Filippo Cardinale
La soluzione individuata è quella dell’affitto del ramo d’azienda che Aica chiede alla curatela fallimentare. E qui la vicenda si complica poiché tra “fiduciosi ottimismi” si nasconde l’insidia, risiedono le difficoltà.
Vi è stata una prima proposta da parte dell’Aica alla curatela fallimentare per l’affitto del ramo d’azienda. La curatela fallimentare ha effettuato la proposta con tutto ciò che comporta anche nelle assunzioni di responsabilità di contenziosi. Tale prima proposta della curatela fallimentare, è stata considerata da Aica onerosa. La novella “consortile” ha fatto una controproposta che la curatela fallimentare ha ritenuto “irricevibile”.
A questo punto, la curatela fallimentare elabora una seconda proposta. O così o procediamo ai licenziamenti e a mettere i sigilli nella sede e su mezzi e attrezzature. Questo sarebbe il contenuto della proposta (seconda e ultima) della curatela fallimentare. Anzi, c’è anche l’ultimatum temporale. Entro oggi, 29 luglio, la curatela attende una risposta da parte dell’Aica. Poi procede.
Intanto, si sono avute trattative fino a notte fonda. I sindacati sono sul piede di guerra e in mattinata si riuniranno per assumere iniziative. Intanto, incombe il rischio licenziamento per 300 lavoratori, ma anche la drammatica ipotesi di una ulteriore criticità del servizio idrico nella nostra provincia.
Appare sempre più realtà la visione dell’ex commissario prefettizio Dell’Aira, seguita anche dalla lunga lettera dell’ingegnere Venuti (unico commissario prefettizio rimasto ancora per pochi giorni): la tempesta perfetta si è creata con il “doppio commissariamento” quello giudiziale e quello prefettizio.