Continua la ricerca dell’inossidabile Giuseppe Maurizio Piscopo di realtà del nostro territorio che vale la pena di raccontare. E’ la volta del “Mulino di San Giuseppe” di Favara. Il nostro maestro-intervistatore ha incontrato Carmelo Scalia. (Un grazie a Lillo Pecoraro e Antonello Bosco).
“I mulini erano un luogo fondamentale per la vita delle campagne e dei borghi. Questo fino al secolo scorso. Sono i mulini, che hanno tratteggiato la storia dell’Italia. Oggi alcuni sono stati ristrutturati e resi delle attività ricettive, alberghi, altri sono luoghi da ammirare, altri purtroppo sono stati abbandonati. L’arte della molitura si è configurata come uno dei momenti più importanti e significativi della civiltà occidentale, anche per i molteplici interessi d’ordine sociale, politico, economico e tecnologico.
Il mulino storico (sia ad acqua che a vento), nelle sue espressioni più complete, costituisce una tra le massime invenzioni tecnologiche non solo dell’antichità, ma anche e soprattutto dell’età medievale e moderna. Innumerevoli sono le testimonianze diffuse per ogni dove da questa macchina produttiva, mostrando chiaramente come il mulino sia stato non solo una rilevante manifestazione architettonica inserita nella scena urbana o rurale, ma anche un vero e proprio operatore di trasformazioni economiche, civili, sociali e territoriali, segnando in qualche modo e per sempre alcuni aspetti della civiltà europea. I primi mulini furono probabilmente costruiti nell’area mesopotamica, intorno al secondo millennio a. C. Il re babilonese Hammurabi fece irrigare la pianura tra Eufrate e Tigri spostando acqua grazie ai primi mulini a vento.
Una mattina ho voluto rivedere le vecchie strade di Favara come facevo da bambino. Sono ritornato dietro il cinema Bellini, dietro l’ex carcere. Mi sono fermato al mulino di San Giuseppe, diretto da Carmelo Scalia e sua madre la Signora Giuseppa Giudice che ha 92 anni e li porta benissimo. Il mulino si trova all’interno di alcune viuzze storiche. Bisogna arrivare al cortile Pindemonte una strada pulita con tanti spazi per il gioco dei bambini. Molti favaresi non sanno che a Favara esiste un mulino legato alla poesia della vita, dove il tempo si è fermato e le cose sono rimaste intatte e immutate… Potrei cominciare questa storia con la classica delle introduzioni C’era una volta un vecchio mulino diretto dal giovane Francesco e da sua mamma Giuseppa…
Chi ha costruito questo mulino? Il mulino è stato costruito 86 anni fa da Vincenzo Galiano, tutto andava bene fino a che un giorno in un incidente morì il figlio del mugnaio. Fu così che Galiano per il grande dispiacere vendette il mulino ad una società di sei persone. Prima il mulino era a pietra con un motore a scoppio. Poi venne cambiato…
Quando sono state apportate le ultime modifiche? Circa 60 anni fa sono state apportate altre modifiche mettendo al centro il cilindro. Mio padre ha comprato tutti i pezzi di seconda mano, li ha riparati, sistemati ed assemblati con la sua grande maestria. Noi produciamo una semola rimacinata utile per la panificazione e la produzione di pasta alimentare.
Chi sono i vostri clienti? Arrivano da fuori. La nostra linea rispetta il principio di macinare solo il grano locale siciliano. Noi non maciniamo grano proveniente dalla Francia o dal Canadà. Il grano siciliano non ha additivi ed è un grano assolutamente biologico.
Quale quantità riuscite a produrre ogni giorno? Circa 100 quintali.
In che modo stai continuando l’arte di tuo padre? Si lo sto facendo ogni giorno della mia vita. Intanto, sto utilizzando i nostri grani. Qualcosa si muove, pensa che ad Aragona c’è un’azienda agricola che utilizza il nostro grano.
Dove finisce il prodotto finito? Il prodotto finito riposerà per una settimana nei silos e poi verrà inserito nei sacchi.
Francesco mi ha accompagnato a visitare tutti i luoghi e mi ha raccontato mille segreti del mulino. Siamo saliti al piano superiore dove tutti i macchinari erano in movimento. Un lavoro strepitoso condotto da una sola persona, aiutato da sua madre. Anche questa è Favara: una terra che non vuole perdere le proprie radici, le proprie abitudini. Chapeau per il lavoro di Francesco e sua madre. Auguri di grande successo, veramente meritato!
Il mio viaggio si conclude qui. La storia della Sicilia è profondamente legata al suo grano, alle sue farine, al suo pane. Scegliamo gli antichi grani, la farina prodotta da questi grani può migliorare il nostro benessere a tavola, con elementi nutritivi utili, ottimi per la nostra salute. Questi grani è giusto sapere vengono prodotti senza antiparassitari e concimi artificiali, risultano più digeribili ed hanno una bassa presenza di glutine”.