La comunità ecclesiale e quella cittadina di Favara mobilitate per accogliere degnamente la reliquia del giudice ragazzinoBeato Angelo Rosario Livatino.
Già mercoledì sera, al suo arrivo, una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Agrigento, don Alessandro Damiano, presso la Chiesa della Beata Maria Vergine del Carmelo, alla presenza di tutto il clero cittadino.
Ieri, in mattinata, la significativa trasferta presso la Casa Circondariale “P.Di Lorenzo” proprio nel giorno della ricorrenza del 29° anniversario dell’uccisione del Sovrintendente Pasquale Di Lorenzo – a cui è intitolata la Casa Circondariale – vittima di un agguato mafioso il 14 ottobre del 1992.
Nella serata, ad un primo momento di preghiera presso la Chiesa di San Calogero con una celebrazione eucaristica, ha fatto seguito un incontro di approfondimento sulla figura del Martire della Fede e della Giustizia presso la Chiesa di San Giuseppe Artigiano dove, a seguire, la reliquia è giunta intorno alle 20.00. È stata l’Area Padre Pino Puglisi, attivata dal Consiglio Pastorale Cittadino ad organizzare un momento di riflessione intorno alla figura del ricordato Beato attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto come il Prof. Giuseppe Palilla, suo compagno di Liceo, oggi Presidente dell’Associazione Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino onlus, e l’Avv. Giovanni Tesè, legato al Beato da trascorsi scolastici e professionali. Ad arricchire di spunti riflessivi la serata anche l’Arciprete di Favara, don Giuseppe D’Oriente.
Come tante tessere di un mosaico, le testimonianze offerte hanno realizzato un armonioso quadro sull’umanità, la fede e l’impegno dell’uomo e del magistrato che ha consentito ai presenti di conoscere meglio questa straordinaria figura distintasi per la sua coerenza civile, religiosa e professionale, per la sua integrità morale, per l’alto senso del dovere e per una piena percezione ed assunzione delle proprie responsabilità. Un esempio da prendere in considerazione per riparametrare la nostra vita al fine scrollarsi di dosso quelle eventuali “incrostazioni” che, nel tempo, hanno contribuito a raffreddare la nostra sensibilità, ad indurire il nostro cuore e a confondere il nostro pensiero.
Particolarmente seguito ed emozionante il video preparato dall’Area Padre Pino Puglisi per rivivere i drammatici momenti che culminarono nel mortale agguato del 21 settembre del 1990, sino alla proclamazione del 9 maggio scorso che lo ha riconosciuto Beato dalla Chiesa Cattolica. Nel corso della serata un altro momento di grande emozione è stato offerto dalla scopertura di una originale tela ( cm80 x cm 60 ) dedicata al martirio del Beato dalla pittrice Amelia Russello – componente dell’Area Padre Pino Puglisi – dal titolo “Le ali della Giustizia”, dove il radioso volto del Beato è attorniato da tutta una serie di articoli di giornali che richiamano altre stragi di mafia, altri sacrifici, altre sofferenze che, mano a mano, si trasformano in numerosi origami a forma di colombe che dispiegano le ali in un libero volo nell’azzurro cielo della vita.
Prima dei saluti finali l’Avv. Giovanni Tesè ha donato all’Arciprete, a padre John Ukwenya e allo scrivente una copia della relazione presentata dal dott. Rosario Angelo Livatino il 30 aprile 1986 a Canicattì, nel corso di una conferenza su Fede e Diritto, tenuta presso il salone delle suore vocazioniste. L’Area Padre Pino Puglisi ha ricambiato offrendo agli illustri ospiti tre stampe riproducenti rispettivamente il cupolone della Chiesa Madre quale simbolo della comunità di Favara, la copia della maxi tela realizzata dall’Accademia Comunale Arte, Cultura e Legalità coordinata dal Maestro Vincenzo Patti dedicata alla Magistratura e al sacrificio del Beato Giudice, dal 18 settembre posta presso l’ingresso dell’Aula “Giudice Rosario Angelo Livatino” del Tribunale di Agrigento, e, infine, copia della tela della pittrice Amelia Russello che sarà donata all’Associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino onlus” di Canicattì.
Prima dei saluti una foto di gruppo per fissare nei ricordi e nel cuore le emozioni di una intensa serata di testimonianze e preghiera. Nella foto hanno posato insieme, quasi a suggellare un condiviso impegno a continuare a prodigarsi per il Bene Comune, la Legalità, la Giustizia e la Carità oltre a padre John Ukwenya, don Freddy Gonza, l’Arciprete don Giuseppe D’Oriente, l’Avv. Giovanni Tesè, il Prof. Giuseppe Palilla, il Capitano dei Carabinieri Gabriele Treleani presente sin dall’inizio all’evento, per l’AIDO il Prof. Salvatore Urso e Giuseppe Vitello che hanno portato lo Stendardo della Legalità a loro affidato per meriti speciali, per l’Area Padre Pino Puglisi lo scrivente con la moglie Cettina Dainotta , Amelia Russello e Michele Arnone.
Eventi come quello di cui sopra dimostrano inequivocabilmente che CAMBIARE SI PUÒ. . . è necessario, però, che lo si voglia davvero! Dobbiamo trovare il coraggio e la piena convinzione per passare dall’IO al NOI, dal familismo alla Comunità, dall’interesse personale/particolare al Bene condiviso ovvero al Bene Comune. Sta, dunque, a noi cogliere l’opportunità e non solo per migliorarci ma anche per onorare il sacrificio di quanti – come il Beato Rosario Angelo Livatino – si sono immolati per noi.”
Gaetano Scorsone.