Lillo Firetto
C’è troppo silenzio sul PUG, ovvero su quel che era il Piano regolatore generale di Agrigento. Aldila’ di una contradditoria e molto confusa dichiarazione resa dal massimo vertice . Che cosa succede ? Nel 2020 avevamo detto quali fossero i rischi. Oggi fa temere il peggio l’arenamento di un processo che era stato avviato consapevolmente dalla città, attraverso gli ordini professionali, le parti sociali, i sindacati, le associazioni, gli operatori turistici, i singoli cittadini. Per questa ragione chiedero’ al presidente del Consiglio comunale di calendarizzare una seduta in cui l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Miccichè riferisca sullo stato dell’arte del PUG, lo strumento di pianificazione e governo del territorio comunale.
Partiamo da un punto fermo: le direttive sono state approvate dal Consiglio Comunale il 24 luglio del 2019 e sono vincolanti, non possono essere disattese.
Invece, le “prescrizioni esecutive”, lo avevamo ribadito più volte in campagna elettorale, sono una pericolosa inversione di rotta. Non solo un giochetto per pochi, ma danno certo per tutti.
Il punto è che la città si era espressa: no consumo di suolo, no speculazioni edilizie, uno sviluppo urbanistico che fosse sostenibile e che guardasse alle nuove generazioni e a uno scempio da risanare, un modo per riparare i guasti dello scollamento con il centro storico, la crescita di quartieri dormitorio, l’espansione di una cittadella degli studenti e di una zona destinata all’insediamento alberghiero priva di logica urbanistica; un piano nell’ottica di un recupero tra la Valle dei Templi e la città. Tutto solo tempo perso? La voce della città messa a tacere? A chi gioverebbe tutto questo? Tutti coloro che allora parteciparono alla redazione delle direttive, Ordine degli Architetti, Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, Ordine degli Ingegneri, Ordine Regionale Geologi, Ordine dei Dottori Commercialisti, Ordine degli Avvocati, Collegio dei Geometri, UNIPA Dipartimento Architettura, Confcommercio di Agrigento, Confimpresa Euromed, Inarsind, CNA Agrigento, Confesercenti Sicilia, Associazione Nazionale Costruttori Edili di Agrigento, Sicindustria di Agrigento, i Sindacati CGIL CISL UIL, Legambiente, Associazione Mare Amico, FAI, tutti i cittadini hanno il diritto di sapere in che modo vengono rispettate le idee da loro espresse sul futuro della città.
Se è pur vero che la Legge Regionale 19/2020 ha introdotto un diverso iter di approvazione (peraltro col fine di semplificare la procedura e non di appesantirla), non può essere accantonato l’enorme sforzo di partecipazione collettiva già svolto.
Come da copione, invece si sono spenti i riflettori sul tema del futuro urbanistico di Agrigento lasciando la maggior parte dei cittadini nell’incertezza, a vantaggio forse di qualche “promessa”. Sarà il sindaco a dover fugare ogni dubbio, perché finora il tema sembra irrilevante, privo di alcuna comunicazione pubblica, o di eventi di partecipazione e condivisione della città. L’Urban center è solo uno sbiadito ricordo. Il tema dello sviluppo urbanistico della città di Agrigento non può essere sottratto alla città. Eppure, l’Ufficio di Piano non esiste più, non è stato promosso nessun incontro pubblico e le uniche scarne informazioni rilevabili dagli atti del Comune impongono alcune riflessioni. Sappiamo, ad esempio, che è stato impartito dal sindaco agli uffici un atto di indirizzo sul tema del Piano Regolatore, ma nessuno ne conosce il contenuto. Come mai il Sindaco non ha ritenuto opportuno, se non di coinvolgere, almeno di informarne il Consiglio Comunale, che aveva approvato le direttive generali del Piano? Inoltre, è stato affidato un incarico ad un consulente esterno, che già da tempo opera all’interno degli uffici, ma non ne viene specificata chiaramente la sfera di competenza, gli obiettivi da raggiungere e se questi siano in continuità con le procedure già avviate in tema di pianificazione urbanistica.
Che cosa ha fatto questa amministrazione delle direttive generali approvate dal Consiglio Comunale, in piena sintonia con la più qualificata rappresentanza della collettività?
Perché non viene affidato l’incarico per la redazione del PUG, adempimento che l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente pone come obbligo per tutti i Comuni, ai sensi della Legge regionale 19 del 2020?
E’ intendimento di questa amministrazione riportare il tema della pianificazione urbanistica sul tavolo del dibattito pubblico o intende privilegiare il chiacchiericcio sommerso di pochi “addetti ai lavori”? Le domande meritano risposta.
Agrigento è stata una città che nella confusione urbanistica ha per decenni compiuto danni, che non hanno apportato benefici neanche al comparto dell’edilizia, con imprese che si sono trovate a essere in certi momenti col dito puntato addosso. È la stessa città che lungamente si è dibattuta sulla vigenza di un doppio piano regolatore, sollevando le giuste attenzioni degli organi inquirenti. Ci auguriamo invece che si riprenda un percorso che è stato condiviso con la città e che eviti scorciatoie che invece sono foriere di danni incalcolabili sia alla programmazione territoriale, che agli operatori del settore.
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