Figlio e fratello di Totò Lupo chiedono “che si abbia rispetto per la vittima e che gli sia resa giustizia, per questa immane tragedia, che li ha colpiti e distrutti”.
Ecco la nota del legale di fiducia della Famiglia Lupo, avvocato Domenico Russello: “Innanzitutto, intendono esprimere il loro ringraziamento alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria per l’incessante lavoro investigativo e d’indagine che stanno portando avanti, con la speranza che sia fatta al più presto piena luce su quanto accaduto.
I componenti della famiglia Lupo hanno già riferito agli inquirenti tutte le notizie in loro possesso, che possano essere utili per le indagini, e aspettano fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso.
In merito ai procedimenti penali a carico della vittima, ed ai suoi supposti “nemici”, è bene precisare che Totò Lupo è morto da incensurato, e che non esiste nessuna sentenza di condanna a suo carico. Totò Lupo ha sempre respinto ogni accusa in tutte le sedi giudiziarie, ed era fiducioso che i processi lo avrebbero scagionato da ogni responsabilità; compreso, da ultimo, la querela per appropriazione indebita, stalking e lesioni personali presentata a suo carico dall’ex moglie, che Lupo, nel corso dell’interrogatorio reso in merito presso la Tenenza dei Carabinieri di Favara, aveva totalmente contestato e bollata come calunniosa, fornendo, anche in quella circostanza, la prova della sua innocenza e della falsità dell’accusa.
Totò Lupo non ha mai toccato con un dito né l’ex moglie né il suocero. Riguardo ai supposti “nemici”, si tratta a ben vedere, quanto all’inchiesta così detta “stipendi spezzati”, di ex dipendenti della cooperativa SUAMI, di cui aveva dismesso da anni ogni carica gestionale e di socio.
Gli ex dipendenti vantano presunti crediti, ancora tutti da accertare e per di più nei confronti della cooperativa.
I maltrattamenti cui si fa riferimento, invece, nell’inchiesta cosi detta “catene spezzate”, si tratta di ex ospiti disabili verso i quali Lupo era accusato di reato omissivo e non commissivo, ossia non di avere commesso i presunti abusi, ma solo di non avere vigilato e impedito che altri li commettessero. Ma egli ha sempre respinto ogni accusa. Si dice, inoltre, che gestiva diverse società e alcuni B&B. Si precisa che da diversi anni non gestiva alcuna società, e viveva con i proventi di un solo B&B residenziale.
In merito agli esiti dell’autopsia, intanto, questi si potranno conoscere solamente dopo il deposito della relazione del consulente incaricato dal P.M. titolare dell’indagine.
Per quanto è dato sommariamente sapere allo stato degli atti, i colpi sparati dell’assassino sarebbero stati tre e andati tutti a segno. Verosimilmente, il primo lo avrebbe colpito all’altezza dell’ascella destra, e questo induce a pensare che avrebbe alzato istintivamente il gomito nel disperato tentativo di difendersi la faccia, avendo capito cosa stava accadendo. Un secondo colpo lo avrebbe attinto alla guancia destra, ed un terzo alla tempia sinistra.
In merito ai contrasti con l’ex moglie ed il suocero, la famiglia Lupo ha riferito quanto a loro conoscenza agli inquirenti, consapevoli che sia compito esclusivo dell’autorità giudiziaria accertare la verità storica dei fatti.
Infine, la famiglia Lupo rivolge un accorato e caloroso appello a quanti, eventualmente, hanno visto o sanno qualcosa a riferirlo agli organi inquirenti, anche in forma riservata”.