
che solitudine ……!!!, ora godetevi faraone assessore.