Se non fosse per la drammaticità della crisi del servizio idrico e del suo collasso, si potrebbe fare le spallucce e dire che c’è tempo. Ma con l’Aica no, non è possibile perdere tempo. L’Aica è il nuovo gestore (dovrebbe essere) del servizio idrico integrato agrigentino formato dai Comuni, solo 35 su 43 (anomalia grossa).E’ stata costituita lo scorso 8 luglio facendo urlare di gioia i sindaci a mò di goal della nazionale italiana di calcio. Sono trascorsi 12 giorni è ancora la “consortile” non risulta iscritta nel Registro delle Imprese (basta consultare lo specifico sito). Eppure, si lotta contro il tempo e il giorno 2 agosto termina anche la gestione commissariale prefettizia, su provvedimento del Prefetto.
Già questo appalesa una realtà che ha davanti grossi ostacoli e problemi. E dire che oggi pomeriggio il coordinamento Titano, che rappresenta diverse associazioni e comitati per l’acqua pubblica, si incontra con il Prefetto per prospettare la drammaticità del servizio che roga il bene vitale: l’acqua. Ma anche igienico considerato il sistema di depurazione.
Pochi giorni fa lo stesso coordinamento Titano aveva scritto parole durissime. “Assistiamo attoniti e preoccupati all’evoluzione della vicenda del servizio idrico, dai risvolti a volte tragici, altre volte grotteschi, senza la possibilità di capire con quali esiti e quando potrà finalmente concludersi. Il tragico è dato dell’emergenza idrica siciliana incrociatasi con il “collasso” della gestione commissariale del Servizio Idrico Integrato Ati Ag9”.
Il coordinamento Titano ha rimarcato che “le due emergenze potevano essere benissimo evitate provvedendo per tempo e agendo nell’interesse della collettività”. “Ma l’aspetto grottesco è che devono risolvere il problema coloro i quali, con vari gradi di responsabilità, hanno determinato l’emergenza!”
Poi il micidiale destro: “Cos’altro hanno fatto i sindaci dell’Ati se non far collassare il gestore commissariato impiegando quasi 3 anni dalla risoluzione contrattuale con Girgenti Acque alla costituzione di Aica? Hanno prima fortemente osteggiato l’ipotesi di un commissariamento regionale, ma dopo sei mesi è stato lo stesso direttivo Ati a farsi commissariare dalla regione. Viene perciò nominata la commissaria ad acta, ma dopo nove mesi e mezzo non ha ancora sciolto i nodi cruciali previsti dal suo incarico. Non ha sciolto il nodo delle gestioni autonome ex art. 147 contribuendo all’approvazione di un piano d’ambito deficitario dei giusti presupposti di legge, con gravi conseguenze sull’assegnazione dei fondi europei e cagionando a tutto l’ambito un danno erariale ancora da calcolare. Questo sta ricadendo a cascata sull’Azienda speciale consortile, per la quale è stato redatto un piano d’ambito contenente dati non corrispondenti alla realtà attuale, le attuali tensioni che riguardano il personale ne sono un chiaro effetto, così prefigurando una pessima futura gestione del sii e difficoltà di natura economico-finanziaria”.
insistiamo nell’istituzione dell’unità di crisi per come richiesto al prefetto insieme alle altre associazioni! l’emergenza idrica è già emergenza sociale e sanitaria visto che rischiamo di restare con i rubinetti a secco prima del 2 di agosto! a quel punto chi può immaginare cosa succederà all’ordine pubblico?
Titano invoca il Prefetto affinché “vigili sulla legittimità delle soluzioni che si adotteranno e sulla legalità di tutti gli adempimenti previsti per la conclusione del processo costitutivo”.
L’Aica nasce con un capitale di appena 20.000 euro,come una società di vendita di calia e semenza. Non dispone di ingenti somme. I sindaci, quelli euforici, sconoscono il piano finanziario e quanto peserà sulle casse comunali. La drammaticità dell’attuale situazione non può essere affrontata con tali ostacoli, senza chiarezza, senza capire come fare. Quando si paventa il rischio dell”ordine pubblico non è fantasia o “allarmismo”. Ci sono già segnali ben evidenti.
Filippo Cardinale