Rosario Manganella
Favara si sveglia stamattina con un nuovo sindaco, Antonio Palumbo, ex segretario di Rifondazione Comunista, dimessosi dall’incarico qualche giorno prima delle elezioni comunali.
Palumbo, con 8558 voti, sostenuto, si fa per dire, dal P. D. e dal MoVimento 5 Stelle, camuffato, sotto la lista “L’ALTRA FAVARA”, ha battuto il dottor Salvatore Montaperto, in rappresentanza di alcune liste civiche e da partiti di destra-centro che ha riportato 4656 preferenze.
Il vero vincitore, senza nulla togliere ai meriti personali del nuovo inquilino del Palazzo di Città, è stato, comunque, l’astensionismo: infatti su 35629 elettori si sono recati alle urne solo 13540 votanti, appena il 38% degli aventi diritti.
Al ballottaggio del 2011 avevano votato 23452 cittadini/e, pari al 67,50 degli aventi diritto, poco meno del doppio di quest’anno.
Una percentuale così bassa – come quella del 24/25 ottobre – non si era mai registrata!
Crisi dei partiti, disaffezione degli elettori, menefreghismo, protesta, crisi dei partiti, difficoltà dei Comuni, soprattutto sulla situazione finanziaria e di alcuni servizi principali (pulizia delle strade del paese, viabilità, servizi socio-assistenziali, etc) stanchezza a causa dei vari teatrini, a cui si è assistito nell’ultima consi-sindacatura? Gli operatori politici devono fare una giusta analisi e trovare i rimedi adatti.
Ma torniamo, un attimo indietro e parliamo delle coalizioni, partendo dal centro sinistra.
Quest’ultima ha complessivamente riportato appena il 17,03 così ripartito: Favara per i beni Comuni, il 7,50%, il Partito Democratico il 6, 53%, l’ Altra Favara, il 3%.
I partiti e le liste civiche a sostegno di Montaperto hanno ottenuto, in totale il 52,13, mentre le liste di Infurna Sindaco, il 33,85%.
I numeri parlano chiaro e non si sbagliano mai: la brillante vittoria di Antonio Palumbo è personale, il PD, con una lista raccogliticcia, con candidati presi da altri comuni (come quella del segretario provinciale e di altri ancora, addirittura, da fuori comune, per non parlare di quelli a zero voti o su di lì e della fuga dei “capi”) ha dato un modestissimo contributo al successo di Palumbo. Per non parlare del quorum non raggiunto dai 5 Stelle che a Favara è rappresentato dall’on. Giovanni Di Caro, capogruppo all’ARS.
Molto probabilmente tra oggi e domani si insedierà il nuovo primo cittadini e fra qualche settimana anche il consiglio comunale.
La Città si aspetta – dopo il disastro degli ultimi cinque anni – un nuovo giorno politico, un nuovo clima anche morale, la chiusura del mercato dei ….consiglieri che ha caratterizzato gran parte degli ultimi anni, appena trascorsi.
Il Sindaco Palumbo, è noto, non ha una maggioranza in consiglio, disponendo di appena 2 consiglieri su 24, contro i 22, su cui dispongono i suoi competitors, Infurna e Montaperto.
Amministrare Favara con i gravi problemi che la nostra Città presenta non è certo una cosa facile, specie con i numeri che ha disposizione il sindaco, appena eletto. Ma proprio la gravità della situazione generale del paese, impone senso di responsabilità e un’apertura mentale a 360 gradi. Non penso ad una grande ammucchiata, ma alla capacità di mediazione di ognuna delle parti in campo per governare Favara, nel rispetto dei reciproci ruoli che i cittadini hanno assegnato ad ogni singola coalizione, tenendo, tra l’altro in conto, che il Consiglio è nelle mani delle opposizioni e l’esecutivo in quelle di Palumbo. Urge un contatto, un confronto il più aperto possibile che porti il Comune fuori dall’attuale momento apocalittico che sta vivendo