Domenica sera, nella ricorrenza della Santissima Trinità, Il Giardino di Maria è stato aperto a tutti e benedetto da Fra Giuseppe di Fatta.
Il momento è stato preceduto dalla recita del Santo Rosario e da una partecipata celebrazione Eucaristica al termine della quale Fra Giuseppe Di fatta ha letto agli astanti il racconto di un sogno diventato realtà: il sogno di far fiorire un luogo dove potersi raccogliere in preghiera ai piedi di “Maria disposta in modo tale da essere tra tra coloro che pregano e il panorama di Favara, così da implorare, dalla sua potente e materna intercessione, la benedizione di Dio sulla città, su tutti noi; la liberazione dal coronavirus e da ogni male”.
“La Bibbia è piena di sogni – ha ricordato-: uno strumento semplice e umile attraverso cui Dio parla e guida i suoi servi, per realizzare i suoi disegni ( … ) avere un sogno significa ( … ) dare spazio e voce ai desideri più profondi della persona, nella continua ricerca del superamento di sé, per prefiggersi obiettivi grandi e belli”.
Un sogno “sognato” da molti in contemporanea: dai frati che, ripulendo il giardino del convento ed eliminando le barriere di tufo, scorgevano un panorama mozzafiato e cominciavano a coltivare l’idea di piazzarvi una statua della Madonna; da una terziaria francescana che telefonava per raccontare di aver fatto un sogno in cui delle famiglie con i bambini erano nell’orto dei frati e pregavano davanti alla statua della Vergine; da una signora che, quando l’inchiostro della decisione di far fiorire il Giardino di Maria era ancora fresco sul registro dei frati del Convento di Sant’Antonio, si è presentata inaspettatamente davanti al portone dei frati con un dono speciale: una bellissima statua della Madonna.
Ho avuto la certezza – ha detto Fra Giuseppe senza cercare di nascondere la sua emozione – che tutto quello che sognavamo aveva una regia superiore, fu allora che alzando gli occhi al cielo dissi: “Ma allora lo vuoi Tu!”
Attingendo agli studi compiuti dall’agronomo Antonio Matina sulle piante della Genesi, il giardino dell’Eden, l’oasi di preghiera inaugurata ieri sera offre un pavimento a forma di croce che ricorda i 4 fiumi della Genesi: Tigri, Eufrate, Pison e Ghicon e che per i cristiani diventa il segno della Redenzione operata dal Signore Gesù.
Ai quattro angoli principali altrettante piante dal significato religioso-simbolico:
il Fico, simbolo di fertilità e di vita gioiosa; il Melograno, segno di fecondità e di benedizione divina ed anche simbolo della Chiesa che unisce in sé, in un’unica fede, i diversi popoli immaginati come chicchi; l’Ulivo, segno di rigenerazione, di pace e prosperità; l’Alloro, simbolo di eternità e di purezza.
Un luogo di preghiera e, contemporaneamente, uno spazio di bellezza – ha affermato Fra Giuseppe Di Fatta- in quanto abbiamo bisogno di bellezza fuori di noi, perché questa ci aiuti a trovare la bellezza dentro di noi; il giardino di Maria non può restare un fatto isolato dobbiamo impegnarci per fare diventare giardino il nostro condominio, le nostre strade, la città (…) “educhiamoci alla bellezza, al decoro, alla pulizia (…) insegniamo alle nuove generazioni a sognare . Non spegniamo i sogni dei bambini e dei giovani e poniamo le basi perché i loro sogni diventino realtà”.
A Favara è fortissima la fede e la devozione del popolo alla Vergine Maria, sono tante le chiese che Le sono dedicate e allora fra Giuseppe Di fatta ha gettato una ghianda sperando che possa crescerne una quercia: “cosa manca per definire Favara, una città mariana?”
In attesa che la ghianda germogli, possiamo rivolgere con fede le nostre preghiere alla Madonna che, portata in processione nel giardino, è stata posta nella teca e, per un effetto ottico creato dalle luci e dalle fiaccole accese, ha moltiplicato la sua immagine: se n’è potuta ammirare una per ogni lato della teca così che lo sguardo materno di Maria ha abbracciato tutto e tutti a 360 gradi .
A recitare la prima Ave Maria Comunitaria, Don Marco Damanti, vicario Foraneo.