“Di stu passu ci voli un misi”. L’espressione l’abbiamo rubata ad un anziano, pronunciata commentando con un suo coetaneo più tecnologico di lui, mentre leggeva il nostro articolo sul giornale sulla raccolta dei cumuli di rifiuti a Favara.
“Il mezzo meccanico operante a Favara riempie i due compattatori in servizio in poco tempo, questi vanno presso la discarica a scaricare e finisce qua. Il conto è fatto, due compattatori al giorno ci vuole un mese”.
Sulla raccolta che va a rilento ci sono due ipotesi che abbiamo cercato di verificare e accertare con i diretti interessati. La prima sostiene che la discarica di Traina, essendo un luogo di trasferenza, nel senso che noi portiamo li i rifiuti e poi vengono trasferiti nelle discariche vere e proprie, non fa conferire più di due compattatori al giorno, per cui effettuata la raccolta e riempiti i due compattatori si va in discarica e finisce. La seconda ipotesi dice che le ditte avrebbero a disposizione più compattatori o gli autoarticolati di capienza doppia, ma che non possono utilizzare perché mancano gli autisti per guidarli in quanto i netturbini dipendenti di Favara sono ancora in sciopero.
Che la realtà sia l’una o l’altra ipotesi poco conta. Forse si è dimenticato che c’è un’ordinanza contingibile e urgente firmata dalla sindaca che intima, a causa di reale problema di sanità pubblica e di pericolo per la salute di cittadini, la rimozione dei rifiuti e la pulizia della città. Per realizzare questo è necessario che scendano in campo tutte le forze possibili e immaginabili, senza alcuna limitazione burocratica in quanto proprio l’ordinanza lo consente.
Al problema normale dei rifiuti si aggiunge anche quello della spazzatura bruciata, perché una volta avvenuta la combustione con i rifiuti dati alle fiamme oltre a sprigionarsi diossina, quello che resta non è più un rifiuto “normale” ma è considerato un “rifiuto speciale” che deve essere smaltito secondo una procedura diversa, più costosa crediamo, sicuramente in maniera differente di un normale conferimento dei rifiuti solidi urbani in discarica.
Fuoco appiccato al cumulo di rifiuti dinnanzia l’UTC
Il problema è il pericolo per la salute dei cittadini che si aggrava, come abbiamo documentato ieri durante la nostra diretta del l’incendio dei rifiuti dinanzi all’ufficio tecnico comunale, (PUOI VEDERE CLICCANDO SUL LINK QUI SOPRA) con lo sprigionarsi di diossina e con i rifiuti bruciati che restano in strada, come è successo anche in via Arco Cafisi dinnanzi Palazzo Federichello o in via Madrice nel muro della nostra Chiesa Madre.
In questa gravissima situazione di Favara, che richiede il massimo sforzo e forse più da parte di chi ci amministra, si aggiunge anche il “gioco degli assessori”. Uno è stato licenziato; l’altro viene nominato e a distanza di un mese, dopo essere stato latitante e assente, annuncia le dimissioni; un’altra ancora si impegna, anche oltre il suo mandato e magari viene anche criticata; un paio non sono pervenuti, nel senso che non si sentono o vedono da tempo. Nel frattempo c’è un torneo di Padel da onorare poiché organizzato a scopo benefico.
La sindaca Anna Alba, stretta nella morsa rifiuti e precari, deve partecipare anche alla nascita della Società consortile per l’acqua pubblica (AICA), e nel tempo minaccia, non sappiamo se solo via Facebook o se mandando una nota ufficiale al presidente Musumeci e al presidente dell’Ars e Miccichè, di dimettersi e consegnare la Fascia Tricolore.